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Miscellanea fdv34

 

-Abert Camus – Nicola Chiaromonte: IN LOTTA CONTRO IL DESTINO. LETTERE 1945-1959. Neri Pozza, 2021

Stava lì per uscire il “meridiano” curato da Raffaele Manica che raccoglie gli scritti di Chiaromonte (i saggi, i diari e i taccuini, oltre ai due soli libri pubblicati in vita: Lo spettatore critico. Politica, filosofia, letteratura, Mondaori 2021) che Neri Pozza, a cura di Samantha Novello, pubblicava il carteggio fra l’intellettuale lucano e Albert Camus. Le lettere procedono regolarmente fino al 1948, quando dagli USA Chiaromonte si trasferisce a Parigi e quindi i rapporti fra i due si fanno diretti almeno fino al 1953, quando l’italiano si sposta a Roma. Si tratta di un carteggio strano quanto ricco. Non sempre ci troviamo di fronte a un usuale “botta e risposta”. Quando, per esempio Chiaromonte allude al finalmente avvenuto interesse americano nei confronti di Henry Miller (ma i “tropici”, pubblicati in inglese dalla Obelisk in Francia dovranno aspettare il 1961 per un’edizione americana, non senza conseguenze giudiziarie per la Grove Press) nella risposta Camus non ne fa cenno ricorda casomai al destinatario che anche in Francia gli scrittori americani non sono sempre trattati a dovere (fa il caso di Damon Runyon, trascritto tuttavia come Damon Runyan, almeno stando al volume, potrebbe essere un errore sfuggito alla correzione, D. Runyan è un attore contemporaneo). Sono bazzecole, ovviamente, importante è riscontrare un reciproco rapporto affettuoso che scivola frequentemente nel personale e nel famigliare.

DP

 

-Enrico de Boccard: DONNE E MITRA. Il Giornale, 2021 | Giose Rimanelli: TIRO AL PICCIONE. Il Giornale, 2021 | Carlo Mazzantini: A CERCAR LA BELLA MORTE. Il Giornale, 2021

Lo scorso anno, 2021, “il Giornale”, direttore Augusto Minzolini, pubblicò in abbinamento al quotidiano, una piccolissima serie di soli tre volumi dedicata alle “storie dei tanti che scelsero di stare dall’altra parte”, racconti di coloro che si dicevano fedeli alla “bella morte” patriottica nella RSI.  Il primo è non a caso “A cercar la bella morte” di Carlo Mazzantini, poi il non meno famoso “Tiro al Piccione” di Giose Rimanelli e infine “Donne e Mitra” di Enrico de Boccard.  Balza agli occhi che si tratta di autori i quali, senza rinnegare le scelte giovanili, perlomeno non del tutto, fecero evolvere le loro idee in direzioni diverse. Forse chi rimase più legato al passato fu anche il più anticonformista, quell’Enrico de Boccard che si ritrovò nella redazione di “Playmen” consumato cultore di erotismo e humor. Rimanelli e Mazzantini divennero in tempi diversi dei casi giornalistici. Dal romanzo del primo – poi buon esperto di letteratura americana,  insegnante di letteratura italiana in diverse università USA e amico di Malcon X - fu tratto anche un ottimo film (1961) diretto da Giuliano Montaldo con protagonista Jacques Charrier, l’allora marito di Brigitte Bardot. Pavese avrebbe voluto pubblicare il libro con Einaudi ma lasciò perplesso Italo Calvino, benché Rimanelli avesse abbracciato idee che non avrebbero dovuti dispiacergli.

BO BOTTO

 

-Giacomo Delbene Guidoni - Mila Nikolic: Mr, BIN. ARCHITETTURE PER IL DEPOSITO DI SCROOGE McDUCK. Maglio editore, 2020

Come l'architettura contemporanea il design e il paesaggio si immergono nel mondo disneyano? Trattando del deposito blindato dove Paperon de’ Paperoni (Scrooge McDuck) conserva il suo denaro e talvolta usa come una piscina, Guidoni  e Nikolic, partendo dai grandi disegnatori Floyd Gottfredson e Carl Barks (colui che definì al meglio il profilo dei paperi) rinvengono le visioni dei grandi artisti dei quali fa parte la prolifica pattuglia Disney della scuola italiana.

DP

 

-Louis Aragon: LA SETTIMANA SANTA. Settecolori, 2022 | Antoine Blondin: UNA SCIMMIA D’INVERNO. Settecolori, 2022 | Henry de Montherlant: SERVIZIO INUTILE. Settecolori, 2022

Torno a segnalare libri pubblicati da Settecolori. La casa editrice attua con gran buon gusto il genio del ripescaggio. È un repechage, per dirla alla francese, il libro di Aragon la cui prima edizione italiana risale al 1960, pubblicata da Parenti in una bella edizione rilegata in mezza tela e custodia in cofanetto.  Romanzo assai complesso che sullo sfondo storico di età napoleonica imbastisce una galleria di personaggi (storici) che lo configurano affine allo sperimentalismo, ma con una prosa di grandi effetti classici. Bello sarebbe che Einaudi e Mondadori si decidessero a ristampare Le campane di Basilea, il mio preferito fra i romanzi post surrealisti di Aragon. Onore invece all’editore GOG che ha tradotto quest’anno Aurélien, una delle più belle storie d’amore del 900. Sarebbe l’ora di passare anche al monumentale Les Communistes. Fra i ripescaggi di Settecolori un posto speciale mi sento di attribuire a Una scimmia d’inverno, romanzo alcolico (ma come potrebbe essere diversamente?) del più grande bevitore di Saint Germain des prés (e anche “un esistenzialista suo malgrado”, come dice Massimo Raffaeli, prefatore) che è contemporaneamente un inno all’amicizia. In Italia fu pubblicato una prima volta nel 1963 dalle edizioni Dell’Albero col titolo Quando torna l'inverno. L’anno prima era uscito il film di Verneuil con Jean Gabin e Jean-Paul Belmondo tratto dal libro. Non è un ripescaggio invece la raccolta, preparata dallo stesso Montherlant, di saggi che vanno dal 1924 al 1935 sotto l’insegna “costruirò e poi distruggerò ciò che ho costruito”. Postfazione di Stenio Solinas.

CHARLES DE JACQUES

 

materiali d’archivio

Albert Fratellini: NOUS LE FRATELLINI. Grasset, 1956

Il trio circense di orgine italiana de I Fratellini (Paul, François e Albert) si costituì dopo la morte del fratello maggiore Louis, il primogenito del trapezista Gustavo Gaspero (1842-1905) che fu patriota al seguito di Garibaldi. Dopo la Grande Guerra i tre furono assunti dal famoso circo Medrano di Boulevard de Rochechouartm a Parigi, nei pressi del Moulin Rouge. Divennero presto i beniamini dell'intellettualità parigina e furono gli artefici del balletto Le bœuf sur le toit (che diede il nome al famoso cabaret frequentato da Picabia, Cocteau, Satie e altri, poi raccontato da Maurice Sachs) composto da Darius Milhaud su testo di Jean Cocteau e scene di Dufy. Ne Le Bal du comte d'Orgel (1924. Tradotto in italiano da Enrico Emanuelli per Mondadori) Raymondo Radiguet racconta che si andava nel loro camerino come si andava in quello di una ballerina. Diedero vita a una vera e propria dinastia di attori circensi, le cui origini si fanno risalire al XVIII secolo. Albert Fratellini (nato a Mosca nel 1886), che in pista interpretava il clown folle e imprevedibile, fu l'autore del libro di memorie e Nous les Fratellini (Grasset, 1955).

RED