Federica De Maria

Angelo Morbelli tra realismo e divisionismo

A distanza di un anno dalla rassegna dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo, la GAM - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - presenta un'esposizione su Angelo Morbelli, altro gran protagonista del Divisionismo italiano (tra XIX e XX secolo).

Una mostra ancor più importante, se si tiene conto che da circa un ventennio s'era nell'attesa di un'antologica sul pittore padano.

Al pari di Pellizza da Volpedo, è spesso definito un'artista a sfondo sociale, ma per la verità, questo è solo un aspetto della sua espressività, fatta d'una grand'attenzione per i temi pittorici prima che sociali. Una vita dedicata allo studio attento e continuo delle tecniche e dei colori. Un esempio toccante, i quadri del Pio Albergo Trivulzio.

Allestita al piano inferiore della galleria, la passeggiata tra le opere dell'artista è accompagnata da pannelli esplicativi sulla vita e l'evoluzione pittorica.

In tutti i dipinti emerge l'attenta e puntuale osservazione del vero. "Goethe morente", il maestoso dipinto che inaugura la mostra, è studiato e curato nei dettagli per l'ambientazione e l'abbigliamento "con un raffinato tonalismo nelle cromi, e con un'espressione dei sentimenti sottolineata attraverso gli atteggiamenti, le pose e il modellarsi delle figure".

Precisione e cura si riscontrano in ogni dipinto, da quelli rivolti ai ghiacciai valtellinesi o alle montagne del Piemonte a quelli ambientati nelle lagune veneziane o nelle marine liguri.

"Paesaggio con sfondo di montagne" (1919); "Nuvole di Montagna" (1919); "Bosco (Raggio di sole)" (1917).

Il paesaggio, quindi, è protagonista di molta produzione morbelliana. Su di esso, infatti, "riversò gran parte della passione per la ricerca pittorica di una tecnica sempre più raffinata (...) capace, attraverso l'assoluto rigore d'applicazione del divisionismo, di comunicare per mezzo delle vibrazioni di luce e colore, stati d'animo, facendone lo specchio dei propri sentimenti ed emozioni".

"La prima lettera" (1890-91) è l'innocenza mista all'eccitante curiosità adolescenziale; "Ritratto della moglie in costume monferrino" (1885) è carnalmente invitante con i suoi colori pastosi e la sua solare verità.

Grandi temi sociali sono fatti immagini e per questo più forti e d'impatto. Denuncia la prostituzione minorile in "Venduta" (1887) e poi, in seguito, nella versione del 1897 - il corpo della protagonista si confonde con l'ambiente; il bianco degli indumenti con la cupezza dello sguardo stanco a tratti assente.

La "vecchiaia", rappresentata maggiormente da immagini di donna.

Donne dai bianchi capelli e dai rossi mantelli simbolo e ricordo d'una giovinezza persa, mai dimenticata e continuamente rimpianta. "Mi ricordo quand'ero fanciulla" (1903) "Il Refettorio del Pio Albergo Trivulzio" (1919).

Lo spreco e la solitudine in "Asfissia" (1884) - un quadro diviso in due da Morbelli - ricco di particolari esaltati dall'effetto di luce "che il pittore ha tratto dal riflettersi che fa il sole, dal lastricato della via sopra le griglie e i vetri della finestra".

In tutti si cerca una giusta armonia tra corpo ed ambiente attraverso l'analisi della luce e della giusta sfumatura; intenzioni riportate negli appunti di Morbelli, i quali si tramutarono nel tempo in diario che intitolò "La via crucis del divisionismo", dove sottolineò la necessità di sperimentare ed "allenarsi" quotidianamente, per progredire e migliorare.

"exibart", 26 febbraio 2001 > exibart

Angelo Morbelli tra realismo e divisionismo

fino al 25 aprile 2001

Galleria d'Arte Moderna

Via Magenta 31

10128 Torino

e-mail: gam@comune.torino.it

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