Quella che segue è la recensione
di Alberto Pasolini Zanelli al libro che Maurizio Serra aveva dedicato due anni
fa ai rapporti fra Drieu, Aragon e Malraux: Fratelli separati, pubblicato da Settecolori. La recensione
apparve su “Il Giornale” del sette
luglio del 2006, e qui la riproponiamo per la chiarezza e la capacità di
stringere in poche righe il succo dei fatti che è del grande giornalista.
Alberto Pasolini Zanelli
quei figli di una Francia matrigna
Nel 1924 Louis Aragon scrive Le
libertinage e lo dedica a Pierre Drieu La Rochelle. Nel '45 Drieu si uccide e
le sue ultime volontà sono la nomina di André Malraux a suo esecutore
testamentario. Aragon il surrealista stalinista, Drieu il fascista, Malraux il
rivoluzionario finito gaullista: un filo non sottile ma tante volte ritorto
lega questi eccezionali protagonisti della storia politica e culturale del '900
in Francia, anzi in Europa. La ricerca dei collegamenti e l'identificazione dei
nodi è il frutto di un libro di Maurizio Serra, diplomatico di carriera che
oggi dirige l'Istituto diplomatico del ministero degli Esteri. L'idea l'ha
maturata per decenni, con l'incoraggiamento e l'interesse di Renzo De Felice.
Si concretizza ora, in un titolo semplice quanto complessa è la materia: Fratelli separati (Settecolori, pagg.
326, euro 18). Aragon il comunista, Drieu il fascista, Malraux l'avventuriero.
Tutti e tre hanno scritto molto e, in genere, buone cose, alcune eccellenti.
Alcune ridondanti come le liriche dedicate da Aragon con ripetitività
petrarchesca a Elsa Triolet, o incredibili, come le odi e i sonetti intestati a
Stalin e al Partito comunista. E le prose, 22 volumi di romanzi e racconti. Sul
cui ruolo Serra racconta una trama, probabile più ancora che possibile, di un
gioco di marionette in cui lei, l'affascinante russa dagli occhi di ghiaccio,
tira i fili di lui e Stalin, da dentro il Cremlino, quelli di lei.
Drieu il fascista. O meglio l'uomo disperato, sempre controcorrente. Cominciò
nel 1918, esprimendosi sconsolato sulla vittoria nella Prima guerra mondiale
che «non muta i termini della decadenza nazionale», così come «la riconquista
dell'Alsazia-Lorena non cambia il passato della Francia nel mondo». Drieu aveva
capito che le cecità di un trattato di pace punitivo voluto proprio dalla
Francia scatenavano gli egoismi e i rancori di vincitori e vinti e preparavano
il nuovo conflitto. Il suo scoramento trova una sfogo nel 1934: poco dopo la
conversione di Aragon dal surrealismo al comunismo, Drieu diventò fascista. Lui
lo chiamava «socialisme fasciste». Poi arriva la guerra, l'apocalisse che Drieu
attendeva e da cui egli giunge per un momento a vedere il liberatore in Hitler,
sognato come reincarnazione di Cesare e di Napoleone. Drieu diventa direttore
della “Nrf”, la Nouvelle revue
française, cui collaborano scrittori di tutte le tendenze, compresi molti di
sinistra. Una convivenza che Drieu descrive allusivamente nel romanzo Chains de paille (1943):
collaborazionisti, gollisti, comunisti, ebrei, profughi russi, isolati in una
casa di campagna e costretti a convivere fuori dal mondo: fino a che una bomba
aerea Usa spazza via tutti.
L'ultimo articolo di Drieu sulla “Nrf
“ è del '44, una lettera a un amico gaullista, l'abbozzo del dialogo a
distanza con Malraux. Questi comanda una brigata partigiana. Drieu gli propone
di arruolarsi. Accetta, purché sotto falso nome. Non se ne fa nulla, ma a Drieu
basta: è una prova d'amicizia.
Malraux stava vincendo la guerra, ma evidentemente non era soddisfatto. Dei tre
fratelli separati era forse il più egocentrico. «Il mondo - scrisse più tardi -
comincia ad assomigliare ai miei romanzi». Come La condition humaine e
L'Espoir, il suo libro più militante, sulla guerra di Spagna. Ma nelle
vicissitudini del secondo conflitto mondiale Malraux si convince che non potrà
essere un condottiero, che «c'è bisogno di spalle più robuste» e approda a De
Gaulle. E De Gaulle, spiega Serra, «ha bisogno di un consigliere aulico,
autorevole quanto innocuo, che lo aiuti a dar vesti alla Francia Eterna in cui
misticamente crede». “Il
Giornale”, 7 luglio 2006