Nicola caricola

Marco Risi e il padre*

Lo stato termodinamico di un sistema con sola presenza di vapore è detto punto di rugiada. E così s’intitola, con riferimento alla condensa sui vetri durante una nevicata, il film corale di Marco Risi sugli ultimi mesi di Dino, suo padre, grande regista a riposo, che però non voleva smettere di lavorare. Aveva infatti vissuto nella condizione perfetta: era pagato per fare ciò che avrebbe pagato per fare.

Lo sfondo è pre-covid: il 2018-2019 di una casa di riposo per gente di spettacolo. Protagonista: l’ospite Dino (Massimo De Francovich), già noto fotografo, perfettamente lucido, che teme di smettere di esserlo. Comprimari: gli altri ospiti in età, ma in apparente buona salute; e il personale – tra i venti e i cinquant’anni – di una resdienza di alto livello.

Come si dice in questi casi, un luogo “ridente”, come l’ospizio per attori di Primo amore, film di Dino (1978), girato a San Pellegrino con Ugo Tognazzi, l’ospite in età, e Ornella Muti, l’inserviente ventenne.

Alcuni dei vecchi della residenza hanno un grande passato alle spalle. Tutti – vecchi e giovani – hanno un più o meno triste presente.  Due ventenni sono lì perché la giustizia li obbliga a svolgere servizi sociali.

Modello di riferimento estetico si direbbe Quartet di Dustin Hoffman (2012), bel film dimenticato, tratto dal dramma di Ronald Harwood. Ma in questo gioiello dimenticato i personaggi erano apparentemente di fantasia. Nel Punto di rugiada è il contrario e i film su personaggi reali hanno il nodo, difficile da sciogliere, della somiglianza tra personaggio e interprete.

De Francovich è però quasi un sosia naturale. Per gli altri personaggi noti cui si allude – Mario Monicelli e Federico Fellini, per esempio – Marco Risi li rende identificabili solo dagli aneddoti. Memorabile quello che rimanda a Monicelli e al reale funerale di Pasquale Festa Campanile: il monito beffardo – “Sarai il prossimo!” – accompagnato da un gesto dell’indice, rivolto a un amico dello scomparso.

Marco Risi conferisce a Dino allure, abitudini, vezzi, impazienze che erano la sua cifra personale. Per chi l’ha incontrato nell’ultimo suo decennio, rivederlo attraverso gli occhi di Marco è un’emozione.

Il punto di rugiada, bel film, è del resto maturato in un lutto di quindici anni, passando per una prima elaborazione (vedi Forte respiro veloce, Mondadori, 2020), autobiografia di famiglia Risi ancora carica di una sofferenza, oggi, non meno vera, ma meno amara.

*Il punto di rugiada di Marco Risi, con Massimo De Francovich, Eros Pagni, Luigi Diberti, Erica Blanc, Elena Cotta, Alessandro Fella, Lucia Rossi, 112

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