Carlo Luigi Lagomarsino
era meglio morire da piccoli
Thomas Ligotti: LA COSPIRAZIONE
CONTRO LA RAZZA UMANA. Il Saggiatore, 2016 | Rosi Braidotti
: IL POSTUMANO. La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte. DeriveApprodi, 2014
"Era
meglio morire da piccoli con i peli del culo a batuffolo", recita una
canzone, ma per Thomas Ligotti non è sufficiente. la
sua è repulsione per l'intera vita umana. Non gli bastano nemmeno i grandi
pessimisti, non gli basta Schopenauer, non gli
bastano Leopardi o Beckett o Kafka o Nietzsche o Weininger,
non gli basta il buddismo. Scrittore di storie orrifiche,
si dilunga non poco sui classici del genere ma solo per dire che l'orrore
cosmico lovecraftiano non dà completamente conto del
suo disgusto. Più intonato alla sua devastante visione è forse Michelstaedter, ma le sue più profonde convinzioni le
ritrova in pensatori di dubbia fama che si chiamano Julius Bamshen
e Peter Wessel Zapffe.
Capita
un po' a tutti di pensare che sarebbe stato meglio non venire al mondo, e se
ciò ci rende un po' tutti filosofi non ci servono nel contempo tante parole per
spiegarcelo. Alla fine de de L'Essere e il Nulla"
a Jean Paul Sartre bastò affermare che "l'uomo è una passione
inutile". "Non c'è gusto a giocare quando tutti barano", scrisse
lo stesso Sartre, e il pessimismo radicale di Ligotti
sembra una partita giocata sull'imbroglio.
Anche
la coppia conflittuale di umanesimo e antiumanesimo - che in fin dei conti è
attestata su riserve mentali e partizioni ideologiche - non dà comunque effetti
granché diversi, se oltretutto la si vuole superata, come vuole che sia
l'inglese Rosi Braidotti, nel concetto di postumano (ma niente di autopunitivo come avviene in certi
orientamenti artistici, piuttosto una puntualizzazione ben circostanziata, che
può piacere o anche no).
Spiegare
che pesci pigliare una volta entrati a far parte di questo disgraziato pianeta
non è facile, a meno che non si voglia risolvere in fretta e definitivamente il
problema della nostra permanenza, cosa che per adesso Ligotti
non sembra aver preso in considerazione, meglio è provvedere alla propria fama
di scrittore. Anche se gli auguro il contrario, dubito che troverà mai, come lo
trovò Sartre, un valente professore cattolico come Charles Moeller
(Letteratura moderna e Cristianesimo, Rizzoli 1995) a pronunciare che
"la sua opera contiene il più sgradevole ammasso di porcherie che si
conoscano in letteratura". Come dire: gli manca lo spunto.