Bo Botto

imperium

 

Christian Kracht: IMPERIUM. Neri Pozza, 2013

Da quanto suggeriva l’articolo che ci ha stimolato a leggere questo romanzo che non si può definire altrimenti che “storico”, ci saremmo dovuti immergere in certi anticipi di hitlerismo, tanto che in Germania era stato sollevato un dibattito nel quale l’autore finì, se abbiamo capito bene, per essere accusato di razzismo. La lettura ci ha rivelato viceversa quanto fossero fuorvianti questi giudizi. Se si vuol mettere al centro della narrazione una tematica peculiare diremmo che quella di un “cuore di tenebra” fourierista possa render bene l’idea. Che poi a fronte del fallimento delle buone intenzioni scatti un delirio di onnipotenza che increspa l’utopia e il romanticismo di oscure conseguenze è un altro discorso, a meno che non si vogliano usare i termini come sinonimi dell’hitlerismo, esito senza alcun dubbio possibile ma tutt’altro che esclusivo.

Il protagonista, August Engelhardt, nutrito dalle letture degli scrittori socialisti, è un personaggio realmente esistito (altri se ne incontrano strada facendo) che volle creare in  Nuova Pomerania, protettorato tedesco sperduto nel Pacifico, una comunità di vegetariani nudisti abbacinati dal potere nutritivo dei frutti della palma da cocco. Buoni gli inizi, pessima la fine. Tutto qui, niente di nuovo ci pare. Kracht ha tuttavia costruito la sua storia calibrando per bene gli auspici illusori con il destino malsano che prende le sembianze del maggior collaboratore di Engelhardt, facile preda della paranoia e della lebbra.

Christian Kracht (1966) è un giornalista svizzero che a suo tempo prese il posto che fu di Tiziano Terzani come corrispondente dello “Spiegel” da Nuova Delhi. Di solida formazione accademica (e cosmopolita) ha pubblicato diversi taccuini di viaggio e alcuni romanzi che l’hanno fatto indicare come uno dei migliori autori contemporanei di lingua tedesca. Risiede parte dell’anno a Firenze.

“Fogli di Via”, Novembre 2013