Charles
de Jacques
50 candeline per l’IS
Era il 27 luglio del 1957 quando a Cosio d’Arroscia, un paese della
Liguria occidentale non lontano dal Colle di Nava, si fondava l’Internazionale
Situazionista. Il tempo sarebbe dunque quello degli anniversari, ancorché
l’enfasi commemorativa sia rimasta al di sotto di quel che lasciava intendere
il forte recupero della figura di Guy Debord in tutti questi anni seguiti alla
sua auto-inflitta dipartita nel 1994.
L’evento maggiore è stato la mostra In
girum et consumimur igni - The Situationist International (1957-1972)
proposta prima al Central Museum di Utrecht (dicembre 2006-Marzo 2007) e in
seguito passata al Museum Tinguely di Basel (aprile-agosto 2007). Per l’ottimo
catalogo pubblicato da jrp|ringier (la copia di mio possesso è in tedesco) è
stata indovinata un’aria (solo) esteriormente povera e demodé ma si tratta di
un lavoro assai ben concepito da Stefan Zweifel, Juri Steiner e Haeinz
Stahlhut. Buone le immagini nel corpo, buona e ricca la scelta dell’inserto a
colori, variamente stiracchiata ma utile la raccolta dei testi (che comprendono
Enzensberger, Baudrillard, Negri, Stoterdijk, Apostolidès e altri) e non banale
la scelta delle voci alfabetiche. Mancano tuttavia, e va detto, i contributi di
chi più si è impegnato nel tempo sul piano storiografico.
Da questa prospettiva meglio si è fatto col convegno Guy Debord et La société du spectacle
organizzato in febbraio all’Auditorium del Musée d'Art Moderne et Contemporain
di Strasbourg che in una sola mossa copriva una doppia ricorrenza: il
cinquantenario dell’IS e il quarantesimo anniversario dal famoso “scandalo”
scoppiato fra gli studenti di Strasbourg nel 1966, uno dei punti di vanto
situazionisti (vi hanno, fra gli altri, tenuto delle relazioni Vincent
Kaufmann, Yan Ciret e Anselm Jappe). Qualche mese prima, nel settembre del
2006, un altro Colloque Guy Debord
era stato realizzato da Pierre Brunel et Yalla Sedikki presso la Maison de la
Recherche de l'Université Paris-Sorbonne.
Alla storia situazionista fa riferimento il volume pubblicato dalla
Manifesto Libri nel 2006 in previsione del corrente anniversario.
Intitolato I Situazionisti e la
loro storia è in realtà un’antologia di scritti originali cui sono aggiunte
le glosse dei vari Agamben, Ghezzi, Virno ecc. ecc. che quelli della casa
editrice devono credere essere i veri esperti della materia pur se la maggior
parte non riesce a superare un’imbarazzante vacuità.
E a Cosio? In effetti qualcosa pare sia stato previsto senza tuttavia
alcun rilievo sul piano di un contributo di riflessione, salvo probabilmente
l’intervento di Piero Simondo e il percorso di “memoria della nascita del
situazionismo” che verrà tracciato con inaugurazione il 14 luglio. Ho letto anche
di qualcosa che rammenta le vecchie “estemporanee di pittura” e in una giornata
di luglio (scrivo in giugno) dovrebbero esser radunati vari artisti per
realizzare dei contenitori di erbe aromatiche delle quali Cosio (insieme al
vino) va fiera (c’è da qualche anno anche un Museo delle Erbe). In fin dei
conti potrebbe essere proprio questo il modo giusto, forse surreale ma inedito
e piacevole, per la rievocazione. In Liguria c’è stato comunque un incontro ad
Arnasco, in Val d’Arroscia, presso Albenga, paese d’origine della famiglia
Gallizio, nel quale i nostri amici e collaboratori Giuliano Galletta, Sandro
Ricaldone e Carlo Romano hanno divagato intorno all’IS e alle esperienze
archeologiche di Pinot Gallizio, appassionato della preistoria ligure nel senso
largo del termine (vale a dire dell’antico mondo ligure che superava
abbondantemente i confini dell’attuale regione italiana).
A proposito del nostro amico Galletta, è da segnalare che -
intensificando il ritmo della sua attività di artista al punto di farlo
apparire anomalo rispetto a quel che ci aveva abituato negli anni - ha
realizzato nella casa albisolese di Asger Jorn (oggi Casa Museo Jorn) una
mostra: Archivio del caos e memoria
dell’IS. Lo stesso Galletta mi ha avvertito che molti anni fa proprio con
Ricaldone e Romano si era recato a casa Jorn per avvicinare Umberto Gambetta,
l’operaio all’Ilva di Savona stretto amico di Jorn, che su lascito dell’artista
occupava la casa con la moglie. Il frutto di quella conversazione fu poi
ordinato e pubblicato da Ricaldone.
È da far presente pure il bell’articolo di Alfredo Passadore (che devo
dire… un altro amico e collaboratore di queste pagine) pubblicato sul giornale genovese “Il secolo XIX” a metà maggio, con largo
anticipo sulla scadenza. Di buona esposizione, preciso, tematicamente
ineccepibile, Situazionismo rimarrà
probabilmente quanto di meglio sia stato pubblicato propedeuticamente dalla
stampa quotidiana sull’argomento*. Sempre dall’area genovese proviene il libro
di Leonardo Lippolis (da non confondere con Mario, del quale in ogni caso le
edizioni La Giovane Talpa hanno ristampato di recente Ben venga Maggio) intitolato La nuova Babilonia. Il progetto
architettonico di una civiltà situazionista. Pubblicato da Costa &
Nolan, il volume, a dispetto del titolo, si rifiuta a un puro e semplice
inquadramento disciplinare e si propone a tutti gli effetti di introdurre il
lettore al senso storico della scommessa situazionista.
Intanto che stendevo queste brevi annotazioni informative (lo ripeto:
in giugno) mi è giunta notizia che Andrea Monti, organizzando un festival
cinematografico a Lucca, previsto fra fine settembre e primi di ottobre, ha
pensato di ordinare una rassegna completa dei film di Guy Debord. A quanto pare
per l’occasione, fra gli altri, si daranno convegno, intavolando una pubblica
discussione, Alice Debord, Giorgio Agamben, Dominique Noguez, Enrico Ghezzi,
Piero Simondo, Gianfranco Sanguinetti, J.M. Apostolidès, Sandro Ricaldone. Il
progetto è ambizioso e francamente non so dire se e in quali termini andrà in
porto. Mi scuso dunque se ho lasciato fuori altre iniziative e se, fra quelle
anticipate, ci saranno degli aggiustamenti.
*Mi dice Wolf
Bruno che nei giorni dell’anniversario inserirà l’articolo su BUB, il nostro
Blog, http://bub.ilcannocchiale.it/