Massimo Bacigalupo

Spender. Via dalla folle omofobia dell’Inghilterra

1935-36. Christopher Isherwood e Stephen Spender, di rispettivamente 31 e 26 anni, prendono casa a Sintra, rigoglioso luogo di villeggiatura presso Lisbona, insieme ai loro compagni: il ventenne berlinese Heinz che vive con Christopher dal 1931, e Tony Hyndman, figlio di un oste ed ex-marchetta con cui Stephen nel 1933 ha esplorato  Roma, Firenze e Levanto. Scopo del soggiorno: lontananza dall’Inghilterra che criminalizza l’omosessualità, scenario ameno a buon prezzo, tempo per scrivere. Isherwood lavora a un  romanzo che poi abbandona per gettarsi nel libro che gli dà la fama, Addio a Berlino. Spender, poeta e intellettuale impegnato, lavora a racconti e a un libro sul comunismo, Oltre il liberalismo, che non piacque ai compagni inglesi perché  uscì nel 1937 con una prefazione che denunciava le purghe di Mosca. Durante il soggiorno di Sintra, Christopher e Stephen tennero un diario comune, con interventi anche di Tony, che non voleva essere secondo a nessuno fra tanta intelligenza, mentre il bravo Heinz che non parlava inglese si occupava soprattutto di giardino, pollaio e conigliera.

    Ora, quasi un secolo dopo, questo Diario di Sintra viene pubblicato da Matthew Spender, operoso figlio di Stephen, nella traduzione frizzante di Luca Scarlini (Barbès, pp. 268, euro 16,00). Un caso letterario, perché di questo Sintra Diary l’edizione inglese è ancora in fieri, per cui curiosamente sono i lettori italiani che possono pregustare un testo che dice molto della società inglese.

    Infatti Sintra era molto popolare come luogo di soggiorno per anglosassoni più o meno eccentrici, e buona parte del Diario riguarda la descrizione dei comportamenti di questi personaggi: chi dipinge, chi scrive (fra i residenti c’è Mary Norton, in seguito famosa per i suoi racconti per bambini), chi fa le carte o tiene sedute spiritiche... Matthew S. ha fatto un ottimo lavoro di collage, alternando il diario comune che ha ritrovato fra le carte di Isherwood ai diari privati di Christopher e alle lettere che egli e Stephen scrivevano rispettivamente alla madre e alla nonna, donne forti e intelligenti, perfettamente al corrente della diversità dei due ragazzi. Anche Wystan Auden fa una comparsa, poco dopo che Stephen e Tony se ne sono andati a marzo, e in poche settimane compone con Christopher L’ascesa di F6, dramma in prosa e in versi sull’“eroe” (un Lawrence d’Arabia trasformato in alpinista). Ma la voce di Auden non è presente forse perché mancano documenti di quei mesi, per quanto sulla copertina del libro appaia anche il suo nome e la famosa fotografia dei tre ragazzi ridenti: Wystan e l’altissimo Stephen praticamente imberbi, Christopher più tarchiato e tosto; Stephen in mezzo che abbraccia i due amici.

   Per comporre questo mosaico Matthew Spender ha fatto ricerche minuziose e vi ha aggiunto, oltre a utili indici e biografie di tutti i personaggi, una notevole prefazione in cui discute fra l’altro i diversi atteggiamenti di Isherwood e Spender nei confronti dell’Inghilterra e dei rispettivi compagni. Christopher non ha nessuna intenzione di vivere in patria e infatti dopo qualche anno, alla vigilia della guerra, parte definitivamente con Auden per gli Stati Uniti; Stephen invece, dopo soggiorni a Vienna e in Grecia con Tony, rientra a Londra e nel 1937 si sposa con la prima moglie, mentre Tony si unisce alle forze repubblicane in Spagna. Da qui infinite complicazioni: l’arresto e la condanna a morte di Tony per diserzione, i viaggi di Stephen a Madrid per salvarlo, cosa che ottiene, pare, in cambio della promessa di continuare a propagandare la causa repubblicana – il che lo porta sempre più a staccarsi dal comunismo e a diventare nel dopoguerra un difensore ad oltranza del liberalismo che nel 1936 invitava a “superare”.

   Dunque il Diario di Sintra ha tutti gli elementi per una tragicommedia sul cui sfondo si agitano i fantasmi della storia: Hitler, Mussolini, Etiopia, Spagna... (A quando il film?) Un racconto a più voci (passa anche Humphrey, il fratello di Stephen, e descrive il menage alla moglie rimasta a Londra). I momenti comici sono frequenti, come le spedizioni al casinò di Estoril dove i quattro polli perdono regolarmente le penne, o le disavventure col cagnolino adottato Teddy, fonte di battibecchi, o le sedute spiritiche della signora Mitchell che racconta le sue precedenti incarnazioni.

     Come spiega il curatore-figlio, Isherwood è uno scrittore nato, che scopre addirittura di non avere una personalità determinata, e quando, senza esitazioni, scrive crea  personaggi (e infatti i suoi diari sono spesso alla base delle sue opere). Stephen è meno sicuro: corregge, per quanto pare l’accordo fosse che nel Diario di Sintra non si poteva tornare sulle proprie righe. Ma anche Stephen si conferma quell’intellettuale vigoroso che ammiriamo per opere autobiografiche come Un mondo nel mondo. A Isherwood in fondo la politica e il mondo intellettuale preme meno. E’ Stephen che corrisponde con l’amico e mentore T.S. Eliot, che gli scrive col solito aplomb: “E’ deprimente pensare che persino in quell’antica contrada ci siano padrone di casa che credono nella reincarnazione”.

    Christopher invece si diverte: “Lady C. è stata molto malata. La sua infermiera di notte le ha fatto un’iniezione nel sedere con un ago arrugginito e la sua natica sinistra si è gonfiata come uno Zeppelin. Sembrava tutto perduto, ma Mrs. Mitchell, che è arrivata di corsa in taxi, ha fatto le sue preghiere di Scienza Cristiana e il giorno dopo la natica è scoppiata con un’esplosione che ha spaccato tutti i vetri di casa, e Lady C. è salva”.

    Quando inizia la guerra in Spagna i coloni inglesi propendono, con sconcerto dei giovani leoni, per i franchisti. Proprio la Norton, registra Isherwood, opina in un picnic: “Sono un mucchio di sporchi comunisiti e uccidono donne e bruciano chiese; gli altri sono del nostro tipo, voglio dire, si sente che sono puliti e hanno avuto un’educazione decente, sai cosa intendo”. Ma, nota Matthew, quando poi iniziò la guerra per l’Inghilterra, nessuno ebbe più dubbi su dove stare rispetto al fascismo.

     Christopher con il suo ragazzo tedesco, che tratta come “un buon cane fedele” ma è  indispensabile al suo equilibrio psicofisico, ha molto da penare in quanto a Heinz arriva a Sintra l’ordine di rientrare in Germania e arruolarsi. Isherwood tenta varie strategie per imboscarlo, anche dando dei soldi a un conoscente per corrompere qualcuno. Ma il 12 maggio 1938 Heinz viene arrestato a Treviri, dove è andato per rinnovare i documenti. “Sopravvisse alla guerra combattendo sul fronte orientale e occidentale. Christopher non riuscì a rivederlo che vari anni dopo, quando era un uomo sposato e padre”. Cito dalle brevi biografie in fondo al volume. La storia dell’arresto di Heinz è ambigua, scopriamo, perché forse a Christopher non dispiacque che la difficile situazione si fosse risolta. Così poteva partire libero da impegni per l’America e farsi una nuova vita, la vita che in qualche modo porterà alla situazione raccontata nel suo miglior romanzo, Un uomo solo.

     In queto Diario di Sintra c’è la materia bruta per molti romanzi. E’ un libro-strumento ottimamente approntato dal curatore perché il lettore vi si perda fra tragedie e frivolezze, con curiosità per la galleria dei personaggi principali e secondari. Come in un  dramma storico di Tom Stoppard. Solo che qui sono proprio loro – Christopher, Stephen, Tony, Heinz e il cagnolino sporcaccione Teddy – a muoversi sulla scena. “Il Manifesto-Alias”, 2dicembre 2012