Ferruccio Giromini
Sesso e potere nell’opera di Noelia
Towers
L’erotismo
è un oceano di correnti che si incrociano, calde e fredde, alcune tiepide e
avvolgenti, altre vorticose e mortali. Te lo puoi godere, se il destino ti è
favorevole, o ti può dannare per sempre.
La
trentunenne Noelia Towers, nata nel 1992 a Barcellona
e ora residente a Chicago, ha scelto con coraggio di nuotare in acque
insidiose: la sua ultima mostra personale, ospitata presso la Galleria De Boer di Anversa tra settembre e novembre 2023, aveva per
titolo Father Figure e metteva in scena situazioni
relazionali tra padre e figlia decisamente ambigue.
Mai
come in questi ultimi tempi i rapporti di sesso e potere sono stati al centro
di fatti di cronaca, pensamenti e ripensamenti, analisi improvvisate e/o
approfondite, prese di posizione, atti politici, processi pubblici e privati,
interrogativi ancora irrisolti.
L’arte
della giovane Towers mette con perfida maestria un dito nella piaga: i suoi
minuziosi oli su tela fissano immagini senza dubbio conturbanti, incontri
ravvicinati di un critico tipo tra un maschio adulto e una femmina adolescente.
Il sentore aleggiante, certo, è quello dell’incesto. Non consumato, magari, ma
sull’orlo di esserlo.
In
ogni caso Noelia Towers sa come reggere con delicata
perfidia i fili della messinscena: il suo sguardo è sempre proteso addosso ai
corpi; teste e fisionomie restano tagliate fuori. Regna, in ossimoro, una
pudicizia impudica: le relazioni tra figlia e padre restano poco chiare, e
forse è meglio così. D’altronde si sa che i rapporti erotici tra individui,
quali che questi siano, non di rado sono problematici (lo si diceva anche
all’inizio: eros croce e delizia) e altrettanto non di rado venati di sfumature
eccentriche, spandentisi tra feticismi, sadomasochismi e deviazioni delle più
avventurose.
La
nostra artista sembra aver sperimentato non solo la teoria, ma pure il gusto
dolceamaro della pratica. Davanti ai suoi dipinti si prova la sensazione di
sentire pulsare dei silenzi pesanti, gravidi di affanni trattenuti. Appena
qualche fruscìo, ma quanta vertigine in arrivo…
“artribune" 75, 2024
Disciple, 2022