Carlo Luigi Lagomarsino

Gracián acuto

-Baltasar Gracián: L'ACUTEZZA E L'ARTE DELL'INGEGNO. Aesthetica Edizioni, 2020

Le edizioni Aesthetica nacquero circa mezzo secolo fa grazie a Luigi Russo e a sua moglie Lucia Pizzo Russo nel contesto del Centro Internazionale Studi di Estetica di Palermo. Oggi, scomparsi i fondatori, la casa editrice è stata assorbita dal gruppo editoriale Mimesis che, fra l'altro, ne ripropone ristampandoli i classici - spesso rarità - che furono affidati alle cure dei principali studiosi di estetica, come è il caso de L'Acutezza di Gracián, tradotto da Giulia Poggi con la consulenza e il coordinamento di Blanca Periñán e prefato da Mario Perniola.

Il gesuita spagnolo Baltasar Gracián y Morales (1601-1658) rappresenta ai più alti livelli il pensiero barocco e viene ascritto a quel che viene chiamato "concettismo". Nel suo stile faceva entrare avvenente la problematica qualità di sintesi dell'aforisma aggrappato ai rovelli esistenziali e spalmato sulla conduzione della vita. Ne El Criticón, un romanzo che viene affiancato per importanza al Don Chisciotte e a La Celestina - e che contribuì a mettere in urto il suo autore con le autorità dell'Ordine religioso di appartenenza - Gracián puntella il suo stile stringato di proverbi, aforismi e giochi di parole in uno svago pessimistico di allusioni alla vita umana. “Tutto si burla del miserevole uomo – scrive Gracián nel Criticón –. Il mondo lo inganna, la vita gli mente, la fortuna lo beffa, la salute gli manca, l’età passa, il male lo incalza, il bene è assente, gli anni fuggono, le soddisfazioni non arrivano, il tempo vola, la vita finisce, la morte lo coglie, la putrefazione lo dissolve, l’oblio lo annienta e quel che ieri fu un uomo oggi è polvere e domani più nulla” (citato da Perniola).

Aforistica è poi l'opera oggi con più schietti estimatori (fra gli altri Nietzsche) l'Oracolo Manuale e Arte della Prudenza (Oráculo manual y arte de prudencia, 1647) che ha avuto alcune traduzioni e edizioni italiane (le ultime, in Guanda e in TEA, probabilmente ancora reperibili benché non recenti). Diverso è il caso de L'Acutezza (l’Agudeza y arte de ingenio, 1648) un'opera a lungo non tradotta in altre lingue e accompagnata da giudizi negativi che molto bene sono esemplificati da Mario Perniola in Benedetto Croce ("che considera l’Agudeza una antologia di preziosità dello stile secentesco, priva di una vera e propria teoria, ma sovraccarica di molte distinzioni e classificazioni arbitrarie e confusionarie"), Voltaire ("che definisce la teoria della prosa gracianesca con l’espressione 'stile di Arlecchino' ”) e Borges ("che è autore di un astioso poema nel quale Gracián viene accusato di ridurre la poesia a un gelido nulla laborioso, a mero stratagemma, a un vano erbario di metafore e di arguzie").

Nell' Acudeza Gracián intese ritrovare in diversi esempi della storia letteraria il senso di uno stile che chi fra gli studiosi più vicini a noi ha inteso rivalutare appieno ha proposto come una retorica del piacere, un erotismo dell'evocazione di immagini attraverso le parole, una filosofia della vita con legami pratico-morali, gettando così "le premesse affinché essa possa diventare un vivo fermento per la meditazione contemporanea sull’arte e sulla poesia" (Perniola).

“Fogli di Via”, luglio 2020