Carlo Romano

Marcel Marien fotografo

Mieke Bleyen: MINOR AESTHETICS: THE PHOTOGRAPHIC WORK OF MARCEL MARIEN. KU Leuven, 2014

Mieke Bleyen è ricercatrice presso il centro di ricerca Gevaert per la fotografia e presso l'istituto di Studi culturali dell'università di Leuven (Lovanio). Nel 2012 aveva pubblicato Minor Photography: Connecting Deleuze and Guattari to Photography Theory. Per la stessa collana delle edizioni dell'univesrsità di Lovanio (Gevaert Series) pubblica adesso un saggio sul lavoro fotografico di Marcel Mariën (1920-1993). Nel titolo di ambedue i libri ricorre l'aggettivo "minore" nell'accezione letterario-filosofica di Gilles Deleuze e Felix Guattari, dei quali nel volume più vecchio analizzava il legame teorico con la fotografia. Si capisce già da questo che il libro su Mariën è soprattutto un trattato, in sostanza il primo consacrato - in una chiave "anti-estetica" che deriva anch'essa da Deleuze e Guattari - alla sua opera fotografica, anche se riproduce diverse immagini provenienti dall'archivio privato dell'artista. E dico artista per semplificare, altri termini meglio gli si addicevano, come provocatore, umorista, demistificatore, del tutto pertinenti al Surrealismo in quella sua appendice (almeno) parzialmente eretica (accettava nel gruppo, contro l'ortodossia dei parigini, anche un musicista, André Souris) dei belgi legati a René Magritte, fra i quali fu probabilmente l'agitatore più sovversivo dopo il 1945. Va notato a questo proposito che su "Les Lèvres Nues", la rivista che fondò nel 1954, Mariën cercò fra l'altro di istituire un rapporto con L'Internazionale Lettrista, poco gradita ai surrealisti osservanti, pubblicando il Rapporto sulla costruzione delle situazioni di Guy Debord.

Il suo film del 1959 L'imitations du cinéma cominciava con un ragazzo intento a sfogliare un libro pornografico e un prete che dopo averglielo distrutto gli passava l'Imitazione di Cristo, compulsata a questo punto con lo stesso interesse messo poco prima nella pornografia, tanto da indurre il ragazzo a cercare nei negozi, e poi da un falegname, una croce - simbolo che come monile lo affascina al collo di una prostituta - adeguata alle proprie misure. Dopo la proiezione pubblica, l'agenzia cattolica che valutava la moralità delle opere artistiche, lo condannò come osceno e sacrilego. Il film venne inoltre denunciato presso l'avvocatura della monarchia belga.

Mariën fu anche libraio, editore e falsario di quadri. Per ragioni alimentari, così si dice, lavorò anche nella Cina comunista in qualità di correttore-traduttore per la propaganda rivolta ai paesi di lingua francese.

Negli anni Sessanta si guastarono i rapporti con Magritte - al quale giovanissimo aveva dedicato la prima monografia - per aver diffuso un apocrifo (dove Magritte avrebbe annunciato di ridurre il prezzo dei suoi quadri) in occasione di una mostra dell'artista. Nel 1979 pubblicò L'Activite Surrealistes en Belgique, un regesto dedicato a quanto il gruppo surrealista belga aveva prodotto in termini di opuscoli, manifesti e documenti sparsi fra il 1924 e il 1950. Fu lui ad adoperarsi per far conoscere le vecchie fotografie di Paul Nougé, comunista nel 1919 e primo diffusore del surrealismo nel suo paese (firmerà fra l'altro, con Breton, Eluard e Aragon, La Révolution d'abord et toujours).

Attivo nell'Étrécissements (una sorta di décollage) e nel collage, con la fotografia ebbe un rapporto discontinuo che, se si rafforzò negli ultimi anni di vita, agli inizi produsse De Sade à Lenine, ritratto di una donna nuda che taglia il pane col coltello che lambisce il capezzolo. La fotografia venne inserita nella mostra surrealista tenutasi fra la fine del 1945 e l'inizio del 1946 alla Galerie des Editions La Boétie di Bruxelles. Dei primi tempi è anche la fotografia che rappresenta un occhiale con montatura monoculare (un oggetto assurdo e inservibile, data la vicinanza delle bacchette). Nell'ultimo decennio prima della morte, avvenuta nel 1993, è quando la sua produzione fotografica si fa più consistente. Le dedicò anche dei libri. Uno degli elementi compositivi maggiormente presenti nelle fotografie di Mariën è il corpo femminile, che Mieke Bleyen paragona a un paesaggio.

Si deve infine richiamare l'attenzione sul fatto che ai suoi lavori - in ogni settore - collaborarono Leo Dohmen e Hedwige Benedix, quantomeno con suggerimenti e messa in ordine, dato l'atteggiamento disincantato che Mariën aveva rispetto al suo lavoro.

Fogli di Via”, novembre 2014