Don Piola

Trattenetemi!

Diego Fusaro: LA FINE DEL CRISTIANESIMO. Piemme, 2023 | Francesca Monateri: KATECHON. Filosofia, politica, estetica. Bollati Boringhieri, 2023

Diceva Teresa di Lisieux: “Quando il diavolo è riuscito ad allontanare un'anima dalla Santa Comunione ha ottenuto tutto! E Gesù piange.“ Dopo che per secoli ha animato la civiltà cristiana dell’Europa, assistiamo alla dissoluzione della fede cattolica, complici la riforma protestante, l’illuminismo, il concilio vaticano, gli atei, il sessantotto, papa Bergoglio . Non mi sembrano affatto pochi coloro che insistono su questo tema. Diego Fusaro con La fine del cristianesimo è solo uno dei tanti. Uno che tuttavia sembra più interessato ad usare vocaboli desueti e linguaggio forbito che altro, come uno snob qualsiasi sebbene non abbia i numeri, mi pare, per aspirare ad entrare in un dizionario dello snobismo letterario come è capitato all’aforista tradizionalista cattolico colombiano Nicolás Gómez Dávila, il quale, va sottolineato, sosteneva che il paganesimo è l'altro Antico Testamento della Chiesa. Dovessi associare Fusaro a qualche tradizionalista cattolico la mia scelta cadrebbe su  Plinio Corrêa de Oliveira, fondatore dell’associazione intitolata alla Famiglia e alla Tradizione. C’è anche da prendere in considerazione la formazione marxista di Fusaro e la sua non comune erudizione filosofica (“un secchione” mi è capitato di sentirlo definire) che come un Garaudy non ancora islamizzato ha dirottato su fede e teologia. Nemmeno questa una novità, dunque. In definitiva certe correnti si possono far risalire perfino al massone cattolico Joseph De Maistre (ammirato da quel “satanista” di Baudelaire) e all’infedele discepolo dei controrivoluzionari Félicité de Lamennais, nonché ad Antoine-Frédéric Ozanam - beatificato campione del cattolicesimo democratico – e al suo amico Lacordaire, ambedue non distanti dal “Dio e popolo” mazziniano. Avvicinandoci al socialismo vero e proprio ci si imbatte in Dorothy Day e al “Catholic Worker”, a Peguy, a Felice Balbo, a Jacques Ellul, alle Acli - e volendo anche al “distribuzuionismo” di Chesterton e all’estetismo di Oscar Wilde - molto prima di approdare al Catto-comunismo di Claudio Napoleoni, Antonio Tatò ed Enrico Berlinguer, probabilmente punti di riferimento “gramsciani” ancora freschi per Fusaro, che magari ricicla attraverso Mario Tronti e Massimo Cacciari, per quanto il suo dichiarato maestro Costanzo Preve li avesse ambedue in uggia quali “operaisti”. Come nelle noiosate di Cacciari Fusaro ricorre al Katechon di Paolo di Tarso, ciò che impedirebbe all’Anticristo di dilagare (“il potere che frena” è un libro adelphiano di Massimo Cacciari ma si veda il recente libro di Francesca Monateri). Il termine è usato per indicare ciò o chi blocca o perlomeno rallenta il nichilismo contemporaneo. Viene da chiedere perché ricorrere a questo termine derivato dalla teologia per esprimere la necessità di questa decelerazione o frenata. C’è dietro l’abitudine teoricistica di certa filosofia che volendo sfuggire (attraverso il Katechon?) alla banalità si autobanalizza.  Nichilismo coincide per Fusaro con materialismo. Da un certo punto di vista potrebbe sembrare la difesa del materialismo di Marx da quello volgare, ma il nostro non si accontenta di questo.  Postmoderno e relativismo nichilista ci hanno fottuto la Trascendenza. Avevamo un papa restauratore, ancorché un po’ civettuolo nel mostrarsi con le babbucce rosse, e ci siamo lasciti fottere anche quello.  Il filosofo marxista, tuttavia di formazione cattolica e scolaro di Jean Guitton,, Louis Althusser, pensò bene di sopprimere il,materialismo volgare sopprimendo la moglie, vecchia comunista resistenziale di frequentazioni trotzchiste.  Sempre in Francia, paese caro ai papi, sembra che la trascendenza il cardinale Danielou la trovasse nella casa della prostituta dove, plausibilmente felice, morì. Il “catecontico” Fusaro scrive invece libri a ripetizione e ci vuol convincere che non c’è sacro con l’ateismo, c’è sacro solo con dio, col prete, con la liturgia cattolica (meglio se tridentina). Mi sembra più convincente la Juliette del Marchese de Sade che alle prostitute diceva che il loro corpo è il tempio dove vuole essere adorata la natura.”

Per “fogli di via”