le
voci che corrono
Ocampo+Caillois*
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Roger Caillois-Victoria Ocampo: Corrispondenza
1939-1978, a cura di Odile Feline, Sellerio,
Palermo 2003
Viste oggi ... le copertine della rivista argentina “SUR”
conservano immutato il loro fascino. Su sfondo bianco, il titolo semplice e
essenziale, suggerito nel 1931 a Victoria Ocampo da José Ortega y Gasset,
è segnalato e quasi trafitto da una grande freccia verticale ...
...
... “SUR” ebbe il merito straordinario di trasformarsi fin
dall’inizio nel palcoscenico dell’intellighenzia mondiale.
...
... ora, in Italia, proprio a cura di una delle sue biografe francesi,
esce un affascinante e interessante carteggio: Roger Caillois – Victoria Ocampo: Corrispondenza
1939-1978 (a cura di Odile Feline con la collaborazione di Laura Ayerza de castilho e di Juan Alvarez Marquez).
Si erano conosciuti nel 1938 a parigi, nei
confusi mesi precedenti alla guerra, lei, Victoria, già matura, leonessa o
pantera che dir si voglia, piena di curiosità per le persone più diverse, lui, Roger, di ventitré anni più giovane, e, in un certo senso,
il suo opposto. Alto, magro, con un viso assai bello che in vecchiaia rivelò
però una notevole durezza, animatore del Collège de Sociologie, grande amico di
Jean Paulhan, era noto per
certi studi sulla democrazia che includevano il disprezzo per le moltitudini e
a volte sembravano confinare con il fascismo.
Si attraggono a vicenda, pur con asprezze, chiaramente superate, fin
dall’inizio, da un innegabile desiderio amoroso che spinge lui, nel 1939, a
seguirla in Argentina.
...
Al di là della collaborazione e connivenza letteraria, il rapporto tra
i due è minato, fin dall’inizio, da una sorta di fondamentale insincerità di
lui: averle nascosto la presenza di un’altra donna dalla quale aspetta un
figlio ... una bambina ... Victoria, appreso il “tradimento”, compie uno dei
tanti, forse il più generoso atto della sua vita.
In mezzo a mille difficoltà, nel marzo del 1941, riesce a far arrivare
a Buenos Aires la donna di Roger, Yvette Billot, con la bambina, li fa sposare ...
...
Il rapporto, nonostante tutto, continuò e non solo grazie alla loro
profonda sintonia culturale ...
...
Morivano, a breve distanza l’uno dall’altro, lui alla fine del 1978,
lei nel gennaio 1979 ...
....
Angela Bianchini, “Ttl-La Stampa”, 23
agosto 2003
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Victoria Ocampo: 1890-1979. Roger Caillois: 1913-1978.
A settembre, quando già
versava da tempo in condizioni di abbandono, nonostante che dal 1979 fosse
stata dichiarata “patrimonio dell’umanità”, la villa di San Isidro
(periferia di Buenos Aires) che fu di Victoria Ocampo,
è stata colpita da un incendio partito dal primo piano, dove è collocata parte
della biblioteca. Fra l’altro, lo scorso anno, il cineasta Edgardo Cozarinsky denunciò che diversi libri (con dediche)
appartenuti a Victoria Ocampo e conservati nella
villa, erano finiti all’asta su Internet.
A proposito di “voci che
corrono”, è chissà perché circolata in Italia la voce (alimentata anche da
Giuseppe Scaraffia in un articolo del “24
ore” di recensione al volume qui segnalato) che Victoria Ocampo si fosse sposata con Borges.
Vero invece è che la sorella di Victoria, Silvina, fu la moglie di Bioy Casares, l’amico (e
collaboratore) di Borges.