le voci che corrono

comment parler des livres que l'on a pas lus

 

> Pierre Bayard, Comment parler des livres que l'on a pas lus, Editions de Minuit, Paris 2007

 

“…Professore di letteratura francese all'università Paris VIII, Bayard cerca di dimostrare attraverso alcuni paradossi che parlare di un libro senza averlo letto, forse sorvolato, è in fondo un atto creativo e addirittura la cosa migliore che si possa fare se davvero si ama la letteratura…

Solo una visione d'insieme infatti, approva Bayard, permette la comprensione e quindi, non potendo leggere tutto quello che viene pubblicato, dei libri si devono leggere solamente i titoli e l'indice. Bayard cita tra gli altri, a sostegno della sua dimostrazione, Valery, Balzac e Oscar Wilde («non leggo mai un libro prima di recensirlo per non restarne influenzato»). E pensando alla scuola spiega che insegnare a parlare di libri non letti deve essere «una responsabilità particolare» per «tutti gli insegnanti», che dovrebbero «valorizzare questa pratica», «singolarmente assente dai programmi, come se non fosse mai rimesso in causa il postulato secondo il quale è necessario aver letto un libro per parlarne»…”

Gianluca Arrigoni, “Libero”, 6 febbraio 2007

§

“Desolante scorsa ai giornali internazionali. Sembra che tutto il mondo, dal Canada alla Malesia, stia leggendo gli stessi libri. Più o meno, poco prima o poco dopo a seconda della distanza dal centro dell'impero, la pappa editoriale propinata è sempre quella. In Francia, invece, anche ai vertici delle classifiche sembrano emergere sussulti di autonomia…

Alla fin fine, il libro più originale di questo inizio 2007 è Comment parler des livres que l'on a pas lus di Pierre Bayard: zeppo di colte digressioni sui non-lettori più creativi, da Montaigne che rileggeva a Oscar Wilde che non leggeva prima di recensire «per non essere influenzato». E benintenzionato nel togliere sensi di colpa a chi non legge, non tutto, mai abbastanza (anche il lettore più bulimico non potrà mai ingurgitare la gran massa di libri pubblicati: incluso questo). Ma la questione della non lettura fu già genialmente riassunta da Patrick Poivre d'Arvor, conduttore di una trasmissione televisiva sui libri. Alla domanda se avesse letto il tale romanzo, rispose: «Sì, ma non personalmente»...”

Giovanna Zucconi, “Tuttolibri-La stampa”, 27 gennaio 2007

§

“…Bayard – che non ha mai finito l’Ulisse di James Joyce e non si ricorda di cosa parli Il lupo della steppa, il classico di Herman Hesse – sostiene che questa carenza non inficia assolutamente il valore delle sue opinioni…

 

LA LISTA DI BAYARD

Libri iniziati e mai finiti: L’uomo senza qualità - Robert Musil; Ulisse - James Joyce

Libri di cui ha sentito parlare da altri: Eneide - Virgilio; Oliver Twist – Charles Dickens

Libri letti e dimenticati: L’interpretazione dei sogni – Sigmund Freud; Il lupo della steppa – Herman Hesse

Libri dei quali ammette di non sapere nulla: La retorica – Aristotele; Memorie – Joachim du Bellay

 

I SUOI CONSIGLI UTILI

Come parlare di un libro che non abbiamo letto: Evitare di entrare nei dettagli. Mettere da parte il pensiero razionale. Lasciare che sia il subconscio a esprimere la relazione privata tra noi e l’opera in esame.

Come recensire un libro: Mettete il libro davanti a voi, chiudete gli occhi e cercate di percepire ciò che vi può interessare del testo. Quindi scrivete di voi.

Come discutere di un libro con l’autore: Parlare sempre in senso generale, rimanere ambigui e ripetere spesso quanto vi è piaciuto il suo libro.”

Adam Sage

www.timesonline.co.uk