François Cavanna, fiero delle sue
origini italiane e popolari che gli ispirarono il romanzo autobiografico Les
ritals, fu una colonna di “Hara Kiri”, “giornale odiato
all’unanimità” messo al bando nel 1969 per “contenuti pornografici”. Nacque a questo
punto “Charlie
Hebdo”. In “Bête et méchant” e in “Les yeux plus grands
que le ventre” raccontò le sua esilarante esperienza di redattore delle
riviste. Si fece anni fa molto rumore intorno alla seconda testata a causa di
certe vignette di Siné ritenute antisemite. Successe altrettanto per i disegni
di Cavanna su Maometto. Si difendeva in realtà la libertà di pensiero contro
ogni forma di intimidazione religiosa. Scrisse Cavanna: “Voi, i cristiani, gli
ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli avventisti, i panteisti, i
testimoni di questo e di quello, i satanisti, i guru, i maghi, le streghe, i
santoni, quelli che tagliano la pelle dell’uccello ai bambini, quelli che
cuciono la passera alle bambine, quelli che pregano in ginocchio, quelli che
pregano a quattro zampe, quelli che pregano su una gamba sola, quelli che non
mangiano questo o quello, quelli che si segnano con la destra, quelli che si
segnano con la sinistra, quelli che vanno col Diavolo perché delusi da Dio,
quelli che pregano per far piovere, quelli che pregano per vincere al lotto,
quelli che pregano per scongiurare l’Aids, quelli che si cibano di Dio a
rondelle, quelli che non pisciano mai controvento, quelli che fanno l’elemosina
per guadagnarsi il cielo, quelli che lapidano il capro espiatorio, quelli che
sgozzano le pecore, quelli che credono di sopravvivere nei loro figli, quelli
che credono di sopravvivere nelle loro opere, quelli che non vogliono
discendere dalla scimmia, quelli che benedicono gli eserciti, quelli che benedicono
la caccia, quelli che cominceranno a vivere dopo la morte… Tutti voi, che non
potete vivere senza Babbo Natale, privi di un Padre punitivo. Tutti voi, che
non sopportate di essere nient’altro che vermi col cervello. Tutti voi, che vi
siete dotati di un dio “perfetto” e “buono” tanto stupido, tanto meschino,
tanto sanguinario, tanto geloso, tanto avido di lodi quanto il piu’ stupido, il
piu’ meschino, il piu’ sanguinario, il piu’geloso, il più avido di lodi tra
voi. Oh, tutti Voi NON ROMPETECI I COGLIONI! Fate le riverenze nella vostra
capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi.
Non rompeteci i coglioni, cani!”
Pubblichiamo qui, tratte da “Le Monde”, due delle testimonianze
raccolte in occasione della morte sotto
il titolo: Cavanna, l’anti paraculo per eccellenza!
François Cavanna (1923-2014)
Scrittore e giornalista François Cavanna, fondatore
di “Hara Kiri” e “Charlie Hebdo”, autore di una cinquantina
di libri , è morto Mercoledì 29 gennaio all'età di 90 anni. I suoi
coetanei e amici gli rendono omaggio.
Wolinski: "Un
uomo che ho veramente rispettato e amato"
"Cavanna, è lui l'uomo che mi ha aiutato
a diventare Wolinski. L’ho incontrato la prima volta nel 1960.
Ero in permesso, facevo il militare in Algeria. Non lo conoscevo. Ho visto
l’annuncio per "Hara-Kiri, giornale stupido cattivo". Mi
ha liberato, e non ha mai smesso. Il mio primo disegno era una parodia di Aprés
la bataille di Victor
Hugo. La prima pubblicazione è il dono più grande che si possa fare
a un giovane disegnatore. Nelle ultime settimane, ha continuato a
lavorare con noi, ci ha inviato il suo bollettino di salute
dall’ospedale. Era un grande amico, un uomo che ho veramente rispettato e
amato. È insostituibile. Sono molto triste oggi.”
Siné: "Era un
ragazzo d'oro, come non ce ne sono più!"
"Francois era un vecchio amico. Era
tutt'altro che stupido e cattivo! Tanto che è stato truffato per
tutta la vita! Ha iniziato Choron*, ha
finito Charb*! Quest’ultimo ha
saccheggiato il diario a cui teneva tanto. Ne fu profondamente
colpito. Era un ragazzo d'oro, come non ce ne sono più! È
insostituibile. Sono molto triste.”
*Prof, Choron, In realtà Georges Bernier, scrittore e cantante,
co-fondatore di “Hara Kiri”. Prese il
nome dalla strada in cui aveva sede la rivista.
*direttore di “Charlie Hebdo”