Bianconiglio
e Gegeniglia |
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La storia motociclistica del BianConiglio | Contatore delle visite dal 29/12/2009: | |
Vuoi per ragioni di famiglia (budget...), vuoi per l'assoluta mancanza di espansività, vuoi per un filo di timore nei confronti della meccanica,
BianConiglio costituì forse il caso forse più unico che raro di un quattordicenne che non si sogna neanche di chiedere a papà di comprargli il motorino. E mentre gli amici iniziavano a parlare di diametri dei carburatori, di ammissioni lamellari e di espansioni di scarico,
lui li considerava membri di una setta esoterica. Anni, molti anni
più tardi, quando acquistò la prima moto, suo padre gli confidò che era
Allora, arrivato agli anni di Cristo senza aver mai guidato un veicolo a motore con meno di quattro ruote, BianConiglio si ritrovò ad invidiare i ciclomotoristi ed i motociclisti che scorrazzavano per le strade di Nizza (Nice, F) e dintorni godendosi l'estate e fregandosene del traffico mentre lui e la Gege, impiccati nella sardomobile, si sorbivano le code... "Certo che sarebbe bello andare in giro in motocicletta per queste strade...": sbottò un giorno... "Compriamola, allora...". La risposta della Gegeniglia lo lasciò di sasso, anche se col senno di poi egli considerò che, quando lui aveva appena "abbandonato il Lego", lei già gironzolava da passeggera sulla Vespa 180 Rally guidato dalla sorella maggiore, Nella.
E così si misero alla ricerca di una motocicletta: già, ma quale? Lasciamo parlare il Bian... Lei, la prima moto, fu una Moto Guzzi V35 III
del 1989, acquistata
di terza mano nel 1995 dall'amico dell'amica dopo una casuale chiacchierata
in pizzeria: purtroppo non compare ben inquadrata in nessuna
fotografia. Eravamo rivolti all'acquisto di una piccola cilindrata e volevamo spendere poco, non sapendo se poi
ci sarebbe piaciuto davvero viaggiare in moto (guai a chi ce la tocca, adesso). Accenniamo solo di sfuggita al fatto che, una settimana prima, stavamo per romperci
qualche osso grazie alla Vespa 125 del cugino di Bian, alla quale si bloccò l'acceleratore nel bel mezzo di una "doppietta" terza-seconda, con rovinosa caduta nel fango di uno sterrato... Torniamo alla Guzzi: sguardo alla moto, contrattazione del prezzo, giro di prova giù nei corselli dei box... qualche giorno più tardi il passaggio di proprietà... e poi il ritiro del "potente mezzo": con un quarto d'ora di esperienza di guida su un motociclo, mi ritrovai a dover portare la Micetta (ogni motore ha la sua voce, ed i bicilindrici Guzzi fanno le fusa...) da Sesto S. Giovanni a Baggio nel pieno dell'ora di punta... impiegai un'ora ed un quarto per un tragitto da mezz'ora al massimo. Appena arrivato a casa compiacendomi per l'impresa, ecco scendere la Gegeniglia con l'inevitabile frase "Portami a fare un giro". Accidenti, fammi almeno imparare a
non bere prima di farmi nuotare, no?
:D
Tuono Blu merita qualche riga per ricordare un modello di moto intelligente ma non apprezzato per la scarsa potenza di 34 CV (scarsa per chi? a noi è sempre bastata...). La River è stata prodotta dal 1995 al 1997 nella versione 600cc, e dal 1998 con la cilindrata di 500cc, a prestazioni pressoché invariate. Il motore 500cc pare si fosse dimostrato più affidabile: personalmente abbiamo sempre sottoposto Tuono Blu alla manutenzione minima indispensabile (sostituzione di olio, filtri e candela ogni 5.000 km), oltre al cambio di pastiglie e pneumatici a seconda dell'usura, variabile a seconda dell'utilizzo, e lei non ci ha mai piantato in asso. Altri non sono stati così fortunati: ogni volta che andavo dal concessionario, il capo meccanico mi guardava stupito e commentava "ma questa moto va ancora!?" accennandomi a frequenti guasti al motorino di avviamento ed a consumi precoci della frizione. O Tuono Blu è nata bene, o noi l'abbiamo trattata meno peggio di altri pur avendola strapazzata non poco come percorrenze (anche 600 km/giorno), passi alpini (Bonette, Iseran e Stelvio solo per citare primo, secondo e terzo classificati nelle quote europee) e carico: gita in coppia al Canyon del Verdon (F) con: borse laterali piene, valigia centrale idem, sacchi a pelo sul portapacchi, borsa da serbatoio e tenda legata per traverso alla forcella anteriore... Ce la rubarono nel 2001... ma
chi si sarebbe mai sognato di rubare una River con ben 75.000 km sul
motore? Facile, qualche tossico in cerca di oggetti stivati nelle
borse da rivendere... la ritrovammo tre giorni dopo, a una decina di
isolati dall'ufficio di Bian: avevano asportato le borse laterali e
il bauletto, più qualche accessorio. Il blocchetto di accensione era
stato danneggiato e la moto non partiva più, la trasportammo dal
concessionario che le fece... l'autopsia: ce la ritirò per
recuperare i pezzi di ricambio e ci fece una soddisfacente
valutazione per l'acquisto, nel settembre del 2001, di quella che da
alcuni anni era una fissa di Bian e che continua, da ormai quasi
dieci anni (mentre stiamo scrivendo, gennaio 2011) ad essere la
nostra fedele compagna di viaggio, una Honda NT650V1, ben più
nota con il nome commerciale di "Deauville". Come l'abbiamo
battezzata? (*) Midori Ryuu significa "Drago Verde": in Giappone è il più famoso animale mitologico, a Milano è... la fontanella dell'acqua che si trova per strada, una colonnina quadrata di ghisa, verniciata di verde, con la testa del biscione dei Visconti-Sforza a fare da rubinetto :) |
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