Harper Lee (1926.2016)
Matteo Persivasle, “Corsera” - http://www.corriere.it/”
20 febbraio 2016
Scrivere un solo libro in una vita lunga 89 anni, 89 anni di
idee, di pensieri, di viaggi, di letture. Illuminare generazioni di lettori
come ha fatto Harper Lee, scomparsa a 89 anni nella sua Monroeville,
Alabama, con un solo libro può capitare soltanto se quel libro è un capolavoro
assoluto come Il buio oltre la
siepe. Scrivere un solo romanzo è esclusiva di scrittori come Emily Bronte (Cime tempestose), Ralph Ellison (L’uomo
invisibile), Sylvia Plath (La campana di vetro).
…
Cieca e quasi del tutto sorda e paralizzata su
una sedia a rotelle a causa di un ictus, dopo la morte della sorella da lei
adorata che ne aveva sempre difeso gli interessi e la privacy con amore infinito e
decisione leonina, apparentemente la signorina Lee acconsentì – per lo Stato
dell’Alabama, che indagò, non si trattò di circonvenzione d’incapace come
temevano in molti – a pubblicare l’estate scorsa la prima stesura del suo
romanzo, intitolato Va’, metti una sentinella (pubblicato in
Italia da Feltrinelli come Il buio oltre la siepe). Manoscritto
ritrovato in una cassetta di sicurezza dalla sua nuova avvocata, stessi
personaggi raccontati però vent’anni dopo dalla voce narrante, Scout, ormai
ragazza. In quella prima stesura Atticus Finch è però un razzista. Dopo una serie di revisioni,
nacque Il buio oltre la siepe come lo conosciamo. …
Andrea Silenzi, “La Repubblica - http://www.repubblica.it/, 2° febbraio
2016
Harper Lee aveva vinto il premio Pulitzer nel
1961 per quello che fino all'anno scorso era rimasto il suo unico libro, Il buio oltre la siepe.
Dal libro era stato tratto un film, diretto da Robert Mulligan
e con Gregory Peck nel ruolo del protagonista Atticus
Finch (il padre ideale che si era battuto in
tribunale per difendere un nero falsamente accusato di avere stuprato una donna
bianca), che si aggiudicò tre premi Oscar.
Dopo la sua pubblicazione, il romanzo, che
ha venduto oltre 40 milioni di copie (1 milione e mezzo solo in Italia) è
diventato uno dei testi basilari della letteratura americana, anche per
l'analisi dei problemi razziali del profondo sud degli Stati Uniti. La stessa
Lee crebbe influenzata dalle divisioni razziali conseguenza della segregazione.
…
Paola Jacobbi, “Vanity Fair - http://www.vanityfair.it/, 20 febbraio 2016
Il 19
febbraio 2016 è morta, all'età di 90 anni, Harper Lee, la scrittrice americana
de Il
buio oltre la siepe. Qualche mese fa, prima dell'uscita controversa del suo
secondo lavoro, eravamo andati a casa sua per capire il perché del suo lungo
silenzio. Per ricordarla, oggi, riprendiamo quel servizio.
«I colletti inamidati degli uomini erano già flosci alle nove del mattino (...).
A sera, le signore erano ridotte come pasticcini umidi di sudore e infarinati
di talco (. ..). Le giornate duravano ventiquattro ore ma parevano molto più
lunghe. Non c’era fretta perché non c’era dove andare, nulla da comprare e non
c’era denaro da spendere». (Harper Lee, Il
buio oltre la siepe)
È un giorno
qualsiasi nella vita di Monroeville, Alabama. Per me
è il primo qui, ci ho appena messo piede. Il caldo, che alterna frustate di afa
rovente a vischiose carezze di umidità, è lo stesso descritto da Harper Lee nel
suo più famoso e, ancora per poco, unico romanzo pubblicato.
Il buio
oltre la siepe, scritto nel 1960,
raccontava la Monroeville dei primi anni Trenta,
colpita dalla Grande Depressione. Anche in questo, nella Monroeville di
oggi (seimila abitanti), ci sono non poche similitudini con quei tempi grami.
Nel 2008 ha chiuso la cartiera dove lavoravano 170 persone, nel 2009 ha chiuso
la fabbrica di abbigliamento Vanity Fair (nessuna
parentela con noi) di proprietà della Fruit of the Loom, uno dei pezzi dell’impero del miliardario Warren
Buffett. Oggi, al posto della fabbrica, c’è solo un outlet, dove si comprano
jeans, magliette e biancheria prodotti nel Far East.
Il centro di Monroeville è solo una strada che gira
intorno al vecchio tribunale diventato museo e che si percorre in dieci minuti
a piedi. I ristoranti si contano sulle dita di una mano, i negozi in buona
parte vendono roba usata: vestiti a un dollaro e novantanove, tostapane a tre e
novantanove. Non c’è nemmeno un bar, mi dice sconsolata una ragazza che lavora
al motel Mockingbird
Inn (il
titolo originale del Buio
oltre la siepe èTo Kill A Mockingbird, uccidere un usignolo). Ma, in
onore al titolo di «Literary Capital of the South» che Monroeville si
è conquistata, ci sono ben due librerie, una specializzata in testi religiosi
(ma vende anche Harper Lee) e una «normale», 1’O1’ Curiosities
& Book Shoppe, fornitissima
e con tanto di servizio di vendite online.
Altre botteghe vendono piccoli oggetti di artigianato: mi aspetto un’orgia di
souvenir in omaggio al Buio
oltre la siepe (premio Pulitzer, lettura obbligatoria nelle scuole americane),
al film che ne fu tratto con Gregory Peck (tre Oscar) o magari anche a Truman
Capote, amico d’infanzia e affettuoso complice letterario di Harper Lee. Nulla.
Troverò qualcosa (una tazza, un magnete, qualche poster) solo al piccolo gift shop del museo. Gli abitanti sono cordiali ma
distinguono un giornalista (sic) al primo sguardo. Sanno di essere al centro
dell’attenzione come non mai da quando, nel febbraio scorso, è stata annunciata
l’uscita di un nuovo romanzo della scrittrice più reclusa e meno prolifica
d’America. Oltre mezzo secolo dopo Il
buio oltre la siepe, nessun altro titolo pubblicato e nessuna intervista
più rilasciata, il 14 luglio arriverà in due milioni di copie, nelle librerie
americane Go Set A Watchman (Va’ metti una sentinella).
Tradotto da Vincenzo Mantovani, uscirà in Italia il 19 novembre, edito da
Feltrinelli, che a suo tempo pubblicò Il
buio oltre la siepe. Come si usa dire, siamo di fronte al caso letterario
dell’anno.
L’autrice,
89 anni, che qui tutti chiamano Ms. Nelle, vive a The Meadows,
una residenza per anziani appena fuori città, una casa di legno bianco che
spicca in mezzo a una distesa di prati e boschi attraversata dalla strada.
Ci sono solo sedici stanze, un portico con sedie a dondolo, la porta principale
si apre su una sala da pranzo in perfetto ordine con mobili di legno scuro e
stoviglie immacolate. Uno degli ospiti, intento a guardare l’orizzonte verde
dal portico, mi saluta in allegria e mi invita a entrare. Ma l’infermiera, una
donna sui trent’anni con le braccia di Michelle Obama, spezza in un attimo il
mio sogno di incontrare Harper e mi riaccompagna all’uscita. Del resto, qualche
mese fa, a un cronista accampato di fronte a The
Meadows da
giorni, Ms. Nelle fece arrivare un biglietto firmato con solo due parole: «Go
away», va’ via.
Tra le poche persone ammesse a visitarla c’è Cecilia Peck, figlia di Gregory,
oggi regista che vive a Los Angeles. «Non ricordo esattamente la prima volta
che l’ho incontrata ma esiste una mia foto, a due anni, dove sono in braccio a
mio padre alla festa di fine riprese del Buio
oltre la siepe, quindi credo di conoscerla da allora», mi ha scritto via email. «Ai tempi, diventò amica dei miei genitori e siamo
sempre rimasti legatissimi. È per me, per mio marito e i miei figli, un’amica,
una consigliera, una madrina onoraria. Il mio figlio maggiore si chiama Harper
in suo onore (in inglese, il nome si può usare sia al maschile che al femminile,
ndr). Quando era piccolo, lei gli leggeva delle storie per farlo addormentare.
Chiama nostra figlia Ondine il suo “sea sprite”, folletto marino. La andiamo a trovare
regolarmente a Monroeville, soprattutto adesso che
lei non può più venire a trovarci a Los Angeles o incontrarci a metà strada a
New York (finché è stata in salute, Harper Lee divideva il suo tempo tra Monroeville e New York, spostandosi sempre in treno,
ndr). Siamo stati proprio pochi mesi fa da lei per tre giorni, abbiamo passato
il tempo a chiacchierare di Shakespeare, libri, politica, attualità. E anche di Va’, metti una sentinella».
Il nuovo libro, in realtà,
nuovo non è. Si tratta del primo romanzo scritto da Harper Lee, nel ‘57.
I personaggi sono gli stessi del Buio
oltre la siepe, ma è ambientato un ventennio dopo, negli anni Cinquanta.
La teoria più comune è che si trattasse di una prima stesura e che l’editore
consigliò a Harper di riscriverlo, cambiando l’età dei personaggi e poi anche
il titolo. Secondo altri, il libro potrebbe contenere temi, l’omosessualità per
esempio, che al tempo avrebbero fatto scandalo. Ancora più scandalo del Buio oltre la siepe, storia
del processo a un nero accusato ingiustamente di avere violentato una bianca e
difeso da un avvocato bianco, Atticus Finch, gigantesco personaggio letterario modellato sul vero
padre di Harper.
Il manoscritto di Va, metti
una sentinella (il titolo è
ispirato a un versetto della Bibbia) era scomparso. Tonja
Carter, l’avvocato di Monroeville che cura gli affari
di Harper Lee, ha dichiarato di averlo trovato casualmente, mettendo a posto
alcuni documenti. Ho chiesto un incontro a Tonja
Carter per sapere come avesse convinto Harper, che non aveva mai più voluto
pubblicare nulla, a uscire con un libro vecchio, benché inedito, a quasi 90
anni, ma non ha voluto parlarmi.
Su di lei, le opinioni sono discordi. C’è chi si domanda come si spiega che
questo libro sia saltato fuori ora, proprio dopo la morte della sorella Alice,
nubile e senza figli, con cui viveva Harper, anche lei nubile e senza figli. C’è chi conclude che la scrittrice sia stata
raggirata, che Carter, a cui Harper Lee ha anche affidato la creazione di una
sua fondazione, sia una manipolatrice che si starebbe
approfittando del fatto che Ms. Nelle, colpita da un ictus qualche anno fa,
soffre di occasionali vuoti di memoria. È perplesso chi conosceva bene Alice
Lee, la sorella morta nel novembre scorso a 103 anni ín
perfetta lucidità, tanto che ancora andava ogni giorno al lavoro nello stesso
studio legale di cui è socia Tonja Carter. Alice,
dicono, aveva un’incredibile memoria fotografica, era molto precisa e avrebbe
certamente saputo dell’esistenza del manoscritto. Vero? Falso? Ci sono buoni e
cattivi in questa storia? Chissà. Piccola città, bastardo posto, cantava
Guccini. Un motto valido a ogni latitudine. …