le voci che corrono

Nadia B.

Sergio Campailla, Il segreto di Nadia B. La musa di Michelstaedter tra scandalo e tragedia, Marsilio 2010

 

(l’editore) Talora una verità rimossa ritorna, dopo una lunga attesa. Il buio per tanto tempo e, all'improvviso, un nome e un volto, in uno spiraglio di luce. Quanto basta perché nasca un'inchiesta emozionante che si svolge tra Pietroburgo, Odessa, Berlino, Londra e Firenze, sul destino di Nadia, una giovane anarchica russa, protagonista di un suicidio spettacolare. Sullo sfondo, la rivoluzione del 1905, una società resa immobile dai pregiudizi e dalle ingiustizie sociali, una trama di sogni politici. È una vicenda tutta al femminile, il cui ritmo segue il graduale disvelarsi degli indizi e che al suo apice assume i contorni di un thriller internazionale. Una storia che, in Italia, incrocia la parabola di Carlo Michelstaedter, di cui Sergio Campailla è il massimo conoscitore, con un impatto decisivo e sin qui insospettabile. A distanza di cento anni dagli avvenimenti narrati, Il segreto di Nadia B., con il suo incalzare di sorprese e rivelazioni, rese possibili anche dall'apertura degli archivi dopo il crollo dell'Unione Sovietica, unisce la forza del racconto alla profondità della ricerca storica. Mentre apre un territorio nuovo, pone domande inquietanti che affascineranno il lettore per la loro attualità.

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(Giuseppe Amoroso, Lunarionuovo”, n. 36/53 nuova serie, Novembre 2010) … Lei, Nadia, ha "un passato da raccontare", è nevrastenica e allucinata, ma non sta dentro le "coordinate di una cultura che ha come garanti un Carducci, un D'Annunzio, un Pascoli". La sua iniziale B. fa da schermo a un cognome e a una storia: una verità e una dimensione sfuggente che "mentre si rivela, si nasconde". E occorre un "supplemento di indagini" volto a indurre nella vita di Nadia "un'intrusione dolorosa". E così si possono rilevare i frammenti espressivi, gli scarti, le oscillazioni tra un racconto pronto a concatenare le immagini più avventurose e a stabilire agganci con i loro contesti e un secondo attento alla propria gestione fatta di tracciati che si esauriscono una volta esauritasi la compagine documentaria e aneddorica. Appaiono nuovi personaggi (come un "imprendibile pittore") nell'atlante di un mondo che "sta tremando", si allargano i confini a terre sconosciute e temute e a un "altro e decisivo capitolo, a sorpresa". E allo scrittore sorge il sospetto di aver "sbagliato servizio, annata, fonte". Riprende il filo con una Nadia che, solitaria, si scontra contro un muro di pregiudizi e, intanto, "sogna a occhi aperti". Discretamente, Campailla continua a "chiarire" identità e paesaggi, a intrecciare sotterranee corrispondenze, a cercare di leggere l'"orologio della Storia", all'interno di un groviglio di fatti in cui "le cose importanti sono quelle che si nascondono". …