Erik Stark

Dietro le linee

Jean-Patrick tManchette Derrière les lignes ennemies. Entretiens (1973-1993), La Table Ronde 2023.

Quando si trovò ad essere eletto capofila del neo-polar, J-P. Manchette cominciò a rilasciare interviste in cui precisava la sua posizione all’interno della storia evolutiva del genere poliziesco, anche a rischio di una temuta verbosità o ripetitività nelle puntualizzazioni davanti ad una, per niente insospettabile, stampa. Si trattava di sbrogliare il nodo che nel giro di poco tempo ne aveva fatto una specie di starlette del gauchisme e del pro-situazionismo. Memore della propria origine (all'inizio…aveva scritto dei polizieschi per farsi notare dai produttori di cinema, alla fine…scrivendo libri  si era accorto d’essere felice) Manchette prese a indicare la scrittura di racconti polizieschi come “letteratura alimentare”, una modo di deprezzare ironicamente quel che il mercato culturale voleva valorizzare, sottolineandone il lato superfluo, futile, quell’elemento di debolezza annidato nel bisogno, ammesso francamente, e una volta chiusa l’epoca aurea di Dashiell Hammett, di scrivere nonostante tutto. Amava ricordare il detto di Valery: ”Scrivo per debolezza” mentre svelava, senza risparmiarsi punte di autoderisione, di aver scritto il finale di Laissez bronzer les cadavres! a partire dalla sparatoria di un film di Boetticher, così liquidando lo stesso romanzo come “un esercizio di stile” e più in generale mettendo le mani avanti e riconoscendo d’essersi felicemente imborghesito per troppa fame arretrata.

Eccolo dunque, attratto e contemporaneamente respinto dal momento della comunicazione e del contatto con i media, non risparmiarci momenti di humor, quando dà del “semiotico democristiano” a Umberto Eco, dello “stalinista pentito” a Yves Montand, o  dello “stalinista perverso” a Chabrol (che traspose in film il suo Nada) sottolineando la febbre per i polars che ha colpito gli stalino-gauchisti, o allorché rispondendo al solito questionario sul fatto militare più ammirato non esita a scegliere: “Gli ammutinamenti”.

Il buono delle grossolane provocazioni è che sono grossolane, appunto.

Se il realismo “critico” del romanzo americano, soprattutto la violenza hard boiled, ben si addicevano al suo passato di giovane gauchiste, con gli anni sessanta si era chiusa un’epoca in cui non si poteva più scrivere come Hammett: toccava scrivere commenti su una forma la cui epoca era passata, civettando con la referenzialità della propria scrittura (anche Hegel, evocato per la “potenza” sconvolgente, ma subito dopo il materialismo basso di  Zdanov) come omaggio divertito ad un genere. (Negli anni, non tutti i progetti o le provocazioni nascoste del cinefilo Manchette si realizzarono; incompiuto rimase un “Marie

Immaculée” presentato dallo scrittore come il primo porno-comunista di sinistra della storia del mondo, forse memore dei suoi primi adattamenti per il cinema sexy di Max Pecas).

Sorvegliato savoir faire, pagine di grande chiarezza e narrazione secca che dicano cose abominevoli in maniera precisa: la sua maniera di rievocare un realismo disperante (l’hard boiled appunto) contro ogni tentazione e tentativo di compensare/alleggerire la miseria di questo mondo con un aldilà artistico (alla Duras). Il neo-polar gli appariva come decomposizione del classico, dove neo non indica qualcosa di ultimo o recente ma un succedaneo, un ersatz, un prodotto non più genuino, romanzo noir decomposto, fenomeno transeunte, una moda (che condusse perfino ad una sedicente associazione internazionale degli scrittori di romanzo poliziesco, fondata a Cuba nel 1986!) un genere recuperato, si sarebbe detto una volta, momento di distrazione più che conquista letteraria da esaltare o deprecare. Manchette amava invece il disprezzo che colpiva il romanzo poliziesco del passato, incluse le traduzioni infedeli o i colpevoli adattamenti, in quanto traccia di un’età dell’innocenza: così chiedeva il mercato culturale degli anni 40-50. Lo stesso che oggi si sventola con Boileau-Narcejac e Simenon negli Adelphi o Chandler e Hammett nei Meridiani Mondadori.