Massimo Bacigalupo
Verso Bloomsday 2013 con l’Ulisse di Gianni
Celati
Passato da poco l’equinozio, stiamo planando rapidamente
verso il solstizio, con esso il 16 giugno, il giorno di Bloom, che fu un
giovedì nel 1904 in cui si svolge l’Ulisse,
e sarà una domenica in questo 2013. Lo festeggeremo con una nuova avventurosa
traduzione dalla fiammante copertina blu oceano (di Gianni Celati, Einaudi, pp.
988, €28,00) come l’anno passato con
quella demotica di Enrico Terrinoni: meno di 10 euro, e note a iosa, ottime. Gianni
Celati e il suo editore sono stati invece discretamente eleganti, o
elegantememte discreti, come JJ e il suo primo editore, l’amazzone americana
Sylvia. Niente note esplicative, solo un discorsetto iniziale del
Prologo-Traduttore che ci dice che è tutto un gioco. Molto serio, visto che se
lo è sobbarcato in età non più verde e ha annunciato (tocchiamo ferro) il suo
imminente decesso. Per Ulissite fulminante? Joyce addirittura non numerò i diciotto
capitoli delle tre parti del romanzo, Telemachiade, Odissea, Nostos.
Celati-Einaudi hanno messo i numeri, ma non i titoli da JJ comunicati a Carlo Linati
e usati nella corrispondenza ma non nel libro.
Dunque entriamo nel mondo di Ulisse con Buck Mulligan e il suo dattilo zampettante (buck): “Imponente e grassoccio, Buck
Mulligan stava sbucando dal caposcala”. Eccoci sulla Torre Martello, donde la vista
spazia su tutta la Baia di Dublino. E’ il 16 giugno 1904, e Stephen (che si
pronuncia Stiven) non si unisce a Mulligan quando questi atletico si tuffa da
uno scoglio sotto la torre nei bagni ivi tuttora operanti. Stephen ha il
fantasma della madre sulla coscienza, la madre “bestialmente morta” come dice
Buck. E Stephen si offende, lui freddo che non perdona il buffone traditore...
Alla stessa ora mattutina Ulisse si sveglia in una nuova
incarnazione. “Mr Leopold Bloom mangiava di gusto le interiora di animali in
genere e di volatili in particolare”. E’ in cucina a preparare la colazione per
la sua signora, le molle del letto scricchiolano, la signora vuole sapere il
significato della parola “metempsicosi” (non sa evidentemente, la nostra grande
Molly, di essere la reincarnazione ora di Calipso, più tardi, molto più tardi, di
Penelope). Bloom esce a comprare i suoi rognoni preferiti dietro l’angolo. Vede
una vecchia e pensa a una terra desolata, alla sua razza ebraica: “Errante in
lungo e in largo per tutto il mondo, da una cattività all’altra,
moltiplicandosi, morendo, nascendo, dovunque. Adesso quella terra era là,
esanime. Non poteva più dar vita a niente. Morta, come quella d’una vecchina:
grigia fica del mondo, tutta affossata. Desolazione”. A JJ evidentemente
piaceva suggestionare con lo stile che
aveva imparato dalle litanie dei gesuiti e dal cardinale Newman. Una frase dopo
l’altra, l’emozione trascina, ma tutto è sorvegliato. C’è l’occhio noncurante
di Shakespeare dietro, cui nulla sfugge. E un attimo dopo questo perdersi nella
morta gora ecco basta una fanciullina a rianimare il 38enne Bloom: “Un raggio
di sole caldo e vivace sbucò dalla Berkeley Road, agile, in sandali snelli, sul
marciapiede schiarito. Corre, lei corre per incontrarmi, ragazza dai capelli
d’oro al vento”. Ecco per cosa vivere, un fiotto di luce e di brezza.
Molte ore dopo, a notte fonda, Ulisse e Telemaco faranno
il loro stanco ritorno a Itaca, dopo che il padre ha protetto il figlio dalle
insidie di Circe, e Bacco: “Per prima cosa Mr Bloom lo ripulì di gran parte del
truciolame che gli pendeva addosso, indi tese a Stephen il cappello e il
bastone di frassino, e per finire lo drizzò in piedi alla maniera del buon
samaritano, servigio di cui l’altro aveva gran bisogno”. Stile da hang-over, spiegò JJ. E’ il punto più
basso della forza vitale. Ma quasi tutti sanno che cento pagine più in là la
vita trionfa, e proprio sotto specie di immortale vagina.
Il prossimo 16 giugno per l’ottava volta consecutiva nel
centro storico di Genova avrà luogo la lettura pressoché integrale dell’Ulisse, in aule, giornali, botteghe,
taverne, piazzette, magari al camposanto. Quest’anno ci sarà la traduzione di
Celati da porre accanto alle altre due preziose redazioni in commercio.
Sceglieranno i gruppi di lettori quale prendere a riferimento per ciascun
capitolo. Di solito sono circa cento i volontari che danno voce al romanzo,
facendone sentire il fascino, la verve inesauribile, e quegli affondi
impagabili. Se qualcuno dei lettori di queste righe vuole unirsi al coro scriva
a Claudio Pozzani ( clapoz@village.it ) l’organizzatore del Festival di
Poesia che offre questa possibilità unica di immergersi tutto un giorno nella
città-Ulisse. “il
Manifesto-Alias”, 7
aprile 2013