Bianconiglio
e Gegeniglia |
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Contatore delle visite dal 29/12/2009: | |||||
Da mercoledì 19 a sabato 22 giugno... e siamo a casa... Mercoledì 19 giugno: Fort William - New Lanark - 293 km Eh sì, si parte... nel nostro ruolino di marcia
abbiano ancora un paio di siti da visitare, ma entrambi sono sulla
strada che ci porterà a South Shields ed al ferry per Amsterdam.
Lasciamo Fort William lungo la A82 che costeggia la sponda
orientale del Loch Linnhe, che anch'esso lago non è, bensì fiordo marino. A
Onich si potrebbe piegare a sinistra per entrare nel Glen
Coe, con gli omonimi paese e passo, luoghi tristemente famosi per il
massacro perpetrato
a tradimento il 12 gennaio 1692 dai Campbell ai danni dei McDonald: ancor oggi
due membri dei clan rivali non siederanno mai alla stessa tavola.
Giovedì 20 Giugno: New Lanark - Newcastle-upon-Tyne - 305 km La colazione al B&B in compagnia di una
giovane coppia di
turisti austriaci è gustosa e ci carica per la giornata. Salutiamo la
gentile signora che ci ha ospitati e in una quindicina di minuti arriviamo a
New Lanark per "assaggiare" l'aria di questo particolare
luogo, che purtroppo è visitabile solo a partire dalle 11, un po' tardi per
le nostre esigenze di arrivare al check-in del traghetto per tempo. Immerso in un folto bosco sulle rive del fiume Clyde, "il villaggio di New Lanark è ancor oggi una comunità vivente e viene curato da un istituto di beneficenza indipendente. I profitti dell'albergo e delle attrazioni per i visitatori danno la possibilità al Conservation Trust di continuare a restaurare e conservare intatto il villaggio storico". Abbiamo solo tempo per una passeggiata tra i palazzi ammirando le opere di presa dal fiume Clyde dell'acqua per i mulini, poi ripartiamo. Per guadagnare tempo infiliamo l'autostrada M74 che si snoda con saliscendi e ampie curve tra le Southern Uplands. People: nessuno scambio di battute, non ce n'era il tempo nè la possibilità ma, lungo l'autostrada... che razza di veicolo è quello? Indefinibile da lontano, si è prima distinto un carrello-appendice da campeggio... ma trainato da cosa? Perbacco, da un sidecar! Ed eccoci a superare, salutando ricambiati, un vecchio sidecar dal carrozzino a sinistra con a bordo una famigliola, padre madre e figlio, che procedono placidi sulla loro corsia... impensabile da noi in Italia. A Carlisle siamo ormai da alcune miglia in Inghilterra: lasciamo l'autostrada per la A69 che punta decisa ad est lungo le creste delle Cheviot Hills: queste file di colline parallele, che avevamo incontrato anche all'andata, costituirono il naturale terrapieno su cui venne eretto il Vallo di Adriano, il formidabile complesso di fortificazioni a difesa del confine settentrionale della Britannia romana dalle incursioni dei Picti, ovvero degli antichi abitanti della Scozia secondo il nome dato loro dai Romani per sottolineare che usavano dipingersi il viso. A detta di molti, il miglior modo di apprezzare quest'altro monumento UNESCO è il trekking: noi invece ci accontentiamo di infilare stradine secondarie che seguono il profilo delle colline, sempre sotto il vento non indifferente, fino a fermarci a Vindolanda, uno dei siti archeologici tuttora attivi dove squadre di specialisti e volontari riportano alla luce i resti di un forte ausiliario. E adesso bisogna proprio andare, il check-in al porto di Newcastle è entro le 16.15: riprendiamo le stradine secondarie con i loro su-e-giù fino alla prima indicazione per la A69, puntiamo decisi su Newcastle e quindi su South Shields, dove troveremo una discreta coda di auto in attesa di imbarcarsi. Come altri motociclisti del posto, non facciamo "i continentali" superando la fila: qui si aspetta il proprio turno per il check-in e le formalità doganali. La stiva del ferry finalmente ci accoglie e l'esperienza di una decina di giorni prima è ormai radicata: assicuriamo Midori al ponte con le cinghie e ci sistemiamo in cabina in tempo per andare al bar di poppa (all'aperto, e che vento!) per salutare la Gran Bretagna mentre la scia della nave si stempera tra i flutti. Il resto del viaggio procede senza storia, dopo la traversata dell'andata i ponti passeggeri non hanno più segreti per noi. Venerdì 21 giugno: Ijmuiden (NL) - Rastatt (D) - 557 km Come all'andata, altra sveglia alle 6.30 ma
eravamo pronti all'esperienza. Dopo la colazione scendiamo al ponte
veicoli un po' preoccupati per il bollettino meteo che dà cattivo
tempo al porto di arrivo. Nelle viscere della nave fa un bel caldo
ma molti dei motociclisti che scendono dopo di noi si preparano ad
indossare le tute antiacqua e così facciamo anche noi. Lo sbarco è
lento, abbiamo davanti a noi diverse automobili e iniziamo a sudare
nel puzzo dei gas di scarico finché finalmente ci muoviamo e...
sbarchiamo sotto il Diluvio Universale: il molo di Ijmuiden è
flagellato dal vento e la pioggia cade violentissima: per la
differenza di temperatura e umidità il motore si ingolfa e riparte
solo dopo un robusto cicchetto di starter, mentre un'altra coppia di
motociclisti vedendoci in difficoltà si avvicina: grazie People,
a buon rendere, ora è tutto ok, basta riabituarsi a guidare a
destra. Sabato 22 giugno: Rastatt (D) - Milano (I) - 537 km Dopo la colazione (piccola nota stonata della Bildunghaus St. Bernhard, la colazione è un po' povera) re-infiliamo l'autostrada in direzione sud. A Basel un arcigno doganiere svizzero ci ispeziona il parabrezza: "Guten tag, vignette?" (pronunciato "vigh-nete"): vuol vedere il contrassegno autostradale. Glie lo indichiamo, appiccicato al lato destro del parabrezza... accidenti, le istruzioni dicevano di applicarlo a sinistra: quanto sarà "svizzero" questo tizio? Egli si sporge, controlla, sorride e ci fa proseguire per Olten. Ormai si sente "aria di casa": Luzern, poi il San Gottardo, Bellinzona, Chiasso... e l'ultima cinquantina di km che ci porta fin nel box sotto casa. Quanta nostalgia dei panorami del nord, però: che desiderio di tornare in quelle terre per andare oltre le zone visitate e sentire il vento sul viso. Questo omaggio a Bonnie Prince Charlie è incompleto, dovevamo tenerci una scusa per tornare e ne abbiamo incamerate diverse: "quando" vi ritorneremo non lo sappiamo, ma "se" sicuramente sì, per poter sentire ancora il vento della brughiera che ci sussurra
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