gente di Liguria
Segnaliamo la presentazione - sabato 10 giugno presso
Spoon River per cani e gatti nel piccolo cimitero di
Rapallo
Un coretto di gatti e cani. Sulla collina di Monti, alle spalle di
Rapallo, accanto alla carrozzabile per Montallegro, parte un sentiero per la
frazione abbandonata di Gravero (assai bella se ci si arriva, per la vista
aperta). Il sentiero inizia subito dopo Villa Molfino, antica residenza
signorile cantata dai poeti e illustrata da pittori (sembra che il quadro della
Madonna Odigitria di Bernardo Strozzi custodita nella vicina chiesa di S.
Maurizio di Monti sia stata commissionata dagli antichi proprietari). Accanto a
Villa Molfino c’è un piccolo anfiteatro abbandonato dove forse nell’Ottocento i
notabili organizzavano spettacoli estivi, circondato da cipressi che ispirarono
addirittura una poesia del Premio Nobel Gerhart Hauptmann: “Cipressi, cipressi,
abitano / il Paradiso della mia infanzia...” E infatti non pochi rivieraschi
hanno trascorso momenti dell’infanzia in questa vallata prima che essa venisse
strozzata dall’autostrada e che una massicciata abusiva non passasse accanto
all’anfiteatro e distruggesse il “Cimitero dei cani” che vi stava vicino.
Infatti i Molfino avevano cominciato a seppellirvi le loro bestiole, e la cosa
era divenuta un’abitudine rapallese: tutta una serie di monumentini ricordava
gli scomparsi amici dell’uomo. “A una fedeltà più che umana...” recitava una
lapide. Vecchi merletti dell’Ottocento! Scomparso quasi completamente il
cimitero dei cani, esso si è ricostituito spontaneamente e più umilmente poco
oltre, all’inizio della mulattiera per Gravero, e anche qui le lapidi più o
meno curate non mancano.
Ora questo cimiterino ha
trovato il suo cantore. Carlo Vita, “artistoide” (come si definisce) veronese
trasferito in Liguria, compagno di ricerche artistiche e letterarie di Eugenio
Carmi, Lele Luzzati e Flavio Costantini, ha fotografato i monumentini spontanei
e ha dato la parola a una decina di gatti e cani defunti in una plaquette
patrocinata dalla Lega Amici degli Animali (inf.: 0185-66451). Si chiama Piccola
antologia di Grè (Busco Editore, Rapallo, pp. 60, € 8,00), inevitabile
richiamo alla famosa antologia dei defunti di Spoon River che (grazie a Pavese
e a Pivano) portò una ventata di aria fresca dalla provincia americana
nell’Italia dell’immediato dopoguerra. Gli animali di Carlo Vita compongono una
costellazione più modesta, che commenta con ironia amichevole sulla vanità
delle mode (e delle vite). Per esempio
la lapide di “RED 1945-
Dove sono finiti i Morello
che qui mi inumarono lasciando
un ricordo non solo di me
ma anche di loro,
Avessi ancora un naso, saprei
cercarli, farei le mille miglia
seguendo tracce, che la mia lapide
deve pur serbare, oltre gli anni...
E se non li trovassi? Se fossero
svaniti in qualche piega del tempo?
Meglio che resti qui a ricordarli.
Carlo Vita guarda con ironia ma anche simpatia alla passione esclusiva
che lega cane e padrone, e si diverte sui nomi bizzarri, come quello del gatto
Marx:
Un gatto comunista a Rapallo?...
Fui sempre un fedele compagno
ma il mio partito giace con me.
Infatti la lapide recita (con gioco forse involontario): “compagno nostro per 17 anni”. Sono poesie scherzose fatte di un nonnulla, che però si innestano sulla storia non solo locale e la evocano in modo essenziale. Addio senza rancori, anzi. Il libretto può essere spunto di una scampagnata da Villa Molfino a Grè o Gravero, e magari alla vicina “Valle dei Sette Mulini” (Museo della civiltà contadina, Strada antica San Maurizio dei Monti, inf. 0185-56952, 339.8045593).
“Il secolo XIX”, 12 marzo 06