Un libertario scaltrito potrà pure alzare le spalle alla lettura
di qualche scritto di Leonard E. Read ( 1898-1983 ), rilevarne nel tranquillo
porto liberale vecchia scuola il sicuro cabotaggio old fashioned nell’illustrazione
dei benefici effetti dell’ invisible hand smithiana, sottolinearne il non detto
metafisico che governa l’armonia del free market, tutto l’armamentario
giudeo-cristiano soggiacente alla tradizione liberista classica. Non potrà
comunque sottrarsi all’ingiunzione di quella voce etica e al richiamo di
“quell’amore della libertà che imbeveva ogni cosa che Leonard scriveva o
faceva” - così Milton Friedman, a proposito della riedizione delle pagine che
qui traduciamo (pubblicate originariamente nel 1958) il quale poi sintetizzava:
"libertà privata richiede proprietà privata, libera competizione e governo
fortemente limitato”. Read istituì la Foundation for Economic Education
nell’immediato secondo dopoguerra con l’obbiettivo di contrastare la diffusione
del germe New Deal e dello statalismo che permanevano nell’amministrazione e
nell’economia statunitensi. Già in precedenza, dalla Camera di Commercio
losangelina - allora la maggiore degli States - dopo un avvio simpatetico alla politica roosveltiana, aveva
tuonato contro marxismo e keynesismo, smontando ogni traccia di
“pianificazione” e mai arrendendosi alle ragioni dell’economia di guerra che
minacciava, a suo dire, di vanificare il sogno dei padri fondatori di duecento
anni prima. La FEE, con il mensile “ The Freeman”, raccolse, contro il lascito
avvelenato roosveltiano, le menti migliori del liberismo americano (Von Mises,
Opitz, Friedman tra i tanti) intorno al semplice assunto: “se fossimo angeli il
governo non sarebbe necessario. Se c’è, che sia ridotto al minimo”. A ribadire
come il welfare state violasse due fondanti comandamenti della tradizione, Read
ricordava il “non desiderare la roba d’altri” e “non rubare” pacificamente
calpestati da qualunque amministrazione si avvicendasse alla Casa Bianca.
Tranquilla testardaggine foriera di conseguenze tutt’altro che scontate se in
piena guerra coreana Read si schierò apertamente contro, mettendo a rischio i
finanziamenti alla sua fondazione pur di denunciare la responsabilità morale
del cittadino verso gli atti sbagliati del governo. A lui vicino, Dean Russell
scrisse nello stesso giro d’anni di guerra fredda:”Quelli che difendono la
‘perdita temporanea’ della nostra libertà per conservarla poi permanentemente,
stanno difendendo solo una cosa: l’abolizione della libertà…”*
io, la matita
Sono una matita di grafite - la comune matita di legno familiare a tutti
i ragazzi e ragazze ed adulti che
leggono e scrivono.
Scrivere è sia la mia vocazione che la mia
occupazione; questo è tutto quel che faccio.
Potreste domandarvi perché dovrei scrivere
una genealogia. Beh, tanto per cominciare, la mia storia è interessante. E,
poi, io sono un mistero- più grande di un albero o di un tramonto o anche di un
lampo. Ma, sfortunatamente, sono accettata come un dato da chi mi usa, come se
fossi un semplice episodio senza antecedenti. Questo atteggiamento superficiale
mi relega al livello del banale. Questo è un esempio del grave errore in cui
l’umanità non può più a lungo persistere senza pericolo. Poiché, osservò il
saggio G.K. Chesterton, “ periamo per mancanza di stupore, non a causa di stupori”.
Io, matita, per quanto sembri semplice,
merito il vostro stupore e rispetto, una rivendicazione che cercherò di
provare. Difatti, se potete comprendermi- no, è chiedervi troppo- se poteste
divenir coscienti del carattere miracoloso che io simbolizzo, aiutereste a
salvare quella libertà che l’umanità sta infelicemente smarrendo. Ho una profonda
lezione da impartirvi. E posso darvela meglio di un auto o di un aereo o di una
lavastoviglie perché- beh, perché sono apparentemente tanto semplice.
Semplice? Eppure non una sola persona sulla
faccia della terra sa come fabbricarmi. Questo pare inverosimile, no ?
Specialmente quando ci si rende conto
che ci sono circa un miliardo e mezzo di miei simili prodotti ogni anno
negli USA.
Prendetemi ed osservatemi. Cosa vedete? Non
molto- c’è del legno, della lacca, la marca stampata, della grafite, un poco di
metallo e una gomma.
Proprio come voi non potete risalire troppo
all’indietro col vostro albero genealogico, così mi è impossibile nominare e
spiegare tutti i miei antecedenti. Ma vorrei suggerirne abbastanza perché su di
voi si imprima la ricchezza e complessità dello sfondo.
Il mio albero genealogico comincia con quel
che è proprio un albero, un cedro di quelli dritti che crescono nella
California del Nord e in Oregon. Adesso pensate a tutte le seghe, ai camion,
alle corde e agli innumerevoli altri attrezzi usati per raccogliere e
trasportare i ceppi di cedro verso i binari della ferrovia. Pensate a tutte le
persone e alle svariate competenze occorse alla loro fabbricazione:
l’estrazione del minerale, la fabbricazione dell’acciaio e la sua
trasformazione in seghe, asce, motori; la coltivazione della canapa e i vari
stadi fino ad ottenere una corda pesante e forte; gli accampamenti nel bosco
con i letti e le mense, la cucina e la preparazione delle vivande. Diamine, migliaia di persone hanno avuto un ruolo in
ogni tazza di caffè bevuta dai taglialegna !
I ceppi vengono spediti allo stabilimento di
San Leandro, California. Riuscite ad immaginare gli individui che hanno
prodotto i carri e i binari e i locomotori ed hanno costruito ed installato i
sistemi di comunicazione che essi presuppongono ? Queste legioni sono tra i
miei antecedenti.
Considerate il lavoro a San Leandro. I ceppi
di cedro sono tagliati in asticelle piccole, lunghe quanto una matita, meno di
un quarto di pollice di spessore. Queste sono asciugate in un forno e poi tinte
per lo stesso motivo per cui le donne si mettono il rossetto. La gente vuole
che io sembri carina, non pallidamente bianca. Le aste sono incerate e di nuovo
asciugate. Quante sono le competenze che concorrono alla tinta e
all’asciugatura, alla fornitura del calore, della luce e dell’energia, delle
cinghie, dei motori e di tutte le altre cose richieste da una fabbrica ?
Spazzini dello stabilimento tra i miei antenati ? Sì, e vi sono inclusi gli uomini
che versarono il calcestruzzo per la diga di una centrale Pacific Gas &
Electric Company che fornisce l’energia agli impianti !
Non scordate gli avi vicini e lontani che
hanno aiutato a trasportare sessanta carichi di aste attraverso il paese.
Una volta nella fabbrica – 4 milioni di
dollari di attrezzature e costruzioni, tutto capitale accumulato da progenitori
economi e avveduti- a ogni assicella sono date otto scanalature con una
complessa macchina, dopo di che un’altra macchina sistema grafite in un’asta su
due, applica colla e pone sopra un’altra asta- un sandwich alla grafite, per
così dire. Io e sette fratelli siamo meccanicamente ritagliati da questo
sandwich di legno.
La grafite stessa è complicata. Viene
estratta a Ceylon. Pensate ai minatori e a chi fa i loro tanti utensili e i
sacchi di carta in cui si trasporta la grafite e a chi produce le corde che
legano i sacchi e a quelli che li portano sulle navi e che quelle navi
costruiscono. Anche il guardiano del faro lungo la rotta ha assistito alla mia
nascita- e il pilota del porto.
La grafite è mischiata con argilla del
Mississippi di cui viene usato l’idrossido d’ammonio nel processo di
rifinitura. Poi sono aggiunti agenti inumidenti come il sego sulfonato- grassi
animali che hanno reagito chimicamente con acido solforico. Dopo il passaggio
attraverso svariate macchine, la mistura si presenta infine come una lunga
estrusione- come per una macchina da salsicce- tagliata su misura, seccata e
cotta per molte ore a 1850 gradi Fahrenheit. Per aumentarne la forza e la
levigatezza la grafite e poi trattata
con una mistura calda che comprende cera del Messico, paraffina e grassi
naturali idrogenati.
Il mio cedro riceve sei strati di lacca.
Conoscete gli ingredienti della lacca ? Chi penserebbe che coltivatori di semi
di ricino e raffinatori di olio di ricino ne facciano parte ? E’ proprio così.
Ebbene, anche i processi attraverso cui la lacca assume un bel color giallo
richiedono l’abilità di più persone di quanto se ne possa enumerare !
Osservate la marca. E’ una pellicola ottenuta
scaldando nerofumo misto a resine.
Com’è che ricavate le resine e, ditemi, cos’è il nerofumo ?
Il mio pezzo di metallo- la ghiera- è
d’ottone. Pensate alle persone che estraggono zinco e rame e a quelle che sanno
ricavare lucidi fogli d’ottone da questi prodotti della natura. Quegli anelli
scuri sulla ghiera sono nickel nero. Cos’è il nickel nero e come viene
applicato ? Ci vorrebbero pagine per spiegare solo perché il centro della
ghiera non è ricoperto di nickel nero.
Infine c’è il mio supremo motivo di gloria,
cui nel commercio con poca eleganza ci si riferisce come al “tampone”, la parte
che si usa per cancellare gli errori che si fanno con me. Un ingrediente
chiamato “factice” è quel che cancella. E’ un prodotto simile a caucciù
prodotto dalla reazione di olio di ravizzone delle indie olandesi e di cloruro
di zolfo. Il caucciù, contrariamente a quanto si crede, serve solo a scopo di
coesione. Poi ci sono ancora numerosi agenti di vulcanizzazione e
accelerazione. La pietra pomice arriva dall’Italia; e il pigmento che dà il suo
colore alla “gomma” è solfuro di cadmio.
Qualcuno vuol mettere in dubbio la mia
precedente affermazione secondo cui nessun singolo sulla faccia della terra
saprebbe come costruirmi ?
Effettivamente, milioni di esseri hanno
partecipato alla mia creazione, nessuno dei quali sappia poco più degli altri.
Bene, potrete dire che vado troppo lontano collegando la mia creazione al
raccoglitore di caffè nel lontano Brasile e ai coltivatori di cibo di altre
parti, che questa è una posizione estremista. Devo ribadire quanto sostenuto.
Non c’è una singola persona tra questi milioni, incluso il presidente della
fabbrica di matite, che contribuisca per più di una piccola, infinitesima parte
di competenza. Dal punto di vista del saper fare la sola differenza tra il
minatore di grafite di Ceylon e il boscaiolo dell’Oregon è nel tipo di abilità
tecnica. Non ci si può dispensare né del minatore né del boscaiolo, non più che
del chimico di fabbrica o dell’operaio nel campo di petrolio- essendo la
paraffina un derivato del petrolio,
Ecco un fatto sbalorditivo: né il lavoratore
petrolifero né il chimico né l’estrattore di grafite né chi equipaggia o
costruisce le navi o i treni o i camion né chi manovra la macchina che
rifinisce il mio pezzo di metallo né il presidente della compagnia assolve il
suo singolare compito perché mi voglia. Ciascuno mi vuole meno, forse, di un
bambino nei primi giorni di scuola. In effetti, ci sono molti, in questa vasta
moltitudine, che non hanno mai visto una matita né saprebbero come usarla. La
loro motivazione è altra da me. Forse è qualcosa del tipo: ognuno di questi
milioni vede che così può scambiare il suo piccolo saper fare con beni e
servizi di cui abbisogna o che desidera. Io posso rientrare o no tra questi.
C’è un fatto ancor più sorprendente: è
l’assenza di una mente superiore, di qualcuno che detta o con forza dirige
quelle numerose azioni che mi portano ad esistere. Non si può trovare nessuna
traccia di una tale persona. Invece, troviamo al lavoro la Mano Invisibile.
Questo è il mistero a cui mi riferivo prima.
E’ stato detto che “ solo Dio può creare un
albero”. Perché concordiamo con questo ? Non è perché capiamo che noi stessi
non potremmo farlo ? In effetti, possiamo anche solo descrivere un albero ? Non
possiamo, eccetto in termini
superficiali. Possiamo dire, per esempio, che una certa configurazione
molecolare si presenta come albero. Ma quale mente umana potrebbe registrare,
non parliamo di dirigere, i continui mutamenti molecolari che avvengono nel
corso della vita di un albero ? Una tale evenienza è assolutamente impensabile
!
Io, matita, sono una complessa combinazione
di miracoli: albero, zinco, rame, grafite e così via. Ma a questi miracoli che
si manifestano in Natura s’aggiunge un miracolo anche più straordinario: la
configurazione delle energie umane creatrici- milioni di piccoli saper fare che
ingranano naturalmente e spontaneamente in risposta al desiderio e alla
necessità umani e in assenza di ogni mente pianificatrice ! Poiché solo Dio può
creare un albero, insisto nel dire che solo Dio potrebbe farmi. L’uomo non può
dirigere quei milioni di saper fare per darmi vita più di quanto possa riunire
molecole per creare un albero.
Questo è quanto intendevo quando scrivevo:
“Se poteste divenire coscienti del carattere miracoloso che io simbolizzo,
potreste aiutare a salvare quella libertà che l’umanità sta infelicemente
perdendo” Perché se ci si rende conto che queste abilità si organizzeranno
naturalmente, sì, automaticamente, in modelli creativi e produttivi come
risposta al desiderio e alla necessità umani- vale a dire, in assenza di
qualsiasi dirigismo governativo o coercitivo- allora si possederà un
ingrediente assolutamente essenziale per la libertà: una fede nelle persone
libere. La libertà è impossibile senza questa fede.
Una volta che un governo abbia avuto il
monopolio di un’attività creatrice come, per esempio, la consegna della posta,
la maggior parte degli individui crederà che la posta non potrebbe essere
efficacemente distribuita da uomini che agiscono liberamente. E questo è il
motivo: ognuno riconosce di non sapere tutte le cose che concorrono alla
consegna postale. Egli ammette pure che nessun altro individuo potrebbe
saperlo. Tali supposizioni sono corrette. Nessun singolo possiede abbastanza
conoscenze per effettuare la distribuzione nazionale della posta più di quanto
possegga abbastanza sapere per produrre una matita. Ora, senza la fede nelle
persone libere- nell’inconsapevolezza che milioni di piccoli saper fare si
formerebbero e cooperebbero, in modo naturale e miracoloso, alla soddisfazione di questa necessità-
l’individuo non può impedirsi di giungere all’errata conclusione che la posta
può essere consegnata solo da uno “spirito organizzatore” governativo.
Se io, matita, fossi l’unico articolo a poter
dare testimonianza di quel che donne e uomini possono fare quando siano liberi
di provare, allora gli scettici avrebbero un giusto motivo. C’e’ però
abbondanza di argomentazioni; sono dovunque intorno a noi. La distribuzione
della posta è estremamente semplice se paragonata, per esempio, alla produzione
di un’auto o di una calcolatrice o di una mietitrebbia o di una fresatrice o a
decine di migliaia di altre cose. Distribuzione ? Bene, nel campo in cui gli
uomini sono stati lasciati liberi di tentare, essi diffondono la voce umana
intorno al mondo in meno di un secondo; distribuiscono un avvenimento
visivamente e in movimento in ogni casa mentre si sta verificando; trasportano
150 passeggeri da Seattle a Baltimora in meno di quattro ore; forniscono gas
dal Texas al fornello o alla caldaia di New York a tariffe incredibilmente
basse e senza sovvenzioni; forniscono ciascuno quattro libbre di petrolio del
golfo persico alla nostra costa orientale- metà del giro del mondo- per meno
soldi di quelli chiesti dal governo per consegnare una lettera di un’oncia
dall’altro lato della strada !
La lezione che voglio darvi è questa: lasciate fluire tutte le energie creative. Organizzate solo la società perché agisca in armonia con questa lezione. Fate che l’apparato legale della società rimuova ogni ostacolo meglio che può. Permettete a questi saperi creativi di scorrere liberamente. Abbiate fiducia nell’obbedienza di donne e uomini liberi alla Mano Invisibile. Questa fiducia sarà confermata. Io, matita, per quanto semplice appaia, offro il miracolo della mia creazione come testimonianza di questa fede pratica, pratica come il sole, la pioggia, un cedro, la buona terra.
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*L’amico Eric Stark, che ha curato per noi questa pagina, comincia la collaborazione alla circolare del nostro archivio