Un breve e sconosciuto testo “ligure” di Ezra Pound tratto dal foglio rapallese “Il Mare” (1 aprile 1933).

 

Ezra Pound

Baxigä

DUE furono le battaglie sostenute da riviste e settimanali a Londra dal 1908 in poi.

  1. A. R. Orage aveva già iniziato la sua guerra contro i cliché quando arrivai io in Inghilterra (1908). Cliché: gruppo di parole, coagulazione abituale di parole, con senso che diviene sempre più impreciso, sempre meno sferzante per la stupidità o passività o abitudine del lettore.

   2. Baxigä, o la frase bilanciata, addormentevole. Non importa se sia composta di cliché o di parole  meno usuali, la forma della frase addormenta.

    Invece di “nero” si dice: “Nel suo colore non v’era, mi pare, bianco, ma invece il colorito ne era, a parer mio, piuttosto nero, ecc.”

    Difetti entrambi già castigati in un trattato millenario cinese a proposito della composizione poetica, ma tutti e due inestirpabili. Dove nascono imbecilli nascono sempre le stesse malattie letterarie, le stesse camuffature della stupidità, della vigliaccheria intellettuale, ecc.