risposta a Wolf Bruno
Ci
vuole un bel po’ di fantasia – e Wolf Bruno dimostra di averne fin troppa – per
trovare “stimoli” nell’articolo di Ocone. Se poi questi stimoli sono solo
pretesti, come sembra, Wolf Bruno ne poteva francamente trovare di migliori e
congrui. Si tratta per la verità di argomenti frusti che Ocone non ha avuto
nemmeno la capacità di rendere anche solo vagamente attraenti - caratteristica
che viceversa Wolf Bruno possiederebbe se non amasse dissolverla nell’assurdo.
Quella dei libertari di scuola rothbardiana è autoreferenzialità,
impermeabilità alle critiche, disposizione a dare risposte preconfezionate: e allora?
Dovrebbero essere sofisti e vaghi, incerti nell’autorappresentazione, oltremodo
prudenti e niente affatto chiari negli obbiettivi? Gli si rimprovera dunque di
dire quel che pensano?
Sembra proprio di sì.
Wolf Bruno, “stimolato”, come dice, dal parallelo
col “materialismo storico dei marxisti” che fa Ocone, si addentra in una
lettura di Marx che, plausibile o meno, gli lascio tutta (benché ne avrei da
fare di domande!). Una cosa è sicura: a differenza di Marx come lo vede lui, i
libertari anarco-capitalisti non hanno mai fatto mistero di cosa vogliono. Se
ciò avviene, come lamenta, in una
scarsità di varianti, più che ironia essi meritano ammirazione (per la
chiarezza) e sostegno (per la tenacia
che li porta a non aver imbarazzi e remore nel ripetersi).
Ma non pretenda Wolf Bruno di dire cose
originali.
E’ risaputo che Benedetto Croce ha sostenuto
una distinzione che è stata fonte di malintesi ed ha contribuito a generare
certe resistenze nella filosofia politica italiana: è la distinzione fra liberalismo
e liberismo per cui quest’ultimo “da legittimo principio economico si è
convertito in illegittima teoria etica” (B. Croce, Etica e politica,
Laterza, Bari 1967, pgg. 264). Si finisce sempre col cadere lì, separando la
realtà dalla morale, fino al relativismo e allo scetticismo. Fa poca differenza
se Wolf Bruno, contrariamente a Croce, si atteggi a “immoralista” e non abbia a
predicare predomini etico-politici. Dal canto suo Rothbard giudicava immorali
proprio tali predomini – lo stato è immorale – ed era tutt’altro, come Wolf
Bruno sa benissimo, da un bacchettone, tanto che, tralasciando il molto
esplicito resto, a dispetto del presunto calvinistico “spirito del capitalismo”, non esitava a indirizzare certe simpatie
verso il cattolicesimo tomistico, che perlomeno considerava il piacere nel
consumo “un obbiettivo lecito”, senza esigere dalla società alcuna “comunità di
santi”. E’ dalla condanna morale dello stato che si può cominciare a liberarsi
dalle sue interferenze. Etica del
mercato e condanna morale dello stato non possono che fare tutt’uno e, a scanso
di equivoci, il principio di “non aggressione” non esclude l’eventualità di
reagire anche duramente agli attacchi, ma afferma una volta di più il carattere
morale della proprietà per cui ogni atto invasivo è invasivo dell’individuo
proprietario.
Nel testo di Wolf Bruno va tuttavia
apprezzata la franchezza? Sarà, ma vi si nota appena un breve inciso che allude
ad altre correnti - chissà, forse un po’ nicciane e immoraliste come piace a
lui – nel mare “anarco-capitalista”. Un principio di discussione vuol dire che
poi c’è (io stesso vi ho accennato su queste pagine) ed è lo stesso Rothbard a
insistere sull’importanza “storica” di queste correnti. Ma si dovrebbe
rinunciare a dire come la si pensa in nome di una comune “appartenenza”
libertaria? In una posizione migliore e “conclusiva”, Wolf Bruno mette poi una
sua considerazione sui libertari italiani, accusati di poca solerzia analitica
nel presente. E’ viceversa chiaro che, in condizioni sfavorevoli, i libertari
italiani* hanno dispiegato un’iniziativa
– minoritaria fin che si vuole – cui perfino chi la pensa alla Wolf Bruno vi si
aggrappa per esternare le sue ciance estetizzanti e nichiliste.
*Non sarà inutile ricordare che in verità non esiste nulla
di concretamente associativo che possa far parlare di un raggruppamento
riconducibile a questa dizione. Esistono, questo sì, dei libertari in Italia.