bertolino.pietro@libero.it
Nell'Aprile del 2006 casualmente sono passato vicino al castello di Buchenstein ai piedi del Col di Lana da dove il 50° reggimento fanteria "Parma" mosse all'attacco in quel lontano 22 ottobre 1915.
Mi sono fermato per un momento e la mia auto proprio in quel punto è stata danneggiata da un sasso sul selciato e non è più ripartita.
Mentre attendevo aiuto, ho teso l'ascolto ed il vento della sera mi ha portato le voci dei soldati che da allora vagano ancora sul pendio in attesa di pace e di giustizia dopo l'inutile massacro. Quanto dolore, quanta disperazione ho sentito nel vento, grosse lacrime di dolore sono scese sul mio volto, quel luogo di montagna mi era incredibilmente famigliare, vicino, e suscitava in me opposte sensazioni, un dolore infinito nell'anima, ma anche coraggio e determinazione. Che cosa volevano questi soldati lontani che mi sussurravano parole nel vento? Non volevano più guerre, non più morti in battaglia , non più violenza. Volevano tornare dalle donne amate, dai figli in attesa, non volevano morire. Ho avuto l’impressione di essere proiettato in un altro tempo, oltre i confini del reale, in un mondo impossibile di ombre. Ho avuto la percezione dell’infinito, dell’eternità’ che si apriva di fronte.
Tornai a casa. Mi accorsi però di non essere piu' solo, i soldati del 50° reggimento mi avevano seguito in silenzio, erano scesi con me a valle, da quel momento mi sarebbero rimasti tutti accanto. Mi avrebbero confortato nel momento del dolore, avrebbero sorriso con me in futuri momenti di gioia. |