Massimo Bacigalupo

Steiner, l’occhio acuto sul ’900, David, la passione per l’umanità

George Steiner, che con Dopo Babele (1975) scrisse il libro principe, osannato e contestato, sui misteri della traduzione; Michel David, che rivelò con La psicoanalisi nella cultura italiana (1966) il ruolo di Freud e compagni nei principali scrittori italiani del ’900. Due critici maestri morti lo stesso giorno, il 3 febbraio, Steiner a 89 anni a Cambridge, il savoiardo David a 96 anni a Chambéry, non lontano dalla natia St-Michel-de-Maurienne. Sono esempi delle gioie della comparatistica, che si muove agilmente fra testi in più lingue con curiosità inesausta. Steiner era anche un creativo, romanzi, scritti biografici… Condusse una lunga lotta con l’accademia inglese, che non l’accettò mai del tutto: nato a Vienna, studi negli Stati Uniti, Hölderlin Croce Mandel'štam citati a tutto spiano. È più degli americani questo divagare fra libri, autori. grandi eventi (per Steiner la Shoah, prima che acquistasse l’onnipresenza odierna). Morte della tragedia, Antigoni (al plurale) sono suoi titoli. ­­Steiner è un critico tragico, apocalittico, che molto si prende sul serio. (A chi gli chiedeva come volesse essere considerato, rispose senza batter ciglio: “un maître à penser”.) A Oxford e Cambridge era mal tollerato e per decenni gli fu negata la cattedra (insegnò a Ginevra).

Ben diverso Michel David, genovese d’adozione, professore d’italiano a Grenoble, un uomo che procedeva leggero con infinita erudizione su temi simili (l’inconscio, Il diario), ma guardati di scorcio. L’immaginario della biblioteca è il titolo di un suo libro del 2012 (Aracne), e dietro c’è Borges, a cui Steiner (agile nella scrittura) plaudiva nel 1970 dalle eleganti colonne del “New Yorker”. Nella Biblioteca di David incontriamo Narciso, le sinestesie, Fedra, Boccaccio “pornoscopo”, Larbaud, Biamonti, Viviani. Gli piacevano i dimenticati e curiosi, Gian Dàuli, i librai Romano della genovese Galleria Mazzini.

Steiner fu una volta a Genova per tenere una conferenza in un pessimo italiano (debolezze da maître). David lo si vedeva con la moglie Tilla Parodi al Caffè Mangini, sulla “piazza più bella d’Italia”, a gustare lo spettacolo degli avventori con la loro varia umanità.

George Steiner e Michel David fanno ora parte per noi di quell’inesauribile spettacolo.

“Secolo XIX”, 5 febbraio 2020