Domenico Letizia

trapianti cinesi

David Matas e Torstey Trey: ORGANI DI STATO.  L’abuso dei trapianti in Cina. Antonio Stango Editore, 2013

Nata nel 1982, la Antonio Stango Editore opera nei campi della produzione libraria, delle riviste culturali, dell'informazione locale, particolare interesse della casa editrice è la promozione dei diritti umani e civili e in quest’ottica risulta di notevole interesse il volume “Organi di Stato. L’abuso dei trapianti in Cina” a cura di David Matas (avvocato internazionale per i diritti umani e candidato Premio Nobel per la Pace nel 2010) e Torstey Trey. Il volume tratta della sistematica violazione dei principali diritti umani in Cina nei confronti dei detenuti, una storia dell'orrore, terribile e reale, se pensiamo che il contesto di riferimento è la Cina e i protagonisti “donatori” sono i prigionieri.  La Cina non ha un sistema pubblico di donazione di organi ma è il secondo Paese al mondo per numero di trapianti eseguiti ogni anno. Semplice dedurre e pensare ad una rete criminale che in forma clandestina gestisce questo “business” milionario, come accade in molti Paesi del mondo, dove ad uno Stato che tutela i diritti dei donatori e dei riceventi si affianca una criminalità, più o meno organizzata, che sfrutta la disperazione di chi preferisce fare a meno di un organo in cambio di qualche mese di reddito, in Cina è direttamente lo Stato che interpreta la parte dei criminali. In Cina la pratica di espianto di organi dopo l’esecuzione dei prigionieri è cominciata e metà degli anni 80. Da allora i prigionieri giustiziati sono stati effettivamente la fonte principale di trapianto di organi. Uccidere individui, denunciano gli autori, sotto le mentite spoglie di “giustiziare prigionieri” è diventata una parte essenziale della medicina dei trapianti. Amnesty International ha stimato che in Cina vengono giustiziati 2.000 prigionieri all’anno, altre stime parlano di un picco che tocca le 8.000 esecuzioni all’anno. La risposta del Partito Comunista Cinese è quella della negazione, non vi sarà nessuna concreta vittoria finché il Partito Comunista Cinese non permetterà un’indagine sul campo a partire dai principali giustiziati, le minoranze Uiguri, i Tibetani e i cristiani indipendenti. Dalla lettura del volume si intuisce il perché del necessario intervento delle organizzazioni umanitarie e delle comunità internazionale, compresa la Comunità Europea, nel fermare tale massacro istituzionalizzato dalla dittatura della Repubblica Popolare Cinese. La Repubblica cinese ha annunciato che solo a partire del 2015 inizierà una graduale messa al bando dell’espianto coatto di organi dei detenuti. Libro fondamentale perché diffonde informazione su una tematica raramente trattata dagli organi di stampa, una tematica di una gravità inaudita per il rispetto della dignità umana e per i principi minimi delle libertà individuali fondamentali. La casa editrice è “Antonio Stango Editori”, casa editrice decisamente da conoscere e apprezzare, ricordiamola.

“Fogli di Via”, novembre 2014