Carlo
Romano
eccentrici
Edith Sitwell era una
signorina inglese appassionata di poesia e cultura moderna. Coi fratelli, Osbert e Sacheverell, approntò
una rivista attenta alle sperimentazioni moderniste. Il suo Façade costituì un importante evento delle
performances d'avanguardia nell'Inghilterra degli anni Venti e la sua
autobiografia divenne un classico del genere.
Per i distratti la Sitwell si incarnava tuttavia nell'immagine di una
secca dama stravagante e nasuta che, immortalata da pregiati fotografi, era usa
addobbare il capo con graziosi piccoli turbanti, velette e cappellini di sicuro
effetto. Esperta a sua volta delle altrui stravaganze, a lei si deve un libro, British eccentrics, che costituisce una
base d'eccellenza per ogni indagine sulle bizzarre peculiarità di taluni
abitanti dell'isola di Albione. Anche Jean-Noel Liaut consacrando il suo Gli angeli del bizzarro (edito in Italia
da Exelsior 1881) a "un secolo di eccentrici" deve a un certo punto
ammettere come queste peculiarità siano etnologicamente fondate, per quanto
dichiarando le intenzioni del libro abbia poco prima affermato l'ovvio, vale a
dire che "l'eccentricità non conosce confini".
Non è un caso d'altra
parte che in questa godibile sequenza di abili schizzi, chi merita un capitolo
intero sia un colto e nobile gruppo famigliare inglese, quello delle sei
sorelle Mitford, assurto al rango di irrinunciabile vedette nelle conversazioni
degli snob ed omaggiato per giunta da commedie e sceneggiati televisivi. Fin da
piccole le sorelle si costituirono in una sorta di società segreta ed
adottarono fra loro un linguaggio cifrato. Le più giovani divennero una, Unity
Valkyrie, l'amica inglese di Adolf Hitler e l'altra, Jessica, una fervente
comunista che ammise di aver preso in considerazione l'eventualità di doverla
sopprimere - ciò nondimeno fu Unity che cercò di darsi la morte quando il suo
idolo mosse la guerra all'Inghilterra. La sorella Diana, per parte sua, fu la
moglie di Oswald Mosley, il capo dei fascisti inglesi. Va osservato che alla
comunista Jessica si deve quel Sistema di
morte americano che indagando la spericolata estetica delle pompe funebri
può essere ricordato come un involontario quanto spiritoso capolavoro
dell'inchiesta sociologica. La maggiore, Nancy, ci ha lasciato invece alcuni
romanzi che raccontano in sostanza le vicende dei suoi originali famigliari,
quantunque celati da nomi di comodo (famoso da noi è Amore in climi freddi, riproposto da Giunti qualche anno fa). Per
parte sua la mamma da bambina era stata membro di quell'esclusivo circolo di
fanciulline stuzzicate dall'autore di Alice
nel paese delle meraviglie.
Certi mezzi per farsi
notare, come quelli che le Mitford sperimentarono, sembrerebbero tuttavia
appannaggio più di intelligenze frustrate e di individui socialmente marginali
che di belle ragazze ricche, aristocratiche, erudite, ben alloggiate. Andy
Warhol ha rappresentato in modo sommo il genere, giungendo ad influenzare l'opinione
pubblica finché essa non l'ha riconosciuto come "genio". Assai prima
di lui, e in un diverso contesto, il colpo riuscì perfettamente a Gabriele
D'Annunzio, solo che l'italiano, a differenza dell'algida e programmata
timidezza del pittore, si consacrò a comportamenti estremi ostentando una
sicurezza attraverso la quale accanto al genio letterario (e a quello di far
debiti) poté mettere la seduzione, malgrado la bruttezza e il fisico più che
modesto. Eppure i ricchi e ricchissimi angeli del bizzarro, dediti in qualche
modo ad attività artistiche, sono tutt'altro che pochi, basti pensare a Raymond
Roussel, l'autore di Impressioni d'Africa
cui erano devoti i surrealisti, che girava per l'Europa a bordo di una
"casa viaggiante" insieme a due autisti e al domestico, incaricato
per altro di servirgli ad ogni occasione fino a oltre venti portate, consumate
dallo scrittore in modo assolutamente solitario, a meno di non considerare la
morfina una compagnia. Per le sue stravaganze Roussel aveva del resto trovato
ispirazione fin da bambino nei genitori. Si racconta che sua mamma avesse
organizzato una lussuosa crociera per raggiungere l'India e che quando col
cannocchiale finalmente la inquadrò si mettesse ad esclamare: "Ecco le
Indie, capitano torniamo in Francia!". Di fatto noi guardiamo a certe
insolite manifestazioni del comportamento alla luce della società di massa e
delle relative rapide comunicazioni, ma nel passato erano proprio i ricchi a
potersele permettere, o perlomeno ad avere i mezzi per tramandarle. Bisognava
esserlo per forza se si voleva costruire un maniero ricco di eclettiche
collezioni, dai grandi capolavori ai semplici parafernalia, come quello di
Strawberry Hill concepito da Horace Walpole, lo scrittore "gotico"
che introdusse il termine "serendipità" a indicare le scoperte
casuali. Il ventesimo secolo ha permesso viceversa a un umile postino francese,
Ferdinand Cheval, di edificare la fantastica costruzione che i posteri hanno
considerato quale massima espressione dell'architettura spontanea, tanto che
Andrè Malraux, in veste di ministro, la dichiarò monumento nazionale. Ma a
proposito di scoperte casuali, che dire di quella fatta al Bois de Boulogne
dalla dimenticata, ricca ed elegantissima scrittrice Daisy Fellowes? La signora
stava passeggiando con un amico quando fu colpita dall'adorabile eleganza di
alcune bambine. Chiese chi fossero: "le sue" le fu risposto.
“Il Secolo XIX”, 9 giugno 2008