Nicola Caricola

de Benoist, 80 anni

A fine novembre alla Nouvelle Librairie di Parigi, in rue Médicis, è stato presentato il saggio di Francois Bousquetm Alain de Benoist à l’endroit (ovvero “per il verso giusto”) e Un chemin de pensée, opera collettiva curata da Guillaume Travers, sempre su de Benoist, che lunedì 11 dicembre compirà ottant’anni.

Uno dei Paesi che ha avuto più attenzione per lui è l’Italia. Tra i suoi primi interlocutori tra 1964 e 1966, ai tempi della rivista “Europe Action” di Jean Mabire, c’è Antonio Lombardo, poi stretto collaboratore di Amintore Fanfani.

Nel 1968 de Benoist fonda la rivista “Nouvelle Ecole, i cui primi numeri sono ciclostilati, e il Groupement de Recherche et Etudes pour la Civilisation Européenne (Grece), che da alcuni anni ha una filiale italiana.

Nel 1973 de Benoist partecipa al convegno torinese del Cidas. Dal 1977 i contatti con l’Italia si intensificano e oggi de Benoist ha – nella cultura italiana – il ruolo di riferimento che, tra dopoguerra e anni ’70, era di Jean-Paul Sartre.

Non è stato senza contrasti. Basti un aneddoto.

Primavera del 1979, Giorgio Pisanò è direttore politico di “Candido”, che dall’autunno precedente pubblica ogni settimana articoli di Alain de Benoist, Michel Marmin (critico cinematografico del “Figaro”) e Jean-Claude Valla (redattore capo del “Figaro Magazine” e di “Eléments2). Già da metà anni ’70 anche in Italia si parla di nouveaux philosophes. Fra loro, Jean-Marie Benoist, il cui nome viene confuso con quello di Alain de Benoist. E mentre “Il Giornale” – epoca Montanelli – pubblica saltuariamente articoli di Jean-Marie Benoist, che viene da sinistra e va a destra, per la ragione contraria non pubblica quelli di Alain de Benoist. “Candido”, che pubblica Alain de Benoist tra novembre 1978 e luglio 1979, smette di farlo all’apparire del quindicinale, “Linea”concorrente. Solo che a “Linea” de Benoist non collabora…

Delle idiozie il tempo fa giustizia. Da metà anni ’90 articoli di Alain de Benoist appaiono anche su “Il Giornale”, dove, dal 2008 al 2010, uscivano magari accanto a quelli di Max Gallo, giornalista e storico socialista francese d’origine nizzarda. L’insolito è nel fatto che, da direttore del “Matin de Paris” sotto Mitterrand, Gallo firmava o faceva firmare requisitorie a raffica contro Alain de Benoist.

Curiosità: editore del “Giornale” ed editore del “Matin de Paris” erano la stessa persona: Silvio Berlusconi.