gente di Liguria
Carlo Romano
Bruno Bertozzi e le edizioni Phoenix
Conosco Bruno Bertozzi da un fottutissimo numero d’anni. Ricordo, fra l’altro, che una
volta - con mio fratello alla guida di un eroico “maggiolino” a corto di freni -
piombammo insieme su Parigi. Sarà stato il 1970 e Bruno aveva sì e no 18 anni.
Non starò a dire di come poi salimmo al nord per vedere l’oceano o di come ci
recassimo a una festa del giornale comunista per assistere agli incontri di
“catch”. L’avventura era d’altra parte assai modesta e quel che ci motivava era
invero l’andar per libri. Rammento di quando entrammo al Palimugre,
la libreria di Jean-Jacques Pauvert,
con lo stesso riguardo che si presta alle chiese. L’obbiettivo erano i libri di
Fulcanelli e di Canseliet.
Già allora appassionato di ermetismo, pur così giovane (all’epoca gli anni che
ci separavano sembravano un’enormità) Bruno era ben orientato quanto a scelte,
persino raffinato. Tale si è mantenuto in tutto questo tempo, sia come
collezionista che come editore. Un editore frugale, beninteso, con pochi titoli
nel listino, eppure di gran vanto, nonché a limitata tiratura. Con la sua sigla
editoriale, Phoenix (C.P. 63, Genova 52; tel.:
0106505851), sono usciti, fra l’altro, la prima traduzione italiana del Trattato
Ermetico di d’Espagnet, un classico
dell’”illuminismo magico” come l’Origine di tutti i culti di Dupuis, libri di Pernety, Paracelso e altro. Da ultimo Bertozzi ha pubblicato (in
anastatica) Le Savoir d’Astaroth
le cui uniche copie conosciute erano fino ad oggi le pochissime - una ventina -
che lo stesso autore, S.U. Zanne (A.H. Van der Kerchove,
1838-1923), aveva riprodotto per i discepoli, uno dei quali, F.Gilliard, definì l’opera “un’alchimia verbale”
intraducibile dalla lingua francese, ritenuta da Zanne quella che meglio si prestava alle assonanze
e ai giochi di parole (c’è anche stato chi ha messo questo autore fra i
precursori del surrealismo).
Insieme a questa pregiata attività, Bruno Bertozzi
svolge quella di esperto bibliografo e fa commercio di libri esauriti e rari.
Mi risulta che il suo listino, per quanto umile e austero, sia oggi in Italia
l’unico esclusivamente intitolato alle
“scienze occulte”. Come tutti coloro che commerciano in antiquariato, Bertozzi si lamenta della difficoltà che si incontra nel
reperimento del materiale da offrire. Non è semplice indagarne i motivi in
questa sede, fatto sta che con la domanda è cresciuto anche il numero di coloro
che scelgono la via (favorita da
Internet) della cessione diretta – senza contare che attraverso le cifre lette
sui cataloghi chiunque può pensare di avere in casa un piccolo tesoro del quale
è meglio non disfarsi in fretta. Nell’ambito dell’esoterismo
antiquariale, non si può fare a meno tuttavia di
notare che la parigina Table d’emeraude - gloriosa libreria frequentata dai grandi
occultisti e dai letterati del XX secolo - ha chiuso i battenti e che
l’olandese Schors - forse la più
importante del mondo – si dedica ormai soltanto all’attività editoriale. Agli
alti livelli, c’è ancora Quaritch a Londra,
grande antiquario generalista che una o due volte
all’anno dedica i suoi impareggiabili cataloghi (a loro volta materiale da
collezione) all’esoterismo. In Italia sopravvive a
Roma la libreria Aseq, la quale però, a
differenza di Bertozzi, non pubblica alcun listino.
“Il secolo XIX”, 10
febbraio 2005