Don Piola

Giallo Lemaitre

Pierre Lemaitre: IL GIALLO SECONDO ME. Mondadori, 2021

Pierre Lemaitre, psicologo di formazione, ha insegnato letteratura e più tardi si è dato in particolare alla narrativa noir, i suoi libri sono tradotti in italiano (Mondadori e Fazi), ha sceneggiato un bel film tratto dal romanzo premiato col Goncourt nel 2013 (Au revoir là.haute, 2017, diretto da Albert Dupontel) e, dicono le schedine editoriali, "si è imposto come uno dei grandi nomi della narrativa francese contemporanea". Uno bravo dunque, non ne discuto. Da mettere in discussione sarei io stesso che pur davanti a trame accattivanti, un po' woorlichiane e un po' 900 francese, sarà per l'età, non riesco più a emozionarmi davvero, diversi libri di autori diversi mi sembrano sempre gli stessi libri, ben scritti e ben congegnati che siano. Ho perso la cognizione dell'insolito o di insolito non c'è un bel niente. Oppure ancora, chissà, ho perso anche il gusto della ripetizione e di quella "con sorpresa" se esiste.

Ma veniamo al dunque. Lemaitre ha pubblicato un massiccio volume nel quale ha disposto in ordine alfabetico gli autori di "polar" (i "gialli" per gli italiani) che rappresentano i suoi gusti e solo quelli. La cosa in sé è buona cosa. Oltretutto in quanto dizionario copre sia l'interesse portato allo scrittore e ai suoi libri  - tracciando, se si vuole, una mappa delle influenze - sia l'aspetto più in generale informativo - ancorché filtrato da una personalità esplicitamente preponderante. Non è mia intenzione di cedere al gioco di chi c'è e chi no, tuttavia se noto l'assenza di David Goodis e mi imbatto, in evidente contrasto col progetto dichiarato, in ben quattro pagine consacrate allo sputtanamento di Ruth Rendell mi balza in testa l'idea se non fosse stato meglio motivare insieme alle preferenze i perché delle ricusazioni attraverso lemmi "di pancia" come quello che ha portato la scrittrice inglese a farne le spese. Mi sarei divertito di più.