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Miscellanea. Da Fogli di Via n.22

 

Diego Fusaro: PENSARE ALTRIMENTI. Einaudi, 2017

Rispetto ai precedenti libri di Diego Fusaro, Pensare altrimenti ha un taglio più pamphlettistico. Se tuttavia la prima sensazione è quella di respirare meno accademia, la seconda ci porta al primo della classe. I mezzi non gli mancano. L'aver condotto Marx nel nuovo secolo sulla linea insuperabile d'orizzonte che si dice gli competesse in quello passato va oltre la pura persuasione narcisistica e deve sembrargli piuttosto il sommo atto rivoluzionario. Il tema del "dissenso", che è quello di quest'ultimo libro, gli permette di essere più elastico e di accogliere perfino sfumature "marcusiane", ma non fino al punto di ritenere la ribellione la chiave di volta dell'altro mondo possibile con cui lui e tanti altri abbelliscono le proprie fantasie. Ci vuole altro! Per esempio, sembra di capire, l'irreggimentazione del dissenso in un'ulteriore fantasia che nella frammentazione sociale che andiamo vivendo avvalori la proletaria compatezza dei dannati della terra altrimenti dispersi nella miseria contemporanea. Che i dannati della terra possano rivelarsi nella prima persona che incontra, magari allo specchio, nemmeno gli viene in mente.

 WB

 

Salvatore Rotta: MONTESQUIEU E VOLTAIRE IN ITALIA. DUE STUDI. Stem Mucchi, 2017

Per Franco Venturi, amico ed estimatore, Salvatore Rotta era lo studioso dell'illuminismo genovese dal quale ci si attendeva la grande opera complessiva che tuttavia non venne mai. Rotta scelse sempre - e sempre singolare nel suo uso delle note - la via del saggio, della curatela, dell'informazione sui nuovi approdi delle ricerche, col risultato che l'ampiezza veramente imponente della sua erudizione rimase priva di grandi soluzioni editoriali. Questi e altri elementi della sua personalità di studioso (e anche di intellettuale che non si risparmiava davvero nulla) sono molto ben raccontati da Rolando Minuti (che fra l'altro collaborò con Rotta all'edizione annotata dello Spicilège nel contesto delle Oeuvres complètes di Montesquieu) nella prefazione ai due saggi su Voltaire e Montesquieu in ambito italiano curati in volume da Franco Arato.

CR

 

Abel Bonnard: I MODERATI. OAKS, 2017

Abel Bonnard, monarchico, partecipò alla Repubblica di Vichy in qualità di Ministro dell'Educazione nazionale. Maurassiano non soltanto per l'opzione monarchica ma per il positivismo, fu al pari del capo dell'Action Française, uno scrittore di rango che scrisse, fra l'altro, alcune delle frasi più belle della letteratura mondiale consacrate all'amicizia e che mantenne fin nelle occasioni polemiche un garbato buon gusto. Nel 1932 entrò all'Académie Française. Mentre Maurras non rinunciò tuttavia - malgrado la collaborazione con gli occupanti, venendo meno in fin dei conti alla logica cui teneva - al tradizionale sentimento anti-tedesco, Bonnard, omosessuale, si guadagnò il nomignolo di "Gestapette".

L'editrice OAKS ristampa adesso, preceduta da un'ampia nota di Stenio Solinas, la traduzione di Luigi Emery de I moderati che tanti anni fa fu pubblicata, espressione di una destra raffinata e di larghe vedute, nelle edizioni di Giovanni Volpe. Tutto quello che si è detto sopra dello scrittore emerge in questo celebre saggio fino ai limiti della rarefazione se non, apparentemente, dell'inconcludenza, sinché si arriva a cogliere un altro ed efficace modo di essere pungente rispetto a quello burbanzoso di un Céline.

WB

 

Gianni Carlo Sciolla: JAN BIAŁOSTOCKI: UN METODO ICONOLOGICO. Genova Un. Press - De Ferrari, 2017

Il polacco Jan Białostocki (1921-1988) fu uno dei più importanti storici dell'arte del secondo Novecento ma è rimasto pressoché sconosciuto alla gran parte dei cultori italiani, studiosi o appassionati d'arte che siano. Le classiche ricerche di scuola iconologica hanno del resto subito in Italia il sorprendente ritardo di un quarantennio, dagli anni Venti agli anni Sessanta del secolo scorso. Se il nome di Białostocki è apparso saltuariamente su qualche rivista specializzata, è solo nel 2015 che viene pubblicato, da Mimesis, Il cavaliere polacco e altri saggi di storia dell'arte e iconologia. È comunque rammentandosi di un contributo su rivista ("Annali di critica d'Arte") che Lauro Magnani, dell'ateneo genovese, ebbe modo di constatare l'interesse di Gianni Carlo Sciolla per Białostocki, il quale Białostocki per altro era stato invitato alcuni decenni addietro a collaborare al volume di Atti in onore Giusta Nicco Fasola, prima cattedrattca e fondatrice dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Genova. Da lì è nato l'invito rivolto a Sciolla di tenere una conferenza di cui il libro della Genova University Press costituisce il testo.Un testo che è un'opportuna introduzione alla figura dello studioso polacco, assiduo frequentatore della biblioteca e collaboratore delle pubblicazioni dell'Istituto Warburg, dove fu influenzato innanzitutto da Wind e Gombrich.

BB

 

Materiali d’archivio

Inklings. Jarbuch für Literatur und Ǟsthetik

Uscito per trent’anni (1983-2014) questo annuario intitolato al gruppo oxoniano di JRR Tolkien, CS Lewis, Charles Williams e altri (i cosiddetti “Inklings”) che tenevano a collegarsi a scrittori precedenti come Dorothy Sayers, George MacDonald e GK Chesterton, si occupava di letteratura fantastica e del mistero non mancando di inoltrarsi nelle correlazioni con la filosofia, le arti, la musica, la sociologia. Il logo dell’annuario era formato da un calamaio con penna e due macchie di inchiostro.

Circa due terzi dei saggi – pubblicati in inglese e in tedesco - documentavano i contributi al simposio annuale della Inklings Society, fondata nel 1982 ad Aquisgrana da Gisbert Kranz. La Società raccolse una vasta biblioteca specializzata che è adesso conservata presso l’Università di Eichstaett (Biblioteca Universitaria, Università Allee 1, 85072 Eichstätt). Maria Fleischhack – studiosa di letteratura ed egittologa – è stata l’ultimo Presidente. Dal 1996 l’annuario è stato diretto da Dieter Petzold, professore di inglese presso l'Università di Erlangen-Nunberg e autore di numerosi saggi sulla narrativa fantastica, la letteratura per l’infanzia e il nonsense.

Oltre ai diversi saggi, anche su autori poco conosciuti, l’annuario pubblicava una rubrica dedicata all’analisi di una poesia di contenuto fantastico (“The Poet’s eye) e un’ampia raccolta di recensioni.

(La nostra biblioteca possiede solamente gli annuari del 2013 e del 2014, rispettivamente il 31 – dedicato a CS Lewis – e il 32)

a cura di Carlo Romano