miscellanea. “Fogli di Via” n. 25

 

Giampiero Mughini: ERA DI MAGGIO. Cronache di uno psicodramma. Marsilio, 2018

Stenterà presumibilmente a crederlo, ma Giampiero Mughini è l'ultimo "intellettuale di sinistra": veste e scrive male ma ogni cosa che scrive crede sia scritta per "Vogue", ha collezionato "benjaminamente" tutto il collezionabile e ve lo sbatte in faccia con diversi editori, tifa per il calcio e ovviamente tifa per il peggio ma "Juventus" per lui, con la crespatura dei riccioli da tempo incanutita, è, nell'ordine, tanto una squadra di calcio quanto il "maggio francese". Continua a dare la linea. Amen.

WB

 

Giorgio Amico: DEBORD. Massari, 2018

Senza voler togliere nulla a quanto di buono possa aver fatto Debord mi sento di affermare che lo si sia comunque esagerato. Ciò deve aver tratto origine dal lungo periodo nel quale se non era del tutto sconosciuto al mondo intellettuale - ma lo era in massima parte - lo si lasciava coltivare a piccole bande sospese fra il culto snobistico dell'inesplorato e la presunzione teoretica. Alla fine, anche se mi sento di dovere segnalare quanto viene pubblicato al suo riguardo, lo trovo un argomento oramai noiosamente incapace di produrre punti di vista originali. Quello di Giorgio Amico per impegno, o forse testardaggine, è uno dei migliori frutti che offra il mercato librario, tanto che si potrebbe non leggere altro, ammesso che ci si faccia acchiappare da uno stile diligentemente scolastico.

CLL

 

Tarmo Kunnas: IL FASCINO DEL FASCISMO. L'adesione degli intellettuali europei. Settimo Sigillo, 2017

Tarmo Kunnas si affacciò sulla scena letteraria europea, avviandosi a una cospicua serie di titoli accademici, con quel La Tentazione Fascista che puntualizzò con metodicità e freschezza tutt'altro che accademica il tema del rapporto degli scrittori francesi col fascismo che pure era già stato ben delineato da Paul Serant (e, in parte, da Nolte). Questo nuovo Il Fascino del Fascismo ha smarrito tutto lo slancio della sua tesi all'università di Helsinski finita nel vecchio libro e dà palesi segni di stanchezza, se non di banalità, per quanto su un piano più genericamente informativo non manchi di interesse al riguardo di poco conosciuti intellettuali nordici.

CLL

 

Eric Kurlander: I MOSTRI DI HITLER. La storia soprannaturale del Terzo Reich. Mondadori, 2018

Nel Mein Kampf Hitler diceva di aver messo in guardia la gente da certi "parrucconi della tradizione germanica" che non parlano che di "asce di pietra". Il fuhrer non aveva mai del tutto lasciato alle spalle la sua formazione cattolica, ma che non si sia invischiato pure lui con le "asce di pietra" è difficile da credere. Il rapporto dei nazionalsocialisti con le correnti dell'occultismo - del resto la loro fu l'epoca della sua "rinascita" - ha ottenuto udienza presso gli storiografi arrivando col tempo a strutturarsi autonomamente ancorché inizialmente su basi sensazionalistiche. Il libro di Kurlander ha l'aria di essere definitivo e dispone la ricerca in ordine cronologico a partire dalle declinazioni "ariosofiche" della Teosofia nell'Ordine Germanico come nella più nota Società di Thule e in seguito nell'himmleriana Ahnerbe - interessate a dimensioni ritualistiche e settarie - fino alla ricerca di fondamenti positivi per quelle quelle che si definiscono "scienze di confine", vale a dire cose tipo la telepatia che si pensava di poter impiegare nelle "nuove armi".

BB

 

Joan Fontcuberta : LA FURIA DELLE IMMAGINI. Note sulla postfotografia. Einaudi, 2018

Artista e storico della fotografia, Joan Fontcuberta, problematizzando all'attualità i "Visual studies" inaugurati da Gottfried Boehm e W. J. T. Mitchell, analizza "l'iconosfera" determinata dalle nuove tecnologie, azzardando ipotesi di mutazione, ad esempio attraverso l'uso della camera fotografica dei telefonini. Il discorso prende campo tuttavia arretrando nel tempo con campionature prese dalla storia delle idee e del mezzo fotografico, facendo oltre a ciò ricorso, con Paul Auster, alla letteratura.

BB

 

Marco Fagioli: LUCIAN FREUD. Giunti - allegato a "Artedossier" n. 353, 2018

Mentre nel corpo della rivista diretta da Philippe Daverio è recensita la mostra All Too Human: Bacon, Freud and a century of Painting Life (Tate Britain, fino al 27 agosto 2018) l'usuale dossier è dedicato a Lucian Freud, un artista che come Edward Hopper o Frida Kahlo è entrato nei gusti popolari (con tutto ciò che nel bene e nel male può significare). Una rivista come quella pubblicata dalla Giunti, che si rivolge a un pubblico il più ampio possibile senza rinunciare all'attendibilità critica, propone attraverso Marco Fagioli una monografia rapida finché si vuole la quale, supportata da belle riproduzioni, al carattere "popolare" conferisce giusta misura e, in qualche modo, nobiltà. Oltre all'autonomo inserto-dossier su Lucian Freud e alla recensione della mostra alla Tate, la rivista dedica un articolo a Jenny Saville, un'artista che ben rappresenta, con realismo esasperato da sorprendenti soluzioni tecniche, gli anni nostri all'interno della stessa mostra che ripercorre la dimensione della figura umana nella moderna arte inglese a cominciare da Walter R. Sickert (l'artista che Patricia Cornwell ha ipotizzato in un libro che potesse trattarsi di Jack the Ripper).

BB

 

Jean Dufaux - Jacques Terpant: LOUIS-FERDINAND CÉLINE, IL CANE DI DIO. Ferrogallico, 2018 | Andrea Lombardi (a cura di): CÉLINE, UN PROFETA DELL'APOCALISSE. Scritti, interviste e testimonianze. Bietti, 2018

Mentre Bietti propone un'edizione aumentata della già superba raccolta di scritti, interviste e testimonianze su Céline curata da Andrea Lombardi solo due anni fa (Italiastorica, 2016), lo stesso Lombardi propone, tradotto da Gianni Correggiari, il fumetto (e scusate se non uso la dizione "novel graphic" ma sono un reazionario) disegnato da Jacques Terpant sul testo di Jean Dufaux imperniato sui dati biografici dell'autore di Viaggio al termine della notte. Lavoro quanto mai arduo risolto con un racconto in soggettiva che Dufaux, come scrive Lombardi, incardina nei "pensieri, ricordi, fantasmi" di Céline per tentare un "viaggio all'interno della sua notte". I disegni di Terpant sottolineano perfettamente l'intento attraverso un bianco e nero cosparso da non facili mezzetinte che vanno a colorarsi di rosso per le scene di guerra.

WB

 

Cocco & Magella: MORTE A BELLAGIO. Marsilio, 2018

Che si possa pensare a un "giallo all'italiana" mi sembra usuale, tanto "all'italiana" si immaginano un mucchio di cose, ma c'è indubbiamente, e a questo punto prospero, un "giallo" scritto da autori italiani e di italiche ambientazioni che guarda al classico senza troppe angolazioni di sociologia criminale, disperazioni urbane e follie omicide. Cocco & Magella richiamano al "classico" anche attraverso quel lavoro di coppia al quale ci hanno abituato fin dall'età aurea diversi scrittori stranieri. Certo il suono del loro binomio ha un che di faceto che starebbe bene a una coppia di umoristi d'altri tempi se non fosse per le tenebre abili e persuasive delle loro trame. Qui c'è un'auto finita nel lago con a bordo una signora che appartiene alla famiglia di un industriale tessile. La sua eredità ammonta a un bel po' di denaro. Non si tratta di un incidente e la bella Stefania Valenti, commissario, si occupa del delitto. Vien fuori che c'è un mistero che risale alla morte della moglie dell'industriale in un sanatorio...

BB

 

Edgar P.Jacobs: BLAKE E MORTIMER, LE MEMORIE DI JACOBS. Alessandro Editore, 2017

“Quello che un uomo ha immaginato forse un altro può farlo davvero”. La frase è di Jules Verne e la cita Edgar P. Jacobs in uno splendido volume dove insieme alla sua storia personale (“dalle Belle Arti all’Opera, dai primi passi nel fumetto alla collaborazione con Hergé”) racconta i suoi personaggi aprendo i suoi succulenti archivi ricchi di foto personali e d’epoca, di caricature, disegni di moda, testate e ritagli di giornale, illustrazioni e bozzetti. “Il bilancio finale si liquida, grosso modo, in sessant’anni di ‘ricerca alimentare’ di cui trentasei dedicati esclusivamente al fumetto”.

BB