Carlo Romano

antropologia dell’Upper East Side

Wednesday Martin: NELLA GIUNGLA DI PARK AVENUE. Bookme, 2016

Al momento di trasferirsi dal Greenwich Village a Park Avenue, il marito di un'amica di Wednesday Martin, prossima mamma, col sottinteso che le mogli dei ricconi dell’Upper East Side hanno solo i capelli biondi e le tette finte, osservò: "Almeno le mogli dei ricconi del Village hanno gli occhiali, un dottorato e un posto da dirigente in un’azienda non-profit".

Fin da piccola, nel midwest, la Martin si appassionò all'antropologia. Ne fu responsabile la madre che possedeva vari libri in materia e amava citare Adolescenza a Samoa di Margaret Mead, testo indubbiamente affascinante ma che con gli anni - da tanto ammmirato che fu - ha subito un declassamento per via di dati che si suppongono manomessi per arrivare alla sua troppo ottimistica tesi (vi si ipotizza che i ragazzini samoani siano i più felici al mondo). Fra pile del "Natural History Magazine", saggi di Colin Turnbull sugli Ik dell’Uganda, raccolte di " National Geographic", l'allora appena pubblicato Rapporto Hite, il gran parlare di sociobiologia - altra passione della mamma - e la storia di Jane Goodall - la biondina con la coda di cavallo che visse fra gli scimpanzé - il destino universitario di Wednesday Martin era segnato: antropologa culturale e specializzazione nella condizione femminile

Col trasloco decise di studiare il nuovo e facoltoso ambiente in cui si era trasferita, apparentemente così diverso dal midwest dal quale proveniva, attraverso la sorte delle altre mamme e dei loro pargoletti che nell' "Upper East Side vivono un’infanzia anomala sotto ogni punto di vista. Sono assediati da tate e autisti. Fanno gite in elicottero agli Hamptons. A due anni seguono lezioni di musica, a tre si vedono affibbiare un insegnante privato con il compito di prepararli alle selezioni per la scuola materna. A quattro possono contare su un consulente incaricato di pianificare i momenti di svago. Molti di loro non hanno mai imparato a giocare, perché oltre alla scuola seguono una quantità di «corsi di arricchimento supplementari»: lezioni di francese, di mandarino, di cucina. Di golf, di tennis, di dizione. Poi ci sono i consulenti d’immagine che aiutano le mamme a scegliere i vestiti giusti da indossare mentre portano i piccoli a passeggio. Non è raro avvistare tacchi a spillo e pellicce di Tom Ford al parco giochi o a una festicciola di compleanno costata dai cinquemila dollari in su, in appartamenti dai soffitti così alti da ospitare un castello gonfiabile."

Estranea agli usi e ai costumi della nuova tribù, con risorse più esigue, la Martin si sentì per molti mesi emarginata dalle femmine di alto rango. Scoprì tuttavia che come le madri nella preistoria, non meno che nel midwest e al Village, quelle dell’Upper East Side avevano creato una comunità di sostegno. Storia e antropologia insegnano che i figli non sono mai stati allevati isolatamente dalla comunità e anche oggi, benché un adulto ci pensi due volte a sgridare i figli di un altro temendone la reazione, si ha bisogno di crescere i propri all'interno di una rete di supporto ulteriore rispetto alla famiglia nucleare. Fra donne perfette, complicati rituali, culti salutisti, articoli di lusso e tutto un armamentario pratico ed emotivo di cui ci viene fornito in appendice un vivacissimo glossario, la nostra antropologa è arrivata alla scoperta - meno banale di quel che potrebbe sembrare - che le mamme di Park Avenue nutrono per i propri figli gli stessi desideri delle mamme di tutto il mondo. Certo è però che Wednesday Martin le ha osservate come Jane Goodall osservava i suoi scimpanzé.

“Fogli di Via”, novembre 2016