Giuliano Galletta
l’archivio
Taddei a rischio
Un altro patrimonio culturale rischia di lasciare la Liguria per “emigrare” in territori più ospitali. E’ una storia già vista ma a cui, temo, la cultura ligure, dati i tempi, dovrà abituarsi. In questo caso si tratta dell’archivio-biblioteca- videoteca di un importante studioso di cinema, padre Bartolomeo Taddei, il gesuita che negli anni Sessanta difese la “Dolce vita” di Fellini, scatenando le ire delle gerarchie cattoliche che lo punirono, salvo scoprire quarant’anni le forti implicazioni spirituali della poetica felliniana. La preziosa collezione, specializzata in cinema e comunicazioni di massa, con una biblioteca di migliaia di volumi, altrettante video-cassette (gli oltre mille film in pellicola sono già stati donati alla cineteca di Bologna), ma soprattutto l’archivio personale e di lavoro di Taddei (morto a 81 anni nel 2006) incluso un ricco epistolario con i grandi del cinema italiano e non solo, da Fellini (che lo chiamava affettuosamente, con uno dei suoi celebri diminutivi, “fratellino”) a Pasolini , da Olmi a Magni. Tutto questo materiale è oggi conservato alla Spezia in una palazzina dell’ordine del gesuiti dove il padre viveva e dove ha la sua sede operativa (un’altro ufficio è a Roma) il Ciscs (Centro internazionale dello spettacolo e della comunicazione sociale). fondato nel 1973 e attivo su molti fronti grazie al lavoro dei volontari cresciuti alla scuola di padre Taddei. Ora il Ciscs deve lasciare la sua sede e trovare una nuova collocazione per la sua attività e per la sua collezione. Fra le molte inziaative del Ciscs ci sono: l’edizione dello Schedario cinematografico, la pubblicazione del mensile Edav, dedicato ai problemi dell’educazione audiovisiva e in numerosi progetti di ricerca e formazione (i,l tutto totalmente autofinanziato). Da quest’anno il Ciscs gestisce e organizza il Premio Taddei che la Mostra internazionale del cinema di Venezia ha inserito tra i premi ufficiali. «Abbiamo ricevuto molte proposte - spiega Gabriella Grasselli, efficiente presidente del Centro e per ani braccio destro di padre Taddei - per trasferirci in altre città, la più concreta è quella della provincia di Trento ma resteremmo volentieri alla Spezia dove sappiamo si sta costituendo la mediateca regionale della Liguria con la quale potrebbe nascere una sinergia perfetta». Purtroppo la mediateca, pur istituita nel 2005 con apposita legge langue nell’incertezza dei finanziamenti e di conseguenza dei progetti.«Il fondo Taddei - spiega Marco Ferrari, presidente dell’Istituzione per i servizi culturali del comune della Spezia - avrebbe la sua collocazione naturale nella mediateca regionale del centro Dialma Ruggiero, duemila metri quadrati già destinati alla comunicazione, all’immagine, alla creatività giovanile, la più grande mediateca esistente tra Liguria e costa tirrenica. Sfortunatamente fino ad oggi abbiamo ottenuto dalla Regione un unico finanziamento di ventimila euro, poi più nulla, In questa situazione diventa arduo pensare anche solo al trasloco del fondo Taddei». In realtà i finanziamenti necessari per l’operazione sarebbe piuttosto limitati, basterebbe che l’assessorato alla Cultura della Regione Liguria fosse coerente con il dettato di una legge già approvata e comprendesse appieno il significato, il valore storico e le prospettive di politica culturale del “matrimonio” fra collezione Taddei e mediateca regionale. Una decisione dovrebbe essere presa a brevissimo e, visti i tempi di reazione della nostra classe politica, è fin troppo facile prevedere che questo tesoretto culturale finirà dritto a Trento.