le voci che corrono
Paola Calvetti*
> Paola Calvetti, Né con te né senza di te, Bompiani, Milano 2004
"Vorresti aiutarmi? Amami"
Vera, giornalista e scrittrice milanese, uccide
- apparentemente senza alcun motivo - il suo compagno, Nicola, avvocato molto
più giovane di lei, prima di togliersi a sua volta la vita. Sarà il loro
migliore amico, omosessuale, il pubblicitario Francesco, a interrogarsi
(proprio come accade in La signora della
porta accanto di François Truffaut) su un senso che sembra ossessivamente
sfuggire ad ogni interpretazione. E tuttavia la sua ansia ricostruttiva,
l'accurato vaglio dei pur minimi dettagli della vita di Vera e Nicola,
inseguiti sul filo di un'amicizia che anche dopo l'accaduto non vuole e non può
cessare, si rivelerebbero inutili, se non fosse la stessa Vera a svelare, prima
di morire, le tracce della sua imprevedibile follia. Paola Calvetti si addentra
con questo suo nuovo romanzo nei labirinti della passione e delle sue
inconfessabili ragioni, con una levità che potrebbe trovare un riscontro
figurativo nelle movenze nervose di una danza. Un noir rigoroso, che scardina
le tradizionali regole della fiction e approda a una realtà più sfaccettata di
quella che abitualmente ci circonda. Per riuscire a dire con occhi asciutti la
difficile verità dell'amore.
L’editore
§
Il sipario si apre sulla scena del delitto. Nella loro casa milanese di
via Lomazzo 31 sono rinvenuti i cadaveri della scrittrice Vera Solari, anni 54,
e del fidanzato Nicola Rovati, avvocato quarantunenne. Il giallo non consiste
nella ricerca del colpevole, perché a sparare all’uomo è stata la donna,
suicidatasi subito dopo. L’interrogativo riguarda invece il perché: il mosaico
narrativo, pazientemente orchestrato da una struttura che ordina i capitoli
come frammenti di un puzzle fatto di flashback, cerca il movente
(«vocabolo misero e inadeguato») di un omicidio-suicidio, apparentemente «inspiegabile»,
di due innamorati felici, ricchi e colti (fino a sfiorare qua e là un birignao snob).
Alternando la voce passata di Vera a quella presente di un amico omosessuale
della coppia, che non sa capacitarsi della tragedia, il romanzo si presenta fin
dal titolo e dalla prima pagina come un omaggio (e una variante) a un
bellissimo film dell’ultimo Truffaut, La signora della porta accanto
(1981). Indagando sul mistero che si nasconde fra le pieghe dei sentimenti e
del sesso, Paola Calvetti, giornalista di Repubblica proprio come la sua
enigmatica «eroina», racconta un «amore malato» per farci dubitare che possano
esistere «amori sani». Contrappone all’appassionata emotività di Vera la gelida
burocrazia dei rilievi tecnici della Squadra Mobile e delle autopsie del medico
legale. Interrogandosi sull’identità di quello che chiamiamo amore, ci convince
quando scioglie i nodi dell’anima con la fresca naturalezza di intense pagine
erotiche e ci annoia con gli uggiosi inserti del racconto scritto da Vera. Ci
intriga finché lascia nell’ambiguità il groviglio degli affetti e ci delude
proprio alla fine, quando abbozza una prosaica spiegazione.
Fabio Canessa, “Il Domenicale”,
15 maggio 2004
*
Paola Calvetti,
giornalista, vive a Milano. Ha esordito nella narrativa con L'amore segreto
(Baldini & Castoldi, 1999), a lungo nelle classifiche dei best seller e
tradotto in dodici Paesi, seguìto nel 2000 da L'addio (Rizzoli).