Bo Botto
Dresda, apocalisse
Richard Peter sr.: DRESDA.
SGUARDI SULL'APOCALISSE. A cura di Andrea Lombardi. Italia Storica, 2020
Il 13 e il 14 febbraio
del 1945 tre attacchi di oltre 1500 bombardieri Lancaster della Royal Air Force e B 17 della USAAF ridussero in macerie il
centro storico di Dresda, "la Firenze del nord". La città era dal punto
di vista bellico trascurabile e gli obiettivi che potevano con qualche sforzo
essere considerati strategici - come snodi ferroviari e industrie - furono
toccati solo di striscio. Le cifre dei morti rimangono controverse e allo
stesso tempo enormi (e oltre agli esseri umani un pensiero dovrebbe correre
anche agli animali, a cominciare da quelli dello zoo).
Il fotografo, da anni
cittadino di Dresda, Richard Peter sr. (1895-1977)
tornò in città a settembre e trovò, com'era prevedibile, il suo archivio distrutto.
Come altri fotografi che documentarono le rovine delle città tedesche (due
famosi nomi per tutti: Herbert List e Monaco e August Sander
a Colonia) con una Leica ricevuta in regalo prese a fotografare l'apocalisse.
La torre del municipio, per quanto palesemente danneggiata, era rimasta in
piedi coi suoi 100 metri di altezza. Il fotografo salì i suoi caracollanti
gradini varie volte aspettando per giorni la luce giusta e da questo punto
privilegiato fotografò finalmente le rovine della città dall'alto con in primo
piano la statua della "bonitas". La
fotografia è oggi una delle icone più conosciute dei disastri della guerra.
Recensendo il libro di David Irving su Dresda per “Konkret”
nel 1965, l’allora brillante giornalista Ulrike Marie Meinhof,
ben prima di passare alla “lotta armata”, osservò: “La guerra contro Hitler a
Dresda è degenerata in ciò che si cercava di combattere e che in realtà si era
combattuto: barbarie e disumanità, per le quali non c’è alcuna
giustificazione”.
Nel 1949 uscì in volume,
con una tiratura eccezionale per l'epoca, Dresden, Eine
Kamera klagt an, la
raccolta delle sue fotografie. Formatosi in ambito socialista e comunista,
Peter, malgrado i problemi che ebbe per aver troppo curiosato sul caso di
funzionari corrotti, vide il suo libro utilizzato anche in chiave
propagandistica dalla Germania comunista come atto d'accusa nei confronti di
inglesi e americani e ottenne diverse ristampe. Oggi come oggi temeraria sul
piano del mercato editoriale, ma senz'altro opportuna su quello culturale,
l'edizione italiana riporta in appendice due saggi e una testimonianza oculare
oltre a proporre alcune immagini di Walter Hahn sui
roghi dei corpi delle vittime dei bombardamenti.
“Fogli di Via”, luglio 2020