Carlo Luigi Lagomarsino
Maria Luisa Berneri fra utopia e guerra
Aa.Vv.: MARIA
LUISA BERNERI E L'ANARCHISMO INGLESE. Biblioteca Panizzi – Archivio Berneri-Chessa, 2013
Sempre
belli e graficamente curati, ai libri dell'ArchivioBerneri-Chessa
– oggi stabilmente a Reggio Emilia presso la biblioteca Panizzi – si deve fra
l'altro la pubblicazione degli atti di importanti convegni e giornate di studio
che via via ha organizzato. Quello su Maria Luisa Berneri e l'anarchismo inglese ha particolare rilievo
perché della figlia di Camillo, nonché consorte di Vernon Richards, in Italia,
per quanto tutt'altro che sconosciuta, è stato pubblicato un solo testo,
seppure il principale, quel Journey trough Utopia (uscito postumo nel 1950) che nel 1951
venne segnalato sul “Mondo” diretto da Mario Pannunzio
e più tardi vide cedere l'opzione sui diritti di pubblicazione alle Edizioni di
Comunità, senza che però vi dessero seguito. Il libro fu pubblicato poi (nel
1981) dallo stesso Archivio Berneri, ancora guidato
dal suo fondatore Aurelio Chessa, quando aveva sede a
Pistoia. “Un'edizione che rimase però chiusa nel circuito strettamente
militante”, come osserva Carlo De Maria nella puntuale biografia messa in testa
agli atti del convegno.
Non
meno puntuali e ricchi di informazioni sono gli interventi, nell'ordine, di
Giampietro Berti, Pietro Adamo, Enrico Acciai, Claudia Baldoli,
Carissa Honeyell, Pietro Di
Paola, Antonio Senta e Mariuccia Salvati che nelle conclusioni ricorda
l'affinità fra la rivista americana “Politics”,
fondata da Dwight Macdonald dopo la lunga
collaborazione alla “Partisan Review”,
e i temi cari a Maria Luisa Berneri, specialmente
trattandosi di pacifismo e denuncia dei metodi usati dalle forze armate alleate
nel corso della Seconda guerra mondiale: Altro elemento di concordanza con la
rivista americana, azzarda Mariuccia Salvati, sarebbe da ritrovare nella
rubrica Ancestors (“si direbbe voluta e
ispirata da Chiaromonte”) rivolta allo studio delle
minoranze e le eterodossie del pensiero socialista.
Sulle
questioni legate alla guerra si soffermano ad ogni modo un po' tutti i
relatori. Claudia Baldoli ricorda come la Berneri si chiedesse: “le bombe, il mezzo con cui la
democrazia intendeva combattere il fascismo, distruggono l'hitlerismo? Vengono
lanciate sui capi nazisti, sulla classe dirigente tedesca? “. Al contrario,
ricordava la Berneri, si abbattevano sui quartieri
operai delle città, spesso le zone più antifasciste. Antonio Senta sottolinea
da parte sua come “Maria Luisa Berneri fin dai
primissimi anni Quaranta” negasse “la validità di qualsiasi interpretazione che
veda la Seconda guerra mondiale come scontro ideologico fra due schieramenti:
la democrazia da una parte e il fascismo dall'altra”. A tal riguardo meritano
particolare attenzione i contributi che, come quello di Pietro Adamo, tentano
di risalire alle coordinate intellettuali della scrittrice militante e alla
rete di contatti che la legavano all'anarchismo in Inghilterra.
“Fogli di Via”, marzo-luglio
2015