Carlo Romano
Bruno Corra: Con Mani di
Vetro
L'aristocratico ravennate
Bruno Ginanni Corradini (1892-1976) aderì presto al Futurismo col fratello
Arnaldo, pittore. Più noti come Corra e Ginna (pseudonimi in tutti i sensi
veloci suggeriti da Giacomo Balla) i due furono nel movimento di Marinetti in
una accentuazione fantastica (che si sarebbe detta da lì a poco “surreale”)
alla quale non era estraneo l'interesse per l'occultismo, ben evidente per
altro nell'opera pittorica di Arnaldo (e nel suo romanzo La locomotiva con
le calze, pubblicato da Facchi nel 1919). Ambedue si estraniarono tuttavia
nel giro di qualche anno (benché non del tutto) dall'avanguardia organizzata:
Arnaldo continuando la sua attività artistica occupandosi nel contempo di
critica, anche cinematografica; Bruno passando alla letteratura cosiddetta “di
consumo” dopo che con Sam Dunn è morto (1917, Edizioni Futuriste di
“Poesia”, riproposto nel 1970 da Mario Verdone con Einaudi) aveva munito il
Futurismo – ammesso che glielo si possa collegare pienamente - di una delle sue
più straordinarie opere letterarie, intrisa di superomismo magico, drogato,
medianico e anarcoide (un “anarca” jungeriano in anticipo?). I successivi
romanzi di Corra - fossero fantastici, con corredo di scienziati pazzi,
sentimentali, erotizzanti o storici - non tradirono in fin dei conti la visione
originale di questa straordinaria prova.
Con Mani di Vetro (Studio Editoriale Lombardo,
1916) raccoglie vari testi brevi che vanno dal 1910 al 1914, gli anni della
rivista “il Centauro”, fondata con Carli e Settimelli (coi quali, e con
Ginna e Chiti, nel '16 parteciperà all'uscita de “l'Italia Futurista”) e
dove teorizzò “il liberismo”, vale a dire la libera espressione senza limite
alcuno. Sia che adotti intonazioni coerenti col Futurismo - anche nel caso risultino
precedenti all'adesione vera e propria - sia che queste si facciano più
personali, l'individualità di Corra emerge impellente.
Un esempio del primo caso:
“...
noi vi preghiamo, vecchi,
finite, vi promettiamo
un bel funerale, inni
fanfare, tutti verranno,
vi copriranno di fiori la
tomba, vi piangeranno;
noi vi preghiamo, vecchi,
finite, vecchi, MORITE!
(I Vecchi, 1910)
E uno dal secondo:
“... ho fiammate nevrasteniche
freddamente intrise di purezza e di disperazione il cui vertice vibratile e
martoriato lingueggia verso qualcosa di immensamente squilibrato: In uno di
questi momenti avrò l'ispirazione genialissima ed istantanea. ...”
(Per l'Onnipotenza)
L'anno di pubblicazione del
libro è anche quello della realizzazione di Vita Futurista, il
leggendario film diretto dal fratello cui egli collaborò insieme a Balla e
Marinetti e del quale purtroppo sono sopravvissuti solo alcuni fotogrammi.
(Resta da avvertire che nel
1956, conclusa la sua cospicua attività di romanziere, Bruno Corra pubblicò con
Garzanti il manuale Come diventare scrittore di successo)
“Fogli di Via”, materiali d’archivio,
marzo luglio 2014