Giuliano Galletta

il banchiere dai calzini bucati

        L’uomo elegante si riconosce dai calzini e chi va in giro con i calzini bucati non può essere considerato un uomo elegante. Daltra parte, come diceva Balzac, ricchi si diventa, eleganti si nasce e, come invece direbbe Totò, lui «non lo nacque». Il lui in questione è nientemeno che Paul Wolfowitz, presidente della Banca mondiale, scoperto dall’intero sistema mediatico globale in flagrante delitto di calzino bucato mentre si toglieva le scarpe (gesto simbolico che indica la volontà di lasciare fuori dal luogo sacro tutte le impurità) per entrare nella moschea di Selimye, a Edirne, in Turchia. Telecamere e fotografi hanno indugiato, non senza un certo sadismo, sul particolare imbarazzante. Quei piccoli forellini da cui spuntavano due banali alluci statunitensi si sono così, subito, trasformati in una voragine nell’aplomb, sempre freddo e un po’ distante, che dovrebbe contraddistinguere uno degli uomini più potenti del mondo.

Di primo acchito un tale contrattempo dovrebbe stimolare la solidarietà (a chi non è capitato di ritrovarsi con un calzino bucato?) ma in questo caso la questione è un po’ più complicata. Wolfowitz, infatti, non è un portatore di calzini come tutti gli altri, ma uno dei più stretti collaboratori di George W. Bush, già sottosegretario di Stato alla Difesa, un superfalco fra i principali fautori della guerra in Iraq e teorizzatore del nuovo secolo (neo-imperialista) americano. I calzini bucati non sono quindi di sicuro il suo peggior difetto e qualcuno potrebbe anzi pensare che ce lo possano rendere più umano. Non credo, anzi sarei tentato di dire che, in questo caso, la macchiolina estetica potrebbe essere il segnale di un degrado incombente, l’emblema inquietante di ciò che si cela sotto le apparenze.

Penso che una domanda dovrebbe percorrere ora la comunità politica e finanziaria internazionale, preoccupare le Borse e far tremare le cancellerie: che cosa accadrebbe ad un accurato controllo della biancheria intima? La stampa turca ha molto ironizzato sul banchiere con i buchi rafforzando il racconto con un altro episodio. Wolfowitz, durante un tour privato in un bazar, ha notato due braccialetti d’argento. Quando però, frugando nei pantaloni (forse bucati anche loro?), si è accorto di non avere abbastanza soldi con sé per poter pagare i gioielli, ha dovuto farsi prestare 150 euro (non dovevano essere granché, come gioielli) dalle sue guardie del corpo. Ma ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto, non solo perché i veri ricchi circolano sempre senza soldi, ma soprattutto perché il compito di Wolfowitz è lavorare sì con il denaro, ma degli altri.

“Il secolo XIX” 31 gennaio 2007