Giacomo Checcucci

 Roots of Madness

I Roots of Madness sono un gruppo musicale formato nel 1969 a San Jose in California da Geoff Alexander e Don Campau. I due ragazzi, appassionati di musica, si sono conosciuti qualche tempo prima alle lezioni di giornalismo alla Leigh High School e il nome del gruppo è scelto da Campau prendendo spunto da un film visto a scuola nel 1968: "China: the Roots of madness". Del collettivo presto fanno parte Joe Morrow, Jim Kulczynski e David "Dave Dolphin" Leskovsky ai quali si uniscono saltuariamente Gary e Chris Campau, Patrick Evans, e Vickie Leskovsky.

 La storia dei Roots of Madness è un coagularsi di passioni e gesti filantropici, è un percorso costellato da artisti puri, privi di obiettivi materiali e ambizioni pecuniarie e di generosi mecenati, interessati solo all’arte e non al rendiconto. L’amore per la musica viene vissuto in quest’esperienza umana e estetica senza nessun doppio fine, senza nessuna limitazione di sorta e senza nessuna volontà di fama e ricchezza. Tutta l’avventura artistica avviene in completa indipendenza rispetto alle dure leggi del music business e non essendo mediata da discorsi di commercialità e vendibilità del prodotto, come raramente accade e quasi sempre dovrebbe essere, rappresenta un raro esempio di sincera e onesta attività intellettuale. Geoff Alexander e Don Campau hanno infatti in quel periodo un programma alla stazione radio KTAO di Los Gatos California, al cui staff in un secondo momento si aggiungono anche Joe Morrow e David Leskovsky. Il proprietario della radio, attiva dal 1968 al 1974, Lorenzo W. Millam è un milionario disinteressato al successo economico e commerciale della radio ma interessato a creare una vastissima collezione di dischi di tutti i generi musicali e a offrire al pubblico californiano una valida proposta culturale e una serie di ascolti particolari e ricercati. Scorgendo il talento dei suoi dipendenti, animato dal desiderio di produrre materiale di qualità, Millam diventa il finanziatore del progetto musicale dei Roots of Madness: la musica della band viene trasmessa molte volte dall'emittente anche con show dal vivo e l’emittente provvede all’incisione e alla stampa del loro unico album. 

Nel 1971 pubblicano infatti l’LP The Girl in the Chair grazie ad un'autoproduzione di 500 esemplari, 100 dei quali sono distribuiti a San Francisco presso il celebre Jack's Record Cellar. Il proprietario del negozio di dischi, Norm Pierce, che ha già in commercio la produzione della casa discografica sperimentale ESP, crede infatti nel progetto e pensa che i Roots of Madness possano interessare allo stesso tipo di clientela. Nonostante, al tempo dello scioglimento della band, si trovi ad aver venduto solo 10 copie di The girl in the chair e non abbia certamente guadagnato dall’affare, concede in questo modo uno sbocco di visibilità in una delle scene musicali più importanti degli USA, raro per una produzione in proprio di un’altra città. Altro tratto peculiare della band è il senso dell’umorismo spesso eccessivo e grottesco. Il titolo dell'album fa riferimento infatti ad una ragazza sulla sedia a rotelle, conosciuta ai tempi della scuola, ma nel retro di copertina una foto dell'assassina Ruth Snyder sulla sedia elettrica suggerisce un'altra interpretazione del senso della frase. Lo humour nero della band è ancora più marcato nei volantini pubblicitari: una foto di Mussolini a Piazzale Loreto capovolta, in modo che il dittatore non sembri appeso a testa in giù per le caviglie ma in volo a braccia alzate, con la didascalia: "Azione ad un recente concerto dei Roots of Madness".

Durante gli anni della loro attività, dal 1969 al 1973, frequentano artisti come Peter Blind, autore della grafica di copertina dell'album, e John Hayden musicista d'avanguardia, vicino alla beat generation e amico di Neil Cassady, che tiene concerti informali di musica sperimentale nel suo appartamento a cui partecipano membri del gruppo. Il collettivo però, con una forte dose di ironia e di antidivismo, suona spesso senza essere annunciato nei luoghi più disparati e inusitati come le lavanderie e i sottopassi e riesce a organizzare un solo concerto vero e proprio a Forbes Mill, Los Gatos, a cui partecipano lo stesso Hayden e il pianista Russ Ferrante. Effettuano invece molte session di registrazione: la maggior parte di esse sono realizzate con il registratore a cassette e i due microfoni di Campau, nella cucina della casa dei genitori di Alexander, utilizzando anche rumori casalinghi come il tintinnio delle chiavi, il fracasso dell'aspirapolvere e l'abbaiare dei cani ma anche suoni di carillon, frequenze radio e battiti di mani. Coevi dei Faust, precedenti ai Residents e parenti inconsapevoli dei Los Angeles Free Music Society sembrano voler incentrare la propria ricerca sul montaggio di nastri e sulla manipolazione dei suoni, nella tradizione della musica concreta francese, di Edgar Varèse e di Frank Zappa. Ma a questa propensione, vissuta in maniera informale e quasi familiare, uniscono varie ispirazioni: Geoff Alexander è influenzato da John Coltrane, Karlheinz Stockhausen e dalla musica giapponese mentre Don Campau guarda di più al blues britannico e alla psichedelia californiana. I brani, realizzati anche con l'impiego di strumenti convenzionali come piano, chitarra, armonica e tromba, spaziano quindi dalla musica d'avanguardia al free jazz passando per testi recitati in stile beat e brani di matrice più popolare. Nel 1974, finita l'esperienza dei Roots of Madness e della KTAO, Geoff Alexander e Don Campau aprono il Dogmouth Records, un negozio di dischi a Los Gatos con una doccia all'interno utilizzabile dai clienti, continuando fino ad oggi a incidere musica privatamente e a navigare nel mondo della musica indipendente, svincolata da logiche di profitto. I Roots of Madness rappresentano la passione per la musica non correlata a nessun tipo di finalità economica, l'arte come pura espressione, libera dall'assillo del guadagno.

“La Bava”, 2009