Carlo Romano
“Ludd” 1967-1970
(...): LA CRITICA RADICALE IN
ITALIA. LUDD 1967-1970. Nautilus, 2018
Nell'estate del 1969 vari soggetti si riunirono nei locali del romano
Filmstudio e diedero vita a "Ludd-Consigli proletari". In un contesto
che scivolava sempre più, con diverse sfumature, nel limaccioso fronte
ideologico bolscevizzante, il nuovo gruppo, animato principalmente da genovesi
e milanesi, ribadiva la natura antiautoritaria del Sessantotto e allo stesso
tempo rivendicava una tradizione di critica e ribellione che nei decenni aveva
resistito al canto delle sirene che veniva da Est. I punti di congiunzione non
mancavano.
Nel fatidico 1956 l'immagine della "grande e giusta Unione
Sovietica" traballò nella vergogna e con lei i partiti che vi erano
legati, per quanto le condizioni della "guerra fredda" ne
rallentassero la dissoluzione vera e propria dell'elemento fideistico. Le
critiche che al sistema moscovita avevano mosso tanto i comunisti radicali che
i socialdemocratici cominciarono a circolare anche fra chi nelle ultime
generazioni riscontrava in quel sistema, con la complicazione della fabbrica
ideologica che era, la stessa intima natura del "blocco" avversario.
Le teorie critiche della società salvaguardate nei passati decenni da piccoli
gruppi di scarsa visibilità tornarono attuali.
Nel corso del 1961 uscirono a Genova i tre numeri di "Democrazia
diretta". Fra i collaboratori, di diversa provenienza, c'era Romano
Alquati che a Cremona aveva collaborato con Danilo Montaldi al gruppo di
"Unità proletaria", in contatto coi francesi di "Socialisme ou
Barbarie", che dei fatti genovesi - e non solo genovesi - dell'estate del
1960 aveva dato, riottosa nei confronti della retorica di partiti e sindacati e
non coinvolta nell'antifascismo di maniera, una spiegazione incentrata su
"operai e studenti che hanno maturato un profondo disprezzo nei confronti
del potere che grava su ogni momento della loro vita di giovani". Uno dei
giovani coinvolti nei fatti dell'anno precedente e che finì col partecipare
alla breve esperienza di "Democrazia diretta", Gianfranco Faina,
venne espulso dal PCI. Fu attorno a lui - attraverso volantini, partecipazione
alle lotte, effimere testate, gruppi di discussione, circoli, collegamenti,
anche critici, che andavano dai "Quaderni Rossi" a "Socialisme
ou Barbarie" e all'incontro con la teoria situazionista - che il
Sessantotto in Liguria acquisì insieme alla continuità con la tradizione dei
gruppi radicali e l'omogeneità con ciò che succedeva in quegli anni nel mondo
giovanile, una spiccata originalità.
Non meno vivace, per quanto oscurata da circostanze più magmatiche, fu
l'iniziativa dei milanesi. Qui si ebbe anche un rapporto diretto, fino al
coinvolgimento teorico e pratico di Salvadori e Sanguinetti - e infine solo di
quest'ultimo - con l'Internazionale Situazionista. Ma ciò che rientrava
immediatamente nello scenario delineato fu il numero unico de "Il Gatto
Selvaggio" redatto da Eddie Ginosa e dal torinese - trasferitosi a Milano
inseguito da un mandato di cattura per uso di stupefacenti - Riccardo d'Este.
Ambedue provenienti dal gruppo di "Classe Operaia", facevano
riferimento alla tradizione "consiliare" e allacciarono rapporti
variamente caratterizzati (compresi anarchici e "beat" oltre a quello
con un intellettuale di peso nell'editoria come Giorgio Cesarano) che via via
si consolidarono. D'Este per altro fu il punto di congiunzione con la
situazione genovese da lui ben conosciuta. Alla fine del Sessantotto le due
esperienze trovarono un momento di incontro con la stesura del volantino
"Il punto d'esplosione della menzogna burocratica" che fu l'antefatto
alla fondazione di "Ludd-Consigli operai". Il riferimento alle
antiche lotte luddiste (sottratte proprio in quegli anni alla vulgata marxista-leninista
dallo storico inglese E.P. Thompson) era significativo.
Mi spiace di non poter citare in questa sede i vari nomi di chi partecipò a
tali vicende i quali tuttavia si possono recuperare nelle introduzioni di Paolo
Ranieri e Leonardo Lippolis al volume che raccoglie tutti i reperti (non solo
il "bollettino") di "Ludd" e dei suoi antecedenti. Si
tratta del primo dei tre volumi intitolati alla "Critica Radicale in
Italia (seguiranno quelli su "Comontismo" e
"Insurrezione"). Entrano in gioco i gruppi che, come ha scritto Piero
Coppo, "inquadrarono la questione della rivoluzione in termini
antiideologici fuori e contro il militantismo caratteristico di quegli anni e
del decennio successivo"