Rodi

Eccoci a Rodi, la più grande isola del Dodecanneso, prossima alle coste turche, e subito ci accorgiamo anche della scarsa amicizia tra greci e turchi, infatti al largo dell'isola, verso la Turchia non é insolito scorgere delle navi da guerra.

Rodi, ha visto passare tutte le civiltà che si sono affacciate sul Mediterraneo e per un certo periodo di tempo è stata anche italiana (dal 1912 al 1945), come ci dice con entusiasmo una vecchina conosciuta nella città vecchia.

La sua capitale, omonima dell'isola, sul cui porto sorgeva il famoso Colosso, fu sede dei Cavalieri di Rodi dal 1309 al 1522, anno in cui l'isola fu conquistata dagli ottomani che la tennero fino al 1912.

Nell'ultimo periodo ci sono stati ingenti lavori di restauro e oggi sono ancora ammirabili le mura costruite dai Cavalieri intorno alla Città Vecchia, nella quale vivevano in zone distinte greci, ebrei, residenti stranieri e, nel Castello, i Cavalieri. Il Palazzo del Gran Maestro è l'edificio più importante di quel periodo, restaurato dagli italiani e arricchito dalle statue e dai mosaici rinvenuti all'epoca negli scavi di Cos, e' diventato subito il nostro punto di riferimento, meta obbligata prima e dopo ogni escursione.

Nel Museo Archeologico si possono ammirare reperti di tutte le epoche, mentre gli scavi più interessanti sono a Kamiros, città potente nel VI secolo a.C.

Tutte le nostre escursioni sono avvenute utilizzando l'ottimo servizio di bus pubblici che da Rodi città si dirigono verso tutte le mete turistiche.

In pullman abbiamo avuto occasione di addentrarci nella cultura locale e, viaggiando fianco a fianco con gli isolani abbiamo colto la loro vera essenza.

A Lindos si trova una vasta acropoli, situata sul promontorio che sovrasta la cittadina, risalente all'invasione dorica, con resti di un tempio ad Atena.

Appena scesi dal pullman, siamo subito stati invitati a salire in groppa ad un asino per raggiungere l'acropoli, declinato l'invito principalmente per pietà nei confronti del mingherlino animale, abbiamo cominciato a piedi la salita ammirando i pizzi e merletti che le donne locali vendevano ai fianchi del sentiero.

Deludenti le rovine, ma magnifica la vista dal promontorio, sia sulla città che sul mare.

Innumerevoli sono le chiese bizantine, tra le quali merita una speciale menzione Haghios Georghios Chostos, dall'interno interamente affrescato, un santuario paleocristiano situato nei pressi del Monastero del Monte Phileremos che sorge sui resti di un antico tempio pagano.

Interessanti ci sono sembrate le terme di Caliphea, anche se in uno stato di totale abbandono. Queste terme, costruite dagli italiani, durante il possesso dell'isola lasciano ancora immaginare il loro antico splendore.

 

La città vecchia, compresa tra le mura e' in parte totalmente ristrutturata e costellata di negozi ed esercizi commerciali di ogni genere, frequentissimi quelli di liquori, dove si può facilmente trovare l'ouzo un super alcolico dal gusto di anice..