Carpenter/Whitman

Traiamo i primi due brevi testi dedicati a Edward Carpenter da un numero de "l'Unique" del 1958. Servivano da introduzione a pochi smilzi estratti dalle opere del riformatore inglese. Il terzo, al quale si fa riferimento nel secondo, è tratto invece dal n° 76 di "l'en dehors" del 1926. Tutte e due le riviste erano dirette da Emile Armand, che dall'inizio del secolo ispirava con la sua attività l'individualismo anarchico francese.

in guisa di prefazione

Edward Carpenter? Ecco un nome pressoché dimenticato, eppure si tratta di quello di un autore che scrisse numerose opere e che, in vita, godette d'una incontestabile notorietà che travalicava i paesi anglofoni. Quello che è forse il migliore dei suoi libri -La Civiltà, Cause e Rimedi- è stato abbondantemente letto nonché discusso a lungo. Lo stesso accadde a Prigioni, Polizia, Punizioni. Lasciò infine un opuscolo, la Società senza Governo, che attira ancora oggi l'attenzione degli an-archici. Portando ai loro occhi qualche esempio della sua produzione, abbiamo voluto ricordare l'opera d'un comunista (libertario) sdoppiato in naturalista convinto -del quale abbiamo del resto già parlato ...

10 aprile 1958, E.Armand

( abbiamo interrotto lo scritto laddove prosegue illustrando il rimanente contenuto della rivista)

 

chi era Edward Carpenter?

Quando Edward Carpenter morì a ottantacinque anni, nel giugno 1929, ebbe quella che la maggior parte dei suoi amici giudicava "cattiva stampa". Un settimanale londinese ne fece un dettagliato ritratto volto al nero; un altro pubblicò uno stravagante articolo che senz'altro non ne onorava la memoria. Il tempo sta mettendo riparo a questa disistima.

Un volume, Tributo a Edward Carpenter, non contiene meno di ventotto saggi redatti da brillanti scrittori di disparata nazionalità. Fra coloro che gli rendono omaggio troviamo Havelock Ellis, Henry W.Nevinson, Lawrence Housman, J.Ramsay Mac Donald. Uno studio sugli amici americani di Carpenter ci è fornito da W.S.Moore. L'importanza di questo libro è quella di far comprendere l'influenza mondiale di questa personalità unica e simpatica. Carpenter fu un grand'uomo, lo fu come poeta e come precursore, come prosatore, come sessuologo. Infine fu grande nella semplicità e bellezza della sua personalità. Mi capitò di incontralo la prima volta a un raduno socialista di Liverpool, nel 1895. Aveva appena tenuto una conferenza su Shelley e si era recato al pianoforte per intonare un inno di sua creazione: Sollevati Inghilterra. Apparteneva con tutte le sue fibre alla classe superiore -era un erudito, un gentiluomo- ma aveva rinunciato ai vantaggi della mondanità. Leggiamo nel libro menzionato che aveva smesso i costumi borghesi nel momento stesso che i laburisti li vestivano come iniziazione alla rispettabilità.

Carpenter fu un ardente ammiratore di Walt Whitman e si recò due volte in America per incontrarlo. Se Foglie d'Erba lo si volesse considerare come il sole del cielo poetico, Verso l'Emancipazione di Carpenter dovrebbe esser considerato la luna. Quest'opera ha tutta la solennità d'un vangelo pagano che indica la via della libertà, ed ha effettivamente ispirato migliaia di uomini.

Uno dei migliori saggi che Carpenter abbia mai scritto si chiama la Civiltà, Cause e Rimedi, dove si descrive efficacemente la civiltà come una malattia. C'era in lui qualcosa dell'anarchico come in William Morris. Sembrava tuttavia che si trovasse a suo agio più con i tradeunionisti che con gli anarchici puri. Del resto, malgrado il suo opuscolo la Società senza Governo, aveva contribuito a finanziare il primo foglio socialdemocratico inglese e votava per i candidati socialisti. Ciònondimeno, conosceva ed apprezzava Kropotkin, benchè ritenesse certe sue idee derivanti dall'origine russa.

Il ritorno alla natura e al lavoro manuale ha raramente trovato un avvocato più persuasivo di lui. Viveva in una fattoria nei dintorni di Sheffield, lavorava i campi e fabbricava sandali per sé e per i suoi amici.

Gli ammiratori di Carpenter gli fanno torto sia ignorando sia deprecando la sua omosessualità Si interessava premurosamente della questione sessuale e lasciò in proposito un libro imperdibile: l'Avvento dell'Amore. Si tratta di uno dei più bei libri mai scritti su questo tema. Aveva il genio dell'amicizia. Le donne erano costantemente attratte da lui. I suoi affetti li riversò tuttavia per quarant'anni su un uomo indegno al quale rimase fedele fino alla fine.

Anche in vecchiaia Carpenter accoglieva con entusiasmo la stampa anarchica. Fu assai elogiativo quando mi comunicò la sua approvazione dell'articolo che avevo dedicato agli "aspetti anarchici" di Walt Whitman. Alla lettera allegò una certa somma in sostegno della rivista che l'aveva pubblicato.

Leonard D.Abbott

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l'aspetto anarchico di Walt Whitman

Dal momento che si va ad innalzare, in piena New York, un monumento a Walt Whitman, non è forse privo d'interesse ricordare che fra tutte le figure predominanti della letteratura americana, Whitman è il solo che si possa direttamente riallacciare all'anarchismo. Se è vero che si possono scoprire dei sentimenti anarchici in Emerson e Thoreau, è certo che nessuno dei due è conosciuto per aver avuto rapporti precisi con l'anarchismo. Whitman, al contrario, leggeva regolarmente "Liberty", il giornale di Benjamin R. Tucker. Molti dei suoi più intimi amici erano fra l'altro degli anarchici militanti.

Uno di questi fu William Douglas O'Connor, che aveva cominciato la sua attività come abolizionista e si era presto avvicinato alle idee di Tucker, lasciando infine il ricordo di un ribollente libertario. Fu l'autore di una brochure intitolata the Good Grey Poet. Nel 1865 il poeta era impiegato in un ministero, a Washington, quando il suo superiore, il segretario agli Interni Harlan, scopriva nell'ufficio di Whitman un'edizione delle sue poesie annotata in vista di una nuova pubblicazione. Scandalizzato dal contenuto Harlan prese a pretesto l'immoralità del libro per licenziare il poeta. E' a questo punto che O'Connor improvvisò la sua perorazione che è ancor oggi capace far vibrare chi la legge.

Un altro degli amici anarchici di Whitman fu lo scultore Sidney H. Morse, il quale scolpì un busto del poeta. Collaborava inoltre alla rivista di Tucker "the Radical Review", edita a New-Bedford. Su questa stessa rivista apparve, nel 1877, un lungo elogio di Whitman scritto da Joseph B. Marvin.

Quando Ezra Heywood di Princeton venne condannato al carcere come autore di Cupid Yokes, un libro che esaltava l'amore libero, Whitman rimproverò O'Connor di aver prestato scarsa attenzione al caso. Morse, da parte sua, scrisse un articolo in difesa del detenuto. Cinque anni più tardi, Tucker intervenne contro il procuratore Stephen del distretto di Boston che minacciava di sopprimere l'edizione Osgood delle poesie di Whitman, giudicate immorali. Tucker si propose come editore, dicendosi disposto a rischiare la galera. Il poeta scelse prudentemente (acquistando le matrici) di pubblicarle a Philadelfia, ma mai dimenticò la rischiosa quanto generosa offerta di Tucker.

Socialisti, anarchici, liberi pensatori, critici delle imposte facevano regolarmente visita a Whitman, tuttavia il poeta si rifiutava di aderire a una dottrina precisa, benché la libertà promani da ogni sua parola. Quando nel 1887 gli anarchici di Chicago furono giustiziati, Sidney H. Morse campeggiava nel cortile della casa di Whitman a Camden. I due amici discussero a lungo del processo. Le nostre informazioni sui suoi ultimi anni si basano principalmente sulla minuziosa documentazione di Horace Traubel. Non ci dobbiamo dimenticare che Trauber stesso scriveva per la stampa socialista. Era fra l'altro intimo amico di Eugen V. Debs. Negli ultimi anni della sua vita si convertì al comunismo. Sulla questione della censura Whitman confidò a Traubel: "sono per la libertà assoluta, fosse anche la licenza più sfrenata. La censura è ignorante e malsana, che i censori siano più o meno virtuosi non importa". Un'altra volta si infervorò: "al diavolo i libri spurgati, sono loro quelli veramente sporchi"!

Whitman non si sposò. Egli spiegò di esser rimasto celibe a causa della sua "passione per la libertà". Verso la fine della vita scrisse una lettera al critico inglese John Addington Symonds nella quale affermava che la sua vita, specialmente durante i suoi soggiorni nel meridione, era stata "corporalmente parlando gioiosa ma senza dubbio soggetta a critiche". Aggiungeva che per quanto non sposato aveva avuto dei figli, sebbene le circostanze gli avessero impedito di seguirli. I figli di Whitman sono altrettanto leggendari di quelli di Rousseau.

Whitman amava gli uomini e li amava con un'intensità tale che la sua ragione ne risultava scombussolata. Li amava nei giorni buoni come in quelli cattivi. Il racconto delle cure che prestò ai giovani feriti durante la guerra civile è una delle storie più toccanti che ci sia dato leggere. Quando Symonds gli chiese se col suo amore virile (comrades' love) intendesse quello stesso amore che i greci autorizzavano fra vecchi e giovani, l'autore di Calamus rispose che si trattava di una "maledetta interpretazione". Malgrado ciò, i fatti parlano chiaro. Il professor Emory Holloway ha stabilito che uno dei suoi canti d'amore più toccanti, Once I Passed Through a Populous City, fu in origine ispirato da un uomo. Gli omosessuali del mondo intero si sono del resto orientati su Whitman come ad un faro. Edward Carpenter ha spiegato in Some Friends of Walt Whitman l'evoluzione di quella che è stata chiamata "l'anomalia di Whitman".

L'anarchico in Whitman si rivela pressoché in tutte le pagine. L'anarchismo è evidente nella stessa forma di Leaves of Grass, coi suoi ritmi che si susseguono in perfetta libertà. E' stato detto che questo libro è il più originale che sia mai stato scritto. Non è semplicemente diverso dagli altri, è radicalmente differente. Ha aperto sentieri interamente nuovi.

L'anarchismo in Whitman è tutt'altro chedistruttivo, parte dall'amore, è fiducioso in Dio e nell'immortalità. Esso si identifica con i pionieri e con coloro che battono la campana della rivolta. Una delle sue poesie si sviluppa su questo tema: resistere molto, obbedire poco. In Song of the Open Road ha scritto: "il mio appello è alla battaglia, io fomento la ribellione attiva". Comprendeva piuttosto bene lo scoraggiamento del "rivoluzionario vinto"! Nessun patriottismo poteva soddisfarlo. Fu partigiano della guerra civile, ma in fin dei conti riconobbe che "questa sacra guerra conta novecentonovantanove giorni di diarrea per uno di gloria" .

Leonard D.Abbott

(a cura di Francesco Rocchio)