gente di Liguria

Saverio Zuffanti

Rudolf Jacobs, il tedesco che combatté coi partigiani

Torno a parlare di Luigi Monardo Faccini. Già nel 2002 ne avevo scritto proprio su queste pagine,. Come allora, l’occasione è data dalla pubblicazione del suo ultimo libro. Ancora una volta è l’associazione culturale Ippogrifo Liguria di Lerici (tel.: 0187 965167) ad averla consentita e ancora una volta Faccini si butta a capofitto nelle trascurate vicende della storia più o meno recente della sua terra, l’estrema Liguria orientale e quel territorio che si incunea fra l’Emilia e la Toscana.  In L’uomo che nacque morendo Faccini scava nella vicenda di un tedesco, il Capitano della Kreigsmarine Rudolf Jacobs, di cui aveva sentito parlare da bambino. Fu da un suo zio, partigiano comunista, che per la prima volta ne sentì parlare.

 Nato nel 1914, figlio di un importante architetto di Brema, la città anseatica, Jacobs giunse nei suddetti paraggi nel 1943. Abitava in una splendida villa (requisita) sulle alture di Lerici. Jacobs si occupava localmente dell’organizzazione Todt, che si avvaleva di operai reclutati forzatamente per la costruzione di strade e strutture difensive. Si fece presto una solida fama di rettitudine, al punto che le forze partigiane riuscirono nell’intento di fargli giungere la notizia delle prevaricazioni di un gruppo di fascisti che non saldavano i dividendi della cooperativa che dirigevano. La fiducia delle forze clandestine era ben riposta, tanto che si ritrovarono il Capitano della Kreigsmarine schierato dalla loro parte, in una formazione comunista per di più. Il 3 novembre del 1944, nel corso di un’azione, Rudolf Jacobs morì.

Come il precedente libro Un poliziotto perbene, dedicato ai “fatti di Sarzana” del 1921, anche questo si presenta come un romanzo e come l’altro è un romanzo sorretto da una scrupolosa ricerca storica. Quest’ultima è qui segnalata dalla stampa in corsivo, ma le parti in realtà si intersecano perfettamente e desta ammirazione la capacità che ha Faccini di scrivere in un modo e nell’altro, sempre appassionante, che inventi dialoghi o che discorra sul filo dell’analisi storica. Consiglio anzi di leggere prima di tutto l’appendice, in cui l’autore dispiega la personale strategia di avvicinamento al suo soggetto. Mi viene da dire che più di questa “strategia” colpisca la perfezione dello stile, il riconoscimento più efficace da rendere a Rudolf Jacobs.