I tre pezzi qui raccolti (il titolo complessivo è nostro) sono tratti da S. Mallarmé, Œuvres complètes, II, Paris, Gallimard, 2003, pp. 427, 438-439. L’autore li ha scritti, fra il 1875 e il 1876, per la rivista inglese “The Athenaeum”, ma solo il secondo vi è stato pubblicato, in data 1 aprile 1876, mentre gli altri due sono rimasti inediti. Com’è noto, in inglese gossip significa «chiacchiera», «pettegolezzo». I quadri di Édouard Manet a cui Mallarmé fa riferimento sono, nell’ordine, Le Grand Canal à Venise (Il Canal Grande a Venezia), 1875; Jean-Baptiste Faure dans l’opéra «Hamlet» d’Ambroise Thomas (Jean-Baptiste Faure nell’opera lirica «Hamlet» di Ambroise Thomas), 1877; Le Linge (Il bucato), 1875; La Parisienne (La Parigina), 1875; Argenteuil, 1874.

 

Stéphane Mallarmé

«Gossips» su Manet

 

Artistic gossip

Ogni tanto alcune visite nei grandi atelier di Parigi offrono motivi di interesse. Manet, di cui si può vedere in questo momento, nel meraviglioso studio londinese del suo compatriota Tissot, un Coin de Venise, prepara un ritratto in piedi e a grandezza naturale di Faure in Hamlet, che verosimilmente è destinato a un’esposizione inglese. Ma forse una delle note più britanniche che il pittore abbia trovato si manifesta in uno dei suoi due quadri già finiti per il Salon del 1876: Le Linge (in cui, stagliandosi en plein air sull’ombra trasparente causata da un fondo di verzura, una signora, in abito da mattino, lava da sé, in un giardino di città, e fa asciugare al sole un bucato imbevuto di luce); l’altra tela è un ritratto in piedi, reale come un’incisione di moda ingrandita, e seducente come la vita stessa, di una giovane in abito da passeggio, un vestito di seta nera senza scialle né mantello e un cappello di feltro con piuma nera. Poche cose, nella pittura contemporanea e persino nell’opera del maestro, recano un sigillo così decisamente moderno.

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[Fine-art gossip]

Da due anni Manet ha tentato di dare, quale maestro e precursore, la nota esatta del movimento moderno della pittura francese (di cui si trova a capo) in grandi studi di plein air. Tutti hanno visto all’ultimo Salon di Parigi e vedranno all’esposizione della Society of French Artists di Londra il quadro intitolato Les Canotiers; l’invio del pittore al Salon del 1876 ha appena lasciato il suo atelier, ed offre il complemento dello sforzo tentato un anno fa. Titolo: Le Linge. Su un fondo di verzura e di atmosfera azzurreggiante delimitato da un giardino di Parigi, una signora in abito azzurro lava, per passatempo, quel che della sua biancheria non è già steso ad asciugare nell’aria trasparente e tiepida: un bambino emerge dai fiori e guarda il bucato materno. Il corpo della giovane è interamente bagnato e quasi assorbito dalla luce, che lascia sussistere di lei solo un aspetto ad un tempo solido e vaporoso, come vuole il plein air a cui oggi tutti tendono in Francia: il fenomeno si produce principalmente nei riguardi delle carni, macchie rosa mobili e fuse nello spazio circostante. L’opera, sorprendente in sé e dotata del massimo fascino, offre all’avvenire une delle date più decisive dell’Arte contemporanea. Speriamo che percorra poi la stessa strada della precedente, e venga ad iniziare l’Inghilterra a tutto un nuovo modo di percepire e di dipingere che, fra pochi anni, sarà tipico del continente.

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[Fine-art gossip]

Uno dei quadri inviati al Salon di pittura da Manet, Le Linge, segnava, come abbiamo detto, una data nella carriera del pittore e al tempo stesso una delle evoluzioni dell’Arte moderna. La giuria, cedendo alla considerazione erronea che il proprio ruolo fosse, innanzitutto, quello di mantenere una tradizione, ha creduto doveroso respingere, quest’anno, il doppio invio del Maestro: un buon atto di guerra forse, ma che pecca in quanto il pubblico può esigere che non si sottraggano al suo giudizio definitivo le prove di una causa estetica pro e contro la quale si è appassionato già da lunghi anni. Manet l’ha intesa così e si è preso a cuore il fatto di rendere la folla testimone degli sforzi da lui compiuti, organizzando nel suo atelier una Esposizione delle due tele, che, dal 15 aprile al primo maggio, diverrà uno dei luoghi d’incontro più frequentati della Parigi che pensa, esamina e critica.

Trad. di Giuseppe Zuccarino