Pubblichiamo di seguito nient’altro che la
scheda editoriale approntata per l’edizione “paperback”
(l’originale è del 1988) del libro di Paul K. Conkin (professore Emerito alla Vanderbilt
University) dedicato agli autori di I’ll take my stand. Del libro
di Conkin, Michael Kreyling, autore di Inventing Southern Literature, ha scritto: “uno dei pochi libri che meriti veramente l’aggettivo di classico. Il
gruppo degli Agrarians è per alcuni la bestia nera e
per altri andrebbe messo nel Pantheon dei santi culturali, ma il libro di Conkin è l’unico che gli tolga la corteccia per presentare
nudi e crudi gli uomini e le loro convinzioni”. E John
Lowe, della Louisiana State University: “E’ lo studio
migliore che si possa leggere, anche perché Conkin ha
conosciuto alcuni degli scrittori di cui parla. E’ fondamentale per chiunque
voglia affrontare I’ll take my stand o progettare un corso sulla storia
intellettuale del meridione”.
(…)
i “Southern Agrarians”*
> Paul K. Conkin, The Southern Agrarians
(with a new preface by
the author), Southern
Studies/U.S. History/American
Literature, Vanderbilt
University Press, Nashville, Tennessee 2003
Quello dei Southenr Agrarians era un gruppo di dodici giovani che si
riunirono, fra il 1929 e il 1937, in un
movimento intellettuale e politico affascinante. Le figure di spicco erano
quelle di Robert Penn Warren, Allen Tate, John Crowe Ransom
e Donald Davidson. In mezzo
alla depressione, questi dotati scrittori, come tanti altri intellettuali, si
dedicarono a tracciare le scelte culturali ed economiche che ritenevano
migliori per il meridione e, in generale, per gli americani. Il fatto che non siano
riusciti a conseguire la maggior parte dei loro obiettivi non diminuisce
l’importanza della loro crociata, o i valori duraturi che sostennero.
L’intreccio
di biografia e storia intellettuale delineato da Conkin
segue questi giovani scrittori a partire dal momento in cui arrivano a
progettare il loro classico libro-manifesto, I’ll take
my stand, collega la loro inclinazione
politica al precedente movimento letterario dei Fugitive e affronta le carriere
di ognuno dopo lo scioglimento del gruppo. Più di qualunque altro storico o
critico, Conkin prende seriamente la passione
politica di questi scrittori del sud.
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* I Southern Agrarians cominciarono la loro attività
all’Università Vanderbilt (sono noti infatti anche
come Vanderbilt Agrarians).
All’inizio, nei primi anni Venti, c’è una rivista letteraria, “The
Fugitive”, voluta da John
Crowe Ransom e Donald Davidson e largamente
fautrice della naturalizzazione americana di alcune poetiche d’avanguardia.
Ne nacque una sorta di movimento e i collaboratori saranno inizialmente
riconosciuti dal nome della rivista. Chiusa questa esperienza, Ramson e Davidson – che continuavano
a mantenere i contatti che essa aveva favorito – ebbero l’idea di un libro
che trovò i Fugitive Robert Penn Warren e Allen Tate come attivi sostenitori. E’ a loro quattro che
si deve la progettazione e la stampa di I’ll
take my stand nel 1930, cui contribuirono
altri otto letterati - fra i quali storici, psicologi ed economisti -
impegnati a vario titolo nel ridar vigore all’onore meridionale (Frank Lawrence Ousley, John Gould Fletcher, Lyle Lanier, Herman Clarence Nixon, Andrei Nelson Lytle, John Donald Wade,
Henry Blue Kline, Stark Young). Il libro ebbe
subito il carattere di un “manifesto”, tanto da esser definito “il libro del
Sud”. Gli Agrarians furono fra i critici
dell’amministrazione Roosevelt, si scagliavano
contro l’idea del primato morale del Nord e non digerivano le interpretazioni
sociologiche della realtà sudista. Le loro critiche tuttavia non erano
esattamente di stampo liberale. Il loro rammarico era di vivere in una
nazione che dava preminenza al progresso e al capitalismo anziché alla
spiritualità e alle forme più semplici di vita. L’ultima espressione
collettiva degli Agrarian
fu un libro, Who Owns
America (chi possiede
l’America), al quale collaborarono anche degli scrittori inglesi di matrice
cattolico-tradizionalista (e Allen Tate - il
prezioso quanto prodigioso autore di The
father [I Nostri padri, nell’edizione Feltrinelli del 1964], dell’Ode to the confederate death, della
biografia di Jefferson Davis
e di tanti illuminanti saggi letterari - si convertirà proprio al
cattolicesimo romano). |