le
voci che corrono
Cody McFadyen
> Cody McFadyen, L’ombra, Piemme, Casale Monferrato 2006
... “Pur essendo al suo primo romanzo, l’autore rivela un eccezionale
controllo della trama e dello stle e soprattutto rivela quel piacere del
narrare che corrisponde in modo speculare al piacere di leggere. La trama è
lineare, priva di quelle sottotrame che a volte arappresentano solo un
éscamotage per mimetizzare la mancanza di solidità dell’impianto narrativo … il
risultato resta sorprendente.” …
Laura Grimaldi, “Il sole-24 ore”, 3 ottobre 2006
§
“D'accordo, forse il personaggio è troppo in gamba per essere vero.
D'accordo, la violenza che ha subito, il lutto che deve elaborare è troppo spaventoso
per essere credibile. D'accordo, la squadra che ha messo in piedi è troppo
affiatata e perfetta per esistere e lo psicologo con cui si apre il libro e che
cerca di rimettere in piedi la protagonista è troppo bravo. Tuttavia non si può
dire che Cody McFadyen non abbia mestiere tenuto conto che questo è il suo
primo romanzo. Si intitola L'ombra (tr. it. A. Colitto, Piemme, 18,90) e segue
il più classico schema dei romanzi di genere serial killer. Smoky Barrett (vai
a sapere come nascono certi nomi) è un'agente dell'Fbi che è stata violentata,
torturata e che ha visto uccidere marito e figlia prima che lei riuscisse a
uccidere l'assassino. E' una donna che ha due possibilità, entrambe tanto
plausibili quanto vuote di senso: riprendere il lavoro o uccidersi. Poi viene
fuori un pazzo che ha ucciso una sua amica e ha lasciato un biglietto per
l'agente Barrett firmandosi Jack lo squartatore Jr. D'accordo, è un romanzo di
genere, nessuno lo nega.”
Dario Olivero, "La Repubblica", 14 settembre 2006
§
“Cody McFadyen - Sono nato in Texas nel 1968. Quando avevo un
anno, mia madre mi fece vedere lo sbarco sulla luna. Nella mia memoria non c'è
traccia di quel momento, ma nel mio cuore sì. Ho cominciato a scrivere quando
avevo 9 anni. Ho sempre voluto fare lo scrittore, ma sono stato a lungo
distratto dalla vita, con i suoi alti e bassi e i suoi imprevisti. Dai 16 ai 26
anni mi sono diviso tra le più svariate attività, dedicandomi in gran parte al
volontariato e all’assistenza dei più deboli e dei più sfortunati. A 26 anni,
però, ho deciso di cambiare la traiettoria della mia vita, con il fermo
proposito di diventare il più concreto possibile, e di lavorare soprattutto per
me stesso. Ho fatto l’agente di borsa, il web designer, lo sviluppatore di
video games. Poco dopo aver compiuto trent’anni ho ricominciato a scrivere.
Senza un piano, senza una strategia. Semplicemente... è successo. Mi sono
svegliato una mattina (letteralmente), e mi sono detto: "Hey, ho sempre
detto che avrei scritto un libro. Sto diventando vecchio, ormai, ed è ora di
darsi una mossa." Ho fatto esattamente così. Ho una moglie che è stata una
fonte inesauribile di incoraggiamento. Lei è la mia musa, in tutte le cose più
importanti della vita. Ho una figlia meravigliosa. Abbiamo due cani, che chiamiamo
"Le forze oscure della distruzione". In effetti, non sono molto
adatti alla vita sociale.”