Ogni tanto alcune visite nei grandi
atelier di Parigi offrono motivi di interesse. Manet, di cui si può vedere in
questo momento, nel meraviglioso studio londinese del suo compatriota Tissot,
un Coin de Venise, prepara un
ritratto in piedi e a grandezza naturale di Faure in Hamlet, che verosimilmente è destinato a un’esposizione inglese. Ma
forse una delle note più britanniche che il pittore abbia trovato si manifesta
in uno dei suoi due quadri già finiti per il Salon del 1876: Le Linge (in cui, stagliandosi en plein air sull’ombra trasparente
causata da un fondo di verzura, una signora, in abito da mattino, lava da sé,
in un giardino di città, e fa asciugare al sole un bucato imbevuto di luce);
l’altra tela è un ritratto in piedi, reale come un’incisione di moda
ingrandita, e seducente come la vita stessa, di una giovane in abito da
passeggio, un vestito di seta nera senza scialle né mantello e un cappello di
feltro con piuma nera. Poche cose, nella pittura contemporanea e persino
nell’opera del maestro, recano un sigillo così decisamente moderno.
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[Fine-art gossip]
Da due anni Manet ha tentato di dare,
quale maestro e precursore, la nota esatta del movimento moderno della pittura
francese (di cui si trova a capo) in grandi studi di plein air. Tutti hanno visto all’ultimo Salon di Parigi e vedranno
all’esposizione della Society of French
Artists di Londra il quadro intitolato Les
Canotiers; l’invio del pittore al Salon del 1876 ha appena lasciato il suo
atelier, ed offre il complemento dello sforzo tentato un anno fa. Titolo: Le Linge. Su un fondo di verzura e di
atmosfera azzurreggiante delimitato da un giardino di Parigi, una signora in
abito azzurro lava, per passatempo, quel che della sua biancheria non è già
steso ad asciugare nell’aria trasparente e tiepida: un bambino emerge dai fiori
e guarda il bucato materno. Il corpo della giovane è interamente bagnato e
quasi assorbito dalla luce, che lascia sussistere di lei solo un aspetto ad un tempo solido e vaporoso,
come vuole il plein air a cui oggi
tutti tendono in Francia: il fenomeno si produce principalmente nei riguardi
delle carni, macchie rosa mobili e fuse nello spazio circostante. L’opera,
sorprendente in sé e dotata del massimo fascino, offre all’avvenire une delle
date più decisive dell’Arte contemporanea. Speriamo che percorra poi la stessa
strada della precedente, e venga ad iniziare l’Inghilterra a tutto un nuovo
modo di percepire e di dipingere che, fra pochi anni, sarà tipico del continente.
§
[Fine-art gossip]
Uno dei quadri inviati al Salon di
pittura da Manet, Le Linge, segnava,
come abbiamo detto, una data nella carriera del pittore e al tempo stesso una
delle evoluzioni dell’Arte moderna. La giuria, cedendo alla considerazione
erronea che il proprio ruolo fosse, innanzitutto, quello di mantenere una
tradizione, ha creduto doveroso respingere, quest’anno, il doppio invio del
Maestro: un buon atto di guerra forse, ma che pecca in quanto il pubblico può
esigere che non si sottraggano al suo giudizio definitivo le prove di una causa
estetica pro e contro la quale si è appassionato già da lunghi anni. Manet l’ha
intesa così e si è preso a cuore il fatto di rendere la folla testimone degli
sforzi da lui compiuti, organizzando nel suo atelier una Esposizione delle due tele, che, dal 15 aprile al primo maggio,
diverrà uno dei luoghi d’incontro più frequentati della Parigi che pensa,
esamina e critica.
Trad. di Giuseppe Zuccarino