Mario Graibanous

ok Corral

Stuart N. Lake: LO SCERIFFO DI FERRO. La vera storia di Wyatt Earp e della sfida all’OK Corral. Odoya, 2013 | Andrew C. Isenberg: WYATT EARP: A VIGILANTE LIFE. Hill and Wang, 2013

Tutto quel che avvenne nel Far West, si sa, e lo sanno bene gli spettatori de L’uomo che uccise Liberty Valance, si trasformò presto in leggenda. Complici ne furono i vari giornalisti che presero a biografare in presa diretta, o quasi, i presunti eroi e i presunti malvagi per le dispense popolari a poco prezzo. Gli spettacoli di Buffalo Bill e il cinema fecero il resto, inventando perfino i costumi. Quando Stuart N. Lake nel 1931 pubblicò la sua biografia di Wyatt Earp l’epopea dell’Ovest americano era finita ma il famoso sceriffo era morto solo due anni prima. Lo scrittore, che lo incontrò diverse volte fra il 1926 e il 1928, fece in tempo a intervistarlo: “non ho rimpianti per come mi sono comportato a Tombstone. Se dovesse capitare di nuovo, farei esattamente come allora" disse Earp. Per il suo libro Lake consultò i giornali dell’epoca (per altro avari di notizie) e interrogò i testimoni che gli riuscì di ripescare, quindi, si direbbe, si comportò da bravo storico.

Di fatto il suo libro alimentò l’epopea romantica di cui si impadronì presto il cinema (coi film diretti, in ordine, da Allan Dwan, John Ford, John Sturgess, Frank Perry e altri) perseverando dunque in quella condotta che fu tipica dei “dime novel” di qualche decennio prima. Di ciò fu consapevole (e in fondo dispiaciuto) anche Tullio Kezich, il critico cinematografico morto nel 2009, decano con Chiattone degli studi italiani sul western, di cui un ampio e, sia chiaro, interessante saggio serve da premessa all’edizione italiana della biografia di Lake. Decisamente demistificatoria è invece la biografia di Andrew C. Isenberg, professore di storia alla Temple University,  che ci restituisce un Earp ambizioso uomo di potere, giocatore d’azzardo e lenone, facile all’autopromozione, intento a reinventare di continuo la propria leggenda. Parzialmente riabilitati sono i Clanton e i loro cowboy, schietti uomini della frontiera.

“Fogli di Via”, marzo-luglio 2014